Presentazione opuscolo FAL sul nuovo monumento ai caduti della Resistenza e per la Libertà
12 Novembre 2018 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #La COSTITUZIONE italiana
Sabato, 17 novembre 2018, nella sala polifunzionale della Biblioteca è stato presentato l’opuscolo illustrativo sulla storia del nuovo monumento ai caduti della Resistenza e per la Libertà.
L’opuscolo è stato curato dalla FAL-Famiglia Artistica Lissonese.
Il progetto del nuovo monumento era stato presentato con una mostra a Palazzo Terragni il 25 aprile 2017 e il monumento è stato inaugurato il 25 aprile di quest’anno.
Il Sindaco così si è espresso in proposito:
«Sabato 17 novembre, in Biblioteca Civica, si terrà la presentazione dell'opuscolo illustrativo sulla storia del nuovo Monumento ai caduti della Resistenza e per la Libertà.
Con il nuovo Monumento, Lissone si arricchisce di un altro "luogo" attraverso il quale si intende dare voce sul delicato tema della memoria "cosciente".
Il nuovo Monumento non è solo una suggestiva opera di arredo urbano collocato nel nostro Centro storico, al fianco di un'importante struttura architettonica lissonese quale è Palazzo Terragni, ma si fa simbolo di speranza e di unità per la nostra comunità.
Settanta anni fa il Paese sentì il bisogno di prendere in mano le proprie sorti e di liberarsi dal Fascismo, ponendo il fondamento della nostra democrazia, della nostra Costituzione e della nostra Repubblica.
Oggi, questo Monumento ci ricorda che il 25 Aprile appartiene alla storia e alla libertà di questo Paese.
Un ricordo che si fonda sull'immagine di un albero, le cui radici appartengono a tutti noi, da cui si sviluppano rami che originano simbolicamente germogli, fiori, frutti.
Nuova vita, linfa vitale per la nostra memoria civica.
Fare memoria è scavare nel profondo di noi stessi, capire e raccontare che senza alcuni fatti ed accadimenti noi e la nostra storia avremmo percorso strade differenti, che la nostra vita non sarebbe come lo è ora.
Questo monumento rappresenta una straordinaria occasione per nutrire la nostra memoria, nutrimento per le generazioni più giovani, così abituate dalla società odierna a porre attenzione ai segni, ai simboli, talvolta idolatrandoli tanto da immedesimarvisi rinunciando alla propria identità.
Un albero, emblema di vita, si trasforma in simbolo di memoria per ricordare chi ha speso la vita per donare agli altri un futuro diverso. Un futuro di libertà, di uguaglianza, di diritti e doveri, che è il nostro presente.
Il nuovo Monumento è quindi un segno concreto e tangibile, originato dalla volontà dell'Amministrazione Comunale di restituire alla Piazza un monumento emblema della ritrovata libertà, reso possibile dal lavoro congiunto di tante persone alle quali va il mio più sentito ringraziamento». Il Sindaco Concettina Monguzzi
tratto dal sito internet del Comune
e il presidente dell’ANPI di Lissone:
“È dall’anno 2005, quando si ricostituì la Sezione lissonese della nostra Associazione che attendevamo questo momento: avere in città un monumento che ricordasse coloro che diedero la vita perché il nostro Paese diventasse libero e democratico, libero dall’occupazione nazifascista e democratico dopo vent’anni di dittatura.
Prima d’ora, l’unico monumento dedicato ai caduti della Resistenza, era quello in piazza Libertà che ricordava i quattro partigiani lissonesi fucilati nel giugno 1944, dove vi sono oggi le “pietre d’inciampo”.
Felice è stata anche la scelta dell’Amministrazione comunale del luogo dove installarlo, tra Palazzo Terragni e la Torre, dove anche una lapide posta nel 1970, in occasione del 25esimo della Liberazione, fa da monito alle future generazioni perché ricordino il sacrificio dei caduti della Resistenza e per la libertà.
Faccio mie le parole di Eugenio Curiel, giovane docente universitario, assassinato in una via di Milano nel febbraio 1945 da militi della Repubblica Sociale Italiana:
«È triste ma fiero il discorso che fanno ai nostri cuori i morti che ci sono vicini … Combattere fino alla vittoria, fino alla libertà, osare ancora, fare di più, volere tenacemente e instancabilmente la vita e la libertà per noi e per l’Italia, perché volere questo, conquistare questo, è il suffragio migliore per la loro memoria”.
Renato Pellizzoni
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