Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

Lissone 2020 Pietra d'inciampo dedicata ad ATTILIO MAZZI

10 Janvier 2020 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Giorno della Memoria

alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)
alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)

alcuni momenti della cerimonia di posa della Pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi (Lissone 25 gennaio 2020)

Dal sito del Comune di Lissone

L’intervento del Sindaco

L'IMPORTANZA DELLA MEMORIA

Cari ragazzi,

come già accaduto nel 2019, anche quest'anno in occasione del «Giorno della Memoria - In ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti» a Lissone verrà posta la seconda Pietra d'inciampo.

Sapete di cosa si tratta? È una pietra delle dimensioni di un sanpietrino, munita di una piccola targa in ottone, sulla quale sono incisi il nome, l'anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la data di morte di chi non è più tornato dai campi di concentramento venendo deportato proprio dalla nostra Città.

Tutte le pietre d'inciampo sono realizzate dall'artista tedesco Gunter Demnig che ha scelto di posare questi simboli in tutta Europa, quale mezzo per ricordarci chi ha dato la vita per la libertà e a spronarci ad andare sempre oltre la soglia per difendere i diritti di tutti.

Vi invito a cercare le due Pietre d'inciampo posate a Lissone. Una si trova in via Dante, all'ingresso dello stadio "Luigino Brugola", l'altra in via Matteotti 8, non lontana dalla stazione e dal nostro Centro.

Le troverete inserite nell'asfalto, proprio dove si cammina. Sono pietre che non vi faranno inciampare fisicamente, ma vi vogliono indurre a riflettere.

Nel 2019, insieme a tanti vostri compagni, abbiamo posato la pietra in memoria di Mario Bettega; nel 2020 abbiamo scelto di ricordare Attilio Mazzi.

Sono nomi che imparerete a conoscere.

Era un calciatore Mario Bettega, un ragazzo che sicuramente non passava inosservato. Bello, atletico, sguardo vispo. Un talento cristallino. Col pallone fra i piedi, era capace di incantare, creare, divertire, fare goal. Forse, al giorno d'oggi, sarebbe diventato uno di quei "miti" di cui si comprano la maglietta con sopra il numero ed il nome stampato.

Attilio Mazzi era papà di 4 figli, aveva al suo fianco una moglie ed era un imprenditore nel settore del legno, pronto a scendere in piazza per difendere i diritti di tutti.

Entrambi, erano accumunati da ideali e valori ben saldi. Sostenevano l'importanza della libertà, del diritto all'uguaglianza, al pensiero, alla parola.

Pur vivendo a Lissone, probabilmente non si conoscevano di persona, ma sicuramente avevano sentito parlare l'uno dell'altro.

Eppure, le loro storie si sono incrociate improvvisamente una mattina di Primavera del 1944. Furono strappati alle loro famiglie e ai loro affetti, portati al carcere di Monza, poi a quello di San Vittore a Milano. Il 27 aprile 1944 giunsero, probabilmente insieme, al campo di concentramento di Fossoli.

Fecero quel viaggio drammatico forse proprio nello stesso vagone. Vennero trasferiti al campo di concentramento di Bolzano, dal quale partirono il 4 agosto con destinazione Mauthausen dove morirono di fame e di stenti.

A loro, la città di Lissone rende omaggio posando una pietra d'inciampo nei luoghi a loro più cari, dove giocavano e dove vivevano. Dove sognavano un futuro che la violenza ha cancellato per sempre.

Ecco perché oggi questi semplici sanpietrini color oro diventano un luogo importante per la nostra città, che rende indelebile il loro sacrificio.

Uno spazio che diventa occasione di memoria, di ricordo, di fronte al quale "inciampare" nei vostri pensieri.

Quando camminate per Lissone (ma non solo, ci sono Pietre d'inciampo in moltissimi Comuni vicino a noi!), guardate sempre se trovate una pietra che "luccica" e pensate alla storia che ci sta dietro.

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È stata una bella ed emozionante cerimonia.

Così si è svolta:

ore 09.45 - ritrovo

ore 10.00 - inizio cerimonia

- Esecuzione musicale di un brano con chitarra da parte di 6 allievi del Prof. Mariani Scuola Croce

-          Interventi:

-  ANED per Comitato Pietre d’Inciampo

-  Sindaco

-  Chiara Mafrica per spiegazione logo (vincitrice del concorso per l’ideazione del logo)

-  Parenti di Attilio Mazzi (lettura lettera)

-  ANPI Lissone

- Posa della pietra da parte dei quattro nipoti di Attilio Mazzi, in particolare di Andrea, con canti e sottofondo violino da parte di 15 ragazzi del circuito di Filippo Mussi

- Benedizione della pietra (Don Tiziano)

- Lettura testo bambini Scuola Farè

- Seconda esecuzione musicale di un brano con chitarra da parte di 6 allievi del Prof. Mariani scuola Croce

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nelle foto: La pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi e il Sindaco e Assessore alla Cultura nel momento del ricevimento della Pietra
nelle foto: La pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi e il Sindaco e Assessore alla Cultura nel momento del ricevimento della Pietra

nelle foto: La pietra d'inciampo dedicata ad Attilio Mazzi e il Sindaco e Assessore alla Cultura nel momento del ricevimento della Pietra

LE PIETRE D'INCIAMPO COSA SONO?

IL COMITATO per LE PIETRE D'INCIAMPO

Il Comune di Lissone, insieme ai comuni di Cesano Maderno e di Seregno, ed in collaborazione con l'associazione Senza Confini di Seveso, è stato nel 2019 fra i promotori e fondatori del Comitato per le Pietre d'Inciampo. Lo scorso anno la prima Pietra d'Inciampo fu posata in via Dante, all'entrata dello Stadio "Luigino Brugola", in memoria di Mario Bettega, partigiano deportato a Mauthausen. Nel 2020 hanno aderito al Comitato per le Pietre d'Inciampo anche altri 14 comuni della provincia di Monza e della Brianza.

LE ASSOCIAZIONI ADERENTI

  • CGIL MONZA BRIANZA
  • ANPI SEZIONE DI SEREGNO
  • CIRCOLO CULTURALE S. GIUSEPPE SEREGNO
  • COMITATO ANTIFASCISTA SEREGNO
  • RETE ASSOCIAZIONI LEGALITA’ E GIUSTIZIA SOCIALE SEREGNO
  • SEZIONE ANPI CESANO MADERNO
  • SEZIONE ANPI MEDA
  • SEZIONE ANPI BOVISIO MASCIAGO
  • SEZIONE ANPI BRUGHERIO
  • SEZIONE ANPI VILLASANTA
  • SEZIONE ANPI LISSONE
  • SEZIONE ANPI AICURZIO/BERNAREGGIO/CARNATE/RONCO BRIANTINO
  • CIRCOLO ACLI LEONE XIII SEREGNO
  • CISL MONZA E BRIANZA
  • ASSOCIAZIONE DARE UN’ANIMA ALLA CITTA’ SEREGNO
  • ASSOCIAZIONE DIVISIONE ACQUI MILANO/MONZA BRIANZA
  • ISTITUTO TECNICO PRIMO LEVI SEREGNO
  • LICEO UMANISTICO GIUSEPPE PARINI SEREGNO
  • I. C. I VIA DUCA D’AOSTA SCUOLA SECONDARIA SALVO D’ACQUISTO CESANO MADERNO
Lissone 2020 Pietra d'inciampo dedicata ad ATTILIO MAZZI

Chiara Mafrica, vincitrice del concorso, studentessa presso l'Istituto Meroni di Lissone, è l’autrice del logo.

L’opera è denominata La memoria non è per un solo giorno”.

Trattasi di un progetto che sintetizza in pochi segni essenziali le Pietre d’Inciampo, quali placche nella pavimentazione stradale, associandole immediatamente all’idea del binario ferroviario, quel Binario 21 della Stazione Centrale di Milano da cui sono stati tradotti i martiri di gran parte del nord Italia, il reticolato del lager.

Descrizione del progetto

Il logo sviluppato vuole rappresentare il ricordo dei deportati attraverso immagini che testimonino in modo immediato e diretto ciò che hanno vissuto, inoltre si intende raffigurare la forma delle pietre di inciampo .

L’elaborato presenta la forma quadrata delle pietre stesse, scomposta da linee trasversali bianche e tratti neri che “rompono” la composizione e vogliono rappresentare i binari del treno che trasportava i deportati nei campi di concentramento e di sterminio.

I tratti centrali neri conferiscono dinamismo al logo, mentre il colore delle forme ricorda l’ottone delle pietre.

Per l’immagine coordinata del manifesto è stato scelto di dare maggiore importanza al nome dell’evento, inoltre di inserire una forma squadrata con i bordi arrotondati che ricorda i tratti del logo nel quale è inserita l’immagine di un pavè.

Per il pieghevole è stato scelto di illustrare la storia di Gunter Demning, è stato ripreso il tema del manifesto e sono stati anche inseriti alcuni motivi grafici.

Per il sito internet è stato scelto di dedicare una pagina a ognuno dei deportati, infine il cartello segnaletico istituzionale riporta gli stessi motivi del pieghevole ed è stato pensato in formato cm. 40x40.

Tutti gli elaborati prediligono il colore del logo, simile all’ottone, con trasparenze differenti e varianti tonali.

Tutti i Comuni della provincia di Monza e Brianza in cui verranno posate delle "Pietre d’inciampo"

 

Lissone ricorda Attilio Mazzi, vittima dell'orrore nazifascista: il 25 gennaio la posa della pietra d'inciampo in via Matteotti 8.

 

Comunicato: dal sito internet del Comune di Lissone

Una pietra con una piccola targa in ottone, collocata in modo da sporgere dall'asfalto in prossimità del civico 8 di via Matteotti. Una pietra su cui «inciampare» per non dimenticare il passato.

Sulla targa, delle dimensioni di un sanpietrino, sarà visibile il nome di Attilio Mazzi, vittima dell'orrore nazifascista, morto nel campo di concentramento di Gusen il 9 aprile 1945.

In occasione del Giorno della Memoria, sabato 25 gennaio alle ore 10 il Comune di Lissone - insieme al Comitato per le Pietre d'inciampo della Provincia di Monza e Brianza e all'ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) - ricorderà Attilio Mazzi con una cerimonia pubblica che sarà solo il primo dei momenti promossi dall'Amministrazione Comunale e aperti alla cittadinanza per non dimenticare la tragedia del secolo scorso.

Alla cerimonia del 25 gennaio sarà presente Milena Bracesco, in veste di presidente del Comitato pietre d'inciampo, costituito l'anno scorso da Aned, Anpi, dai Comuni di Lissone, Cesano Maderno e Seregno e dall'associazione Senza confini di Seveso.

Il Comune di Lissone, allo scopo di mantenere viva la memoria di tutti i deportati durante la Seconda Guerra Mondiale, poserà la seconda pietra d'inciampo dopo quella posata lo scorso anno in memoria di Mario Bettega all'esterno dello stadio "Luigino Brugola" di via Dante.
Il programma della giornata di sabato 25 gennaio prevede alle ore 10 la posa della pietra d'inciampo nei pressi del civico 8 di via Matteotti.

 Per ricordarne la figura, sarà collocata una pietra d'inciampo realizzata dall'artista tedesco Gunter Demnig e munita di una piccola targa in ottone, della dimensione di un sanpietrino (10x10 cm) sulla quale sono incisi il nome, l'anno di nascita, la data e il luogo di deportazione e la data di morte.

Il programma delle attività in occasione del Giorno della Memoria 2020 proseguirà sabato 25 gennaio alle 21 a Palazzo Terragni con la proiezione del film di László Nemes "Il figlio di Saul", ad ingresso gratuito.

Lunedì 27 gennaio a Palazzo Terragni verrà rappresentato "Il lavoro rende liberi", spettacolo teatrale rivolto ai ragazzi delle classi terze medie dei 3 Istituti Comprensivi lissonesi a cura della Compagnia Teatro Instabile

Venerdì 31 gennaio alle 21 a Palazzo Terragni andrà in scena "Il segreto degli invincibili", spettacolo teatrale di Simone Dini Gandini per la regia di Manuel Renga, inserito nella rassegna "Lissone a teatro 2020".

Nel programma degli eventi proposti dal Comune di Lissone rientra anche l'iniziativa dal titolo "Ricordando Venanzio", in ricordo di Venanzio Gibillini, deportato nei lager di Flossenbürg e di Dachau, ad un anno dalla sua scomparsa. Proposto dall'Associazione Culturale GPG di Lissone per giovedì 16 gennaio (ore 21, Palazzo Terragni), il ricordo si snoderà attraverso testimonianze e la proiezione del docufilm "KZ", alla presenza della famiglia Gibillini e di tutto il cast del film. 

"Come già avvenuto lo scorso anno, la posa della pietra d'inciampo in memoria di Attilio Mazzi vuole essere un'ulteriore proposta alla città per condividere momenti di riflessione su eventi tragici che hanno sconvolto il Novecento - afferma il sindaco di Lissone, Concettina Monguzzi - il compito dell'Amministrazione Comunale deve, instancabilmente, continuare ad essere quello di operare al fine di sensibilizzare i cittadini e i giovani su fatti che hanno sconvolto il nostro passato, affinché questi non si ripetano mai più. Questa pietra, una volta posata, colpirà per il suo aspetto metallico, emergerà dal selciato circostante e ci colpirà per la dicitura dell'incisione. Sarà un intralcio alla nostra memoria, ci obbligherà a riflettere su chi ha perso la propria vita per difendere la libertà di tutti. E nel ricordare, come ho avuto modo di dire anche lo scorso anno, abbiamo una responsabilità personale: fare delle scelte con coscienza".

"Il percorso delle Pietre d'inciampo, iniziato nel 2019, si espande quest'anno a numerose realtà della Provincia di Monza e Brianza e conferma che per evitare che la tragedia delle deportazioni si ripeta occorre ricordare e soprattutto capire - afferma Alessia Tremolada, assessore alla Cultura del Comune di Lissone - il ricco programma di eventi promossi dal Comune di Lissone in occasione del Giorno della Memoria vuole abbracciare tutte le fasce di popolazione. La posa della pietra mi auguro sia un modo per far riflettere tutti coloro che ci inciamperanno, offrendo lo spunto per comprendere quanti siano i privilegi di cui godiamo e con quali fatiche siano stati raggiunti. Non da ultimo, mi piace ricordare come il logo identificativo del Comitato sia stato realizzato da una studentessa dell'istituto Meroni di Lissone, che ha vinto il concorso tra i licei del territorio".

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CHI ERA ATTILIO MAZZI

Come ricostruito dalla sezione lissonese "Emilio Diligenti" dell'ANPI, Attilio Mazzi nasce a Verona il 27 aprile 1885. Residente a Milano, sposato con Augusta Guaita, ha quattro figli: Alberto, Aldo, Alma e Alfredo. A Lissone aveva aperto uno stabilimento per la tranciatura del legno.

Il 25 luglio 1943, nella riunione del Gran Consiglio del fascismo, Mussolini è messo in minoranza: la caduta del regime è decretata. Il radiogiornale della sera informa gli italiani dell'accaduto.

L'indomani, Attilio Mazzi sfila per le vie di Lissone, innalzando un cartello con l'immagine di Badoglio, mettendosi a capo di un breve corteo. Percorre Via Sant'Antonio, attraversa Piazza Vittorio Emanuele III (l'attuale Piazza Libertà) sino alla Casa del Fascio, dove vengono strappate le immagini di Mussolini e distrutti i simboli del fascismo.

 

Lissone 2020 Pietra d'inciampo dedicata ad ATTILIO MAZZI
Lissone 2020 Pietra d'inciampo dedicata ad ATTILIO MAZZI

Passano 45 giorni e l'8 settembre 1943 l'Italia firma l'armistizio con gli Alleati. I tedeschi occupano nel giro di pochi giorni tutte le principali città del nord e del centro Italia.

Per il suo dichiarato antifascismo, Attilio Mazzi verrà arrestato. Inizia per lui il tragico viaggio verso i lager nazisti: prima il carcere di Monza, poi quello di San Vittore a Milano. Il 27 aprile 1944 giunge al campo di concentramento di Fossoli. Viene poi trasferito al campo di concentramento di Bolzano, dal quale parte il 4 agosto con destinazione Gusen, sottocampo di Mauthausen.

Sottoposto a lavori faticosi, resi ancor più pesanti dalla scarsa alimentazione, Attilio Mazzi muore a Gusen il 9 aprile 1945.

Lissone, 9 Gennaio 2020

La nostra Sezione lissonese dell’ANPI ha aderito al Comitato Pietre d’inciampo. Quella che verrà posata oggi è la seconda pietra in Lissone. Continueremo la posa di altre pietre nel corso dei prossimi anni, perché altri lissonesi hanno perso la vita nei campi di concentramento nazisti, durante la seconda guerra mondiale. Questo luogo potrà un domani essere una tappa di un percorso della Memoria nella nostra città.

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Considerazioni sulla lettera di Attilio Mazzi, indirizzata alla moglie dal campo di concentramento da Fossoli:

Lettera di Attilio Mazzi alla moglie da Fossoli
Lettera di Attilio Mazzi alla moglie da Fossoli

Lettera di Attilio Mazzi alla moglie da Fossoli

Vorrei sottolineare alcuni tratti della personalità di Attilio Mazzi che traspaiono dalla lettura della lettera indirizzata alla moglie nell’estate del 1944, quando si trovava nel campo di concentramento di Fossoli, campo di transito per la Germania.

Già dall’inizio della lettera si manifesta l’amore che lo lega alla moglie Augusta e nello stesso tempo la sua preoccupazione - “povera Nuccia” scrive- per il disagio che le aveva procurato per esaudire un suo desiderio. Augusta si era infatti recata a Fossoli a trovare il marito prigioniero nel campo – “avevo tanta voglia di vederti” continua Attilio nella sua lettera.

E subito dopo è preso da un momento di sconforto: “Ho il presentimento che non ti vedrò mai più”. Perché? Perché in quei giorni a Fossoli vi erano state delle esecuzioni sommarie (68 prigionieri erano stati fucilati. Tra di loro anche Davide Guarenti, monzese di nascita ma conosciuto a Lissone essendo stato vigile urbano nella nostra città).

Ma poi prevale la sua forza d’animo, le sue convinzioni, il suo spirito di convinto antifascista. “Non che abbia paura: tutt’altro te lo giuro. Se tu potessi immaginare solo in parte attraverso quali prove sono già passato senza mai tremare (allude ai pesanti interrogatori e alle minacce, se non alle percosse, a cui è stato sicuramente sottoposto dal momento del suo arresto).

E qui il suo animo indomito viene nuovamente alla luce: scrive infatti: “Qualunque cosa avvenga, tu dovrai essere fiera del nome che porti. Io non mi sono mai pentito di essere stato, e lo sarò sempre un vero italiano – lo dissi e lo ripetei ai miei inquisitori con la testa alta”.  Attilio ha la certezza di aver agito secondo le sue convinzioni ed è certo di essere stato dalla parte giusta, oppositore ad una dittatura per amore della libertà.

E poi vuole lasciare un messaggio da trasmettere ai figli, quando saranno cresciuti e potranno conoscere meglio, anche attraverso questo scritto, il loro padre, e comprendere il suo operato. “Ci tengo a ripetere perché tu lo possa un giorno dire ad Alberto, Anna, Aldo e Alma quando poverini saranno in grado di sapere e capire”.

La lettera termina con un velato presentimento di quello che potrebbe essere, e lo sarà, la sua fine. “Addio Ninuccia, coraggio e rassegnazione. In alto i cuori”. Attilio ha 59 anni. Pochi giorni prima del suo sessantesimo compleanno, muore per gli stenti subiti.

E quest’oggi desideriamo ricordarlo per la sua forza d'animo e, raccogliendo il suo invito, ci impegniamo a far conoscere il suo sacrificio alle nuove generazioni.

                                                                                                      Renato Pellizzoni

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Conosciamo le vicissitudini di Attilio Mazzi fino alla sua morte nel lager di Gusen, in Alta Austria. Gusen, teoricamente un sottocampo di Mauthausen, in realtà era molto più grande, con un numero di vittime più ampio e dove trovarono la morte anche moltissimi italiani.

Recentemente, nell'ottobre 2018, nei pressi del campo di concentramento sono stati trovati cenere e frammenti di ossa, denti, teschi. Oltre 6500 reperti, quasi sicuramente resti umani di deportati: ad affermarlo sono gli esperti che hanno analizzato il materiale scoperto. 

Tra il 1941 e il 1943, sorgeva nelle vicinanze una fabbrica di mattoni in cui venivano impiegati come lavoratori-schiavi i deportati di Gusen. Ad un certo punto questa fabbrica fu chiusa e venne usata come deposito per materiali legati alla produzione dei caccia Messerschmitt nelle gallerie di Gusen. In questo edificio ovviamente facevano lavorare i deportati. Non solo: lì accanto sorgeva anche un gigantesco forno. Questa fornace vicino alla fabbrica di mattoni è stata usata per la cremazione di esseri umani negli ultimi giorni del regime nazista. Sono numerose le testimonianze secondo le quali vi era l'ordine di portare i detenuti nei tunnel e di sterminarli lì, prima che arrivassero gli alleati. Il sospetto è che qui, nei tunnel di Gusen, i nazisti conducessero vere e proprie ricerche nucleari. Progetti nucleari con i quali il nazismo in rotta sperava di capovolgere i destini della guerra. Progetti dei quali gli alleati in arrivo non dovevano assolutamente venire a conoscenza.

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L'ideazione delle “Pietre d’inciampo” è del tedesco Gunter Demnig

"Pietra d'inciampo" posata lo scorso anno in memoria di Mario Bettega all'esterno dello stadio "Luigino Brugola" di via Dante

Tutte le iniziative per il “Giorno della Memoria” a Lissone

 

Lissone 2020 Pietra d'inciampo dedicata ad ATTILIO MAZZI

Pieghevole per il Giorno della Memoria 2020 a Lissone

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