Alcuni momenti della posa della Pietra d’Inciampo dedicata a Mario Bettega
Giorno della Memoria
Lissone, 26 gennaio 2018
Una pietra d’inciampo dedicata a Mario Bettega
A Lissone, il 26 gennaio prossimo alle ore 14,00, in occasione della Giornata della Memoria, verrà installata all’ingresso dello stadio comunale di calcio di via Dante una pietra d’inciampo dedicata a Mario Bettega.
Calciatore della ProLissone, di grande talento, operaio della Breda, antifascista, impegnato nella Resistenza, all’età di ventisei anni Mario Bettega è morto il 19 marzo 1945 nel lager di Mauthausen, da dove non è più tornato.
La posa sarà effettuata dall’artista tedesco Gunter Demnig, che mosso da ragioni etiche, ha ideato il progetto artistico delle Pietre d'inciampo, come strumento contro l’oblio, il negazionismo e il revisionismo storico, in memoria di cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti.
Le Pietre, in cui "l’inciampo" rappresenta metaforicamente un invito alla riflessione, hanno la forma di un sampietrino. Della dimensione di 10 per 10 centimetri, sono cubi di cemento che recano sul lato alto una targa in ottone con il nome e le date di nascita, di arresto, deportazione e morte delle vittime dello sterminio nazista o della persecuzione. Non solo ebrei, ma anche omosessuali, sinti, rom, testimoni di Geova, disabili fisici e mentali, oppositori del regime nazista e membri della Resistenza.
Lissone, 25 gennaio 2019
Il Sindaco di Lissone Concettina Monguzzi scrive:
«Una pietra per ricordare.
Era un calciatore Mario Bettega, un ragazzo che sicuramente non passava inosservato.
Bello, atletico, sguardo vispo. Un talento cristallino. Col pallone fra i piedi, era capace di incantare, creare, divertire, fare goal.
Forse, al giorno d'oggi, sarebbe diventato uno di quei "miti" di cui si comprano la maglietta con sopra il numero ed il nome stampato.
Ma oltre che giocatore della Pro Lissone, Mario Bettega era un ragazzo con ideali e valori ben saldi.
Sosteneva l'importanza della libertà, del diritto all'uguaglianza, al pensiero, alla parola.
Fu convintamente antifascista e la sera, dopo aver lavorato in fabbrica, aiutava la Resistenza.
Lo faceva trasportando qualche pacco di otturatori e caricatori verso i laboratori clandestini che servivano per alimentare la difesa dal nazifascismo.
Mario Bettega fu catturato proprio mentre stava svolgendo la sua Resistenza.
Fu portato a San Vittore, da lì a Mauthausen dove morì ad appena 26 anni. Era il 19 marzo 1945. Un orrore.
A quel giovane, la città di Lissone rende omaggio posando una pietra d'inciampo proprio all'ingresso dello stadio comunale della Pro Lissone Calcio. Un luogo a lui caro. Possiamo immaginare quante volte avrà varcato quella soglia per andare a giocare una partita di calcio, per andare ad indossare la maglia bianca e blu della "Pro".
Il mio invito è proprio questo: fermarsi davanti a quel sampietrino metallico e pensare alla storia di questo giovane.
Una pietra d'inciampo posta alla soglia di un luogo importante per la nostra città. Uno spazio che diventa occasione di memoria. Di ricordo. Un mezzo per ricordarci chi ha dato la vita per la libertà e a spronarci ad andare sempre oltre la soglia per difendere i diritti di tutti.
Un po' come ha fatto Mario, che anziché rimanere in disparte ha scelto di varcare l'uscio di casa per aiutare la Resistenza.
A volte è difficile superare la soglia, occorre consapevolezza e coraggio. Occorre la volontà di prendere parte, di capire in cosa si vuole credere e dove riporre la speranza
Occorre muoversi. Noi ora stiamo ponendo pietre d'inciampo di persone che hanno vissuto più di 75 anni fa.
Tra 75 anni quali pietre d'inciampo potranno porre? Per che cosa? Per quale Resistenza?
E noi oggi che pietre d'inciampo vogliamo essere?»
Dal sito del Comune di Lissone:
Altre iniziative per il Giorno della Memoria
Sabato 26 e Domenica 27 gennaio 2019
Lissone - Piazza Libertà Palazzo Terragni
Inaugurazione 26 gennaio ore 11
Organizzata dal Centro Culturale Fotografico Club F64 di Lissone una mostra fotografica dal titolo “IL SONNO DELLA RAGIONE”
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A cura della Compagnia Teatro Instabile
Spettacolo Teatrale: "IL LAVORO RENDE LIBERI"
Regia di Filippo Mussi
27 Gennaio 2019 - ore 16.00 Palazzo Terragni - Piazza Libertà
Repliche rivolte ai ragazzi delle scuole lissonesi sabato 26 e lunedì 28 gennaio
Tema dello spettacolo:
La vita scorre normale a Berlino alla vigilia di Natale 1938, ma tutto sta cambiando. Il 30 gennaio 1939 è l'inizio della shoah, scandita da un discorso programmatico di Adolf Hitler. Milioni di persone a partire da quel momento escono dalla cittadinanza tedesca, perdono i loro diritti e diventano solo strumenti utilizzati ai fini della produzione bellica.
Lo spettacolo, che nel primo atto descrive una vita a Berlino di persone normali, ebrei ricchi e ebrei senza risorse, nel secondo atto offre uno spaccato di un campo di lavoro, la cui insegna posta sopra la porta di ingresso recita: "Il lavoro rende liberi".
Le Pietre d'Inciampo cosa sono
LE PIETRE D'INCIAMPO COSA SONO
Un piccolo blocco quadrato di pietra (10x10 centimetri), ricoperto di ottone lucente, posto davanti alla porta della casa nella quale ebbe l’ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno ed il luogo della deportazione, la data della morte. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000 (dato aggiornato all’ottobre 2018), la prima a Colonia, in Germania, nel 1992. Sono le “Pietre d’Inciampo”, Stolpersteine in tedesco, iniziativa creata dall’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947), quale reazione ad ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali (maggiori informazioni si trovano su http://www.stolpersteine.eu/en/home/). L’inciampo non è fisico, ma visivo e mentale. Costringe chi passa ad interrogarsi su quella diversità, a ricordare quanto accaduto. Grazie ad un passaparola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano “Pietre d’Inciampo” in oltre 2.000 località tra Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina ed Ungheria. In Italia, le prime “Pietre d’Inciampo” furono posate a Roma nel 2010, a Milano nel 2017 ed attualmente se ne trovano a Bolzano, Brescia, Genova, Chieti, Gorizia, L’Aquila, Livorno, Meina, Merano, Milano, Novara, Ostuni, Prato, Premolo, Ravenna, Reggio Emilia, Siena, Stresa, Teramo, Torino, Venezia e Viterbo. Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig, che posa personalmente quasi tutte le “Pietre d’Inciampo”, ha fatto proprio un passo del Talmud: «Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome». Obiettivo della “Pietra d’Inciampo”, un inciampo emotivo e mentale, non fisico, è mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana dei deportati, la loro casa appunto, invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo ed in quella data. Per non dimenticare…
LE “PIETRE D’INCIAMPO”: IL SIGNIFICATO
Stolpersteine nasce da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, per contrastare l’oblio e le cattive memorie sulla tragedia delle deportazioni nazifasciste durante la Seconda Guerra Mondiale. L’episodio decisivo avviene a Colonia nel 1990, quando un cittadino contesta la veridicità della deportazione nel 1940 di 1.000 sinti della città renana, in occasione dell’installazione di un’opera scultorea per ricordarne la persecuzione. Da quel momento Demnig si dedica a costruire il più grande monumento diffuso d’Europa, attraverso l’installazione di “Pietre d’Inciampo”, sampietrini di piccole dimensioni, sui marciapiedi davanti alle abitazioni delle vittime delle persecuzioni naziste, qualunque ne fosse la ragione. L’incisione, sulla superficie superiore di ottone lucente, ne ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo della deportazione e data di morte, quando conosciuta. Un’iniziativa senza precedenti, che ha superato presto i confini della Germania, in virtù della sua originale funzione di stimolo alla coscienza collettiva in molti paesi europei. La caratteristica distintiva di Stolpersteine, rispetto a qualunque altro monumento dedicato all’Olocausto, è quella di creare, esattamente nello stesso luogo in cui abitò la vittima dello sterminio dei nazisti e dei loro alleati, quella che allo stesso tempo rappresenta una commemorazione personale ed un invito alla riflessione. Un semplice sampietrino quindi, come i tanti che pavimentano le strade delle nostre città, ma dalla forza evocativa senza precedenti, perché collocato davanti all’abitazione dei deportati: da lì sono stati prelevati, strappati ai loro affetti ed alle loro occupazioni, per essere uccisi senza ragione, finiti in cenere o in fosse comuni, privando così i familiari ed i loro discendenti persino di un luogo dove ricordarli. La piccola pietra di ottone chiama ciascuno
di noi che, parafrasando Primo Levi, «viviamo sicuri nelle nostre tiepide case e tornando a casa a sera troviamo cibo caldo e visi amici» a riflettere su quanto sia importante «ricordarsi di ricordare» ed a vigilare perché ciò che è accaduto non si ripeta.
Comitato per le Pietre d'inciampo della Provincia di Monza e Brianza
In occasione della Giornata della Memoria 2019, si è costituito il Comitato per le “Pietre d'inciampo” della Provincia di Monza e Brianza, fondato dai comuni di Cesano Maderno, Lissone e Seregno insieme all’ANED (Associazione Nazionale ex Deportati) e all’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Provinciale e l’Associazione Senza Confini di Seveso.
Il Comune di Lissone è fra i promotori del Comitato per le Pietre d'inciampo, costituitosi proprio allo scopo di mantenere viva la Memoria di tutti i deportati durante la Seconda Guerra Mondiale.
E la nostra Sezione lissonese dell’ANPI, che ha partecipato alle riunioni preparatorie, ha aderito.
Alcuni dati statistici riguardanti il nostro sito internet
Aumenta l’interesse per il nostro sito internet, che, oltre ad essere un mezzo per illustrare le attività della Sezione dell’ANPI di Lissone, dedica numerosi articoli alla storia d'Italia del Novecento e alla storia locale. Lo dimostra il numero di visitatori che lo hanno consultato nell’anno appena terminato.
Il sito contiene, ad oggi, 680 articoli, tra cui 100 dedicati alla storia locale lissonese, tutti corredati da numerose fotografie, immagini e documenti.
Concerto per Luca tra musica pensieri e ricordi
Sono passati alcuni mesi da quando Luca Schiano ci ha lasciati.
Faceva parte del direttivo della nostra Sezione ed era il più giovane dei soci dell’ANPI lissonese.
Conoscevamo il suo amore per la musica e avevamo anche avuto l’occasione di apprezzarne il talento musicale.
Dopo la sua prematura scomparsa, pensavamo di ricordarlo con un’iniziativa da tenersi nella nostra città.
Quando gli amici di Luca hanno manifestato la loro intenzione di dedicargli un concerto, subito hanno avuto il nostro sostegno nell'organizzare l’evento.
Il “Concerto per Luca, tra musica, pensieri e ricordi” avrà luogo a Palazzo Terragni, in piazza Libertà a Lissone, sabato 12 gennaio 2019 alle ore 21.
Nella serata alcune Band renderanno omaggio a Luca attraverso la musica.
Il concerto ha avuto il patrocinio e il contributo dell’Amministrazione comunale di Lissone.
Il direttivo della Sezione
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Sezione “ Emilio Diligenti “ di Lissone
Villa Magatti - piazzale S. Pertini - Lissone
indirizzo mail: anpilissone@libero.it
L'ANPI con i Sindaci che resistono costituzionalmente
3 Gennaio 2019
Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI a sostegno della decisione del Sindaco di Palermo di sospendere l'applicazione di una parte della legge sicurezza e immigrazione
«È un fatto molto positivo che alcuni Sindaci, per rispetto pieno della Costituzione, abbiano deciso di sospendere l'attuazione di quelle parti della legge sicurezza e immigrazione inerenti l'attività dei Comuni. Lo ha fatto per primo meritoriamente il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ed altri sindaci, altrettanto meritoriamente, stanno seguendo la sua strada. L'articolo 13 della legge nega al richiedente asilo in possesso del permesso di soggiorno la possibilità di iscriversi all'anagrafe e quindi di avere la residenza, impedendogli di conseguenza di usufruire di qualsiasi servizio, a cominciare dall'assistenza sanitaria. Migliaia e migliaia di persone, pur presenti legalmente nel nostro Paese, sono così giuridicamente cancellate. Ciò comporterà inevitabilmente il passaggio di gran parte di costoro all'illegalità, compromettendo ogni loro speranza e la sicurezza di tutti i cittadini. La coraggiosa decisione di Orlando e di altri Sindaci di non dare attuazione a tale articolo apre così anche sul terreno istituzionale quel percorso di resistenza civile che da tempo l'ANPI aveva auspicato non contro questo Governo in quanto tale, ma contro i provvedimenti che negassero i fondamentali diritti costituzionali ribaditi dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Se c'è un contrasto fra leggi e Costituzione, occorre che venga alla luce con chiarezza affinché la Corte Costituzionale possa pronunciarsi in merito. Ci auguriamo che ciò avvenga al più presto».
Carla Nespolo
Presidente nazionale ANPI
Roma, 3 gennaio 2019