“Combattere fino alla liberazione della nostra Patria”
Val d'Ossola, Natale 1943: lettera del comandante partigiano F.M.Beltrami al comando tedesco
Egregio Colonnello,
in luogo di telefonarle, preferisco inviarle questa lettera; i miei superiori non acconsentono al colloquio richiesto e proposto. Non mi rimane che esprimerle per iscritto il mio pensiero.
Lei mi ha chiesto ieri per telefono quali siano le mie intenzioni. Eccole: combattere fino alla liberazione della nostra Patria, liberazione dagli occupanti stranieri, di qualunque nazionalità siano, liberazione dall'infame cricca fascista, colpevole di vent'anni di malgoverno, colpevole di aver portato il paese in una guerra colossale senza la necessaria preparazione, colpevole delle miserevoli figure imposte al nostro esercito per il proditorio attacco alla Francia, quando credette di poter sfruttare un vostro innegabile successo, e alla Grecia; ed ora infine colpevole di banchettare sulle ultime risorse del popolo martoriato, chiedendo protezione alle baionette tedesche e al sangue tedesco per le malefatte. Perché queste tristi figure di fascisti non vengono all'attacco delle nostre posizioni?
Perché sono dei vigliacchi, perché preferiscono esporre la nostra vita in luogo della loro miserevole esistenza; pronti a tradirvi nel caso che le sorti della guerra riuscissero a voi definitivamente sfavorevoli.
Essi parlano di onore nazionale, ma il loro esercito, la loro milizia sono formati per la maggior parte da elementi usciti dalle carceri, a cui il condono della meritata pena valse gradi di ufficiale.
Di fronte a questa gente, signor Colonnello, l'esercito dei patrioti, anche se piccolo di numero, non piega, non può piegare. Noi combattiamo per l'onore della nostra bandiera che non deve essere portata da mani vigliacche e sudice. Queste cose le dico a lei, per quanto mi pesi dirle a uno straniero.
In quanto lo scadere dell'ultimatum, le dirò, signor Colonnello, che noi non deponiamo le armi, unica garanzia della nostra libertà. Ma, per non coinvolgere le popolazioni borghesi in una lotta senza quartiere, ho deciso di lasciare gli eventuali accantonamenti; ci sparpagliamo nel paese, apparentemente scompariamo, perché i tempi non sono ancora maturi per una lotta aperta, per quanto sarebbe la più gradita al cuore di un soldato.
I miei compagni non hanno bisogno di comodi alloggiamenti; il periodo d'istruzione concesso ha garantito la necessaria mobilità per continuare la lotta ovunque si presenti.
Avrei voluto aver l'onore di conoscerla personalmente, così, invece, non mi resta che salutarla per iscritto.
F.to: Capitano F.M. Beltrami
Val d'Ossola, Natale del 1943, spedita la lettera, il capitano Beltrami, si trasferì con il suo gruppo di partigiani in valle Strona, unendosi ad altri gruppi partigiani e continuando così la lotta di liberazione. Il 13 febbraio 1944, furono attaccati da reparti tedeschi delle SS, un corpo di truppe tedesche da montagna, insieme a loro le Brigate Nere e Guardie di Finanza. Per permettere ai suoi uomini di ritirarsi, il Capitano Beltrami, insieme a Antonio Di Dio, Gianni Citterio, il sedicenne Gaspare Pajetta e una decina di altri partigiani, si sacrificarono morendo sotto il fuoco nemico.
Gianni Citterio era un nostro concittadino, fra i fondatori del movimento antifascista monzese.
P.S.: la lettera del capitano Beltrami è tratta dal libro di memorie scritto da sua moglie.
Il capitano
Beltrami Gadola, Giuliana
Sapere 2000 Ediz. Multimediali, pag. 109, € 9,90
Collana L'Italia libera
A Monza al LIBRACCIO
on line www.libraccio.it
un fiore per non dimenticare
25 aprile 2009
in bicicletta abbiamo portato un fiore nelle vie di Lissone dedicate ai caduti lissonesi.nella guerra di Liberazione.
Morti fucilati dai nazifascisti: |
Morti in campi di concentramento: |
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25 aprile 2009
“Al vostro fianco, tra voi sempre senza che voi lo sappiate, degli uomini lottano e muoiono gli uomini della lotta clandestina per la Liberazione. Questi uomini, fucilati, arrestati, torturati, lontani sempre dalle loro case, separati spesso dalle loro famiglie, combattenti senza uniformi e senza stendardi, reggimenti senza bandiere, i cui sacrifici e le cui battaglie non vengono scritte con lettere d’oro negli annali, ma solamente nella memoria fraterna e dolorosa di coloro che sopravvivono.
La gloria è come una nave dove non si muore solamente a cielo aperto ma anche nell’oscurità patetica degli scafi. È così che muoiono gli uomini della lotta clandestina. Rendiamogli onore.”
messaggio ai Francesi di Pierre Brossolette, dai microfoni della BBC, il 22 settembre 1942
La Resistenza per i Francesi
“La Resistenza occupa un posto a parte nella nostra memoria collettiva. Più che un avvenimento la Resistenza si è trasformata in un mito fondante che ha dato alla Francia i suoi valori e ai Francesi un’immagine idealizzata di loro stessi.
Da pagina di storia, la Resistenza è diventata una “memoria collettiva” che struttura ancora l’immaginario del Paese.
L’essenza della Resistenza è stata una reazione patriottica che è nello stesso tempo un atto di guerra e una difesa dell’Uomo. Un rifiuto, una reazione che sono anche un progetto di società. Il suo messaggio supera l’avvenimento da dove ha avuto origine. È universale e atemporale. Ogni generazione può farlo suo. Ogni Paese può adottarlo come modello.
Riflesso di un tempo particolare, la Resistenza è anche di tutti i tempi”.
Robert Belot, professore universitario
Cosi' si festeggiava a Lissone l'anniversario della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazista e dal regime fascista.
manifesto del 25 aprile 1970
25 APRILE 1945 - 25 APRILE 2009
Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana nata dalla Resistenza contro ogni tentativo di snaturarla, di svuotarla, di svilirla.
“La Costituzione è un testamento, un testamento di 100mila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Queste parole di Piero Calamandrei, uno dei Padri della Patria sono tremendamente attuali. La Costituzione è minacciata sempre più da pericolosi segnali di ostilità ignorando così la storia con assurde proposte di parificazione tra chi ha combattuto ed è stato ucciso per la libertà e chi ha collaborato con l’occupante. Da qui la necessità di respingere con fermezza tutti i tentativi di chi vuole reciderne le radici che la legano alla Resistenza, alla lotta partigiana, alla guerra di Liberazione nazionale.
Gli Italiani tutti hanno pagato un prezzo altissimo per la conquista della libertà che oggi 25 aprile celebriamo. In questo dolore, in questa lotta e in questo sacrificio affondano le loro radici la nostra Repubblica e la nostra Costituzione che la storia chiama tutti a riconoscere come matrice della nostra comunità nazionale.
Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane
Fondazione Corpo Volontari della Libertà (CVL)
Comitato Permanente Antifascista contro il Terrorismo per la Difesa dell’Ordine Repubblicano
Comitato Promotore Celebrazioni Anniversario della Liberazione
“La Resistenza … in bicicletta”
In occasione del 65° anniversario della Liberazione
l’ANPI di Lissone
organizza
domenica 26 aprile 2009
“La Resistenza … in bicicletta”
in collaborazione con l’associazione lissonese EQUIBICI
ore 10,00 ritrovo in Piazza Libertà
ore 10,30 staffette in bicicletta porteranno dei garofani rossi nelle vie dedicate ai caduti lissonesi della guerra di Liberazione
ore 11,30 presso la sede dell’ANPI di Piazza Cavour 3 presentazione del libro: “La bicicletta nella Resistenza“ di Franco Giannantoni e Ibio Paolucci (Edizioni Arterigere)
ore 12,00 aperitivo nel cortile della sede
La bicicletta, oltre che come mezzo di trasporto, durante la guerra di Liberazione fu il veicolo sempre usato dalle staffette partigiane, preziose ed indispensabili collaboratrici dei partigiani.
“Un popolo per la libertà. La Resistenza in Italia”
In occasione del 65° anniversario della Liberazione, sabato 18 aprile alle ore 14.30 presso la sala polifunzionale della Biblioteca civica di Lissone, Piazza IV Novembre, proiezione del documentario: “Un popolo per la libertà. La Resistenza in Italia“
La Resistenza, questa straordinaria testimonianza morale, civile e politica, sarà raccontata attraverso filmati originali degli archivi storici.
Corso di storia del novecento
“CORSO di STORIA del NOVECENTO"
Conoscere la storia del novecento per comprendere meglio gli avvenimenti dei nostri giorni: è l’obiettivo che si propone la Sezione lissonese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia con un corso di storia.
Sei saranno le lezioni che il prof. Giovanni Missaglia (docente di Storia e Filosofia presso il Liceo Scientifico “Frisi” di Monza) terrà presso la Cooperativa del Popolo - Via Indipendenza 9/a - Lissone
Gli argomenti trattati saranno:
1) La Grande guerra e le sue eredità
2) Democrazie, comunismi, fascismi
3) La seconda guerra mondiale e la guerra fredda
4) L’Italia dal fascismo alla democrazia
5) La questione palestinese
6) La globalizzazione
Il corso è gratuito ed avrà inizio lunedì 6 aprile 2009.
Le lezioni si terranno con il seguente orario: dalle ore 18 alle ore 19.30, nei seguenti lunedì:
1) 6 aprile
2) 20 aprile
3) 27 aprile
4) 4 maggio
5) 11 maggio
6) 25 maggio
Per partecipare al corso, occorre iscriversi inviando una mail a anpilissone@libero.it
Il corso è aperto sia agli studenti delle scuole superiori sia a coloro che intendono approfondire le loro conoscenze sul "secolo breve", come lo storico Eric Hobsbawm definisce il ventesimo secolo: un secolo tra i più violenti della storia dell'umanità, attraversato da due guerre mondiali, ma caratterizzato anche dall'emancipazione femminile, dal progresso scientifico, dalle rivoluzioni nella società e nella cultura. Un "secolo breve" per l'accelerazione sempre più esasperata impressa agli eventi della storia e alle trasformazioni nella vita degli uomini.