Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

cittadini di LISSONE non tornati dal fronte russo (1943) - parte terza

13 Mars 2008 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #storie di lissonesi

(continuazione)


(dati forniti dall’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia)

Elenco parziale dei cittadini di LISSONE non tornati dal fronte russo (1943)

41       

Montrasio Aldo

17.09.22

2° btg. mortai

disperso

42       

Perego Antonio 

12.12.10  

54°rgt. fanteria

disperso

43       

Perego Eugenio

2.09.19

53° rgt. fanteria

disperso

44       

Pirola Giuseppe

15.08.14

278° rgt. fanteria

disperso

45       

Pozzi Augusto 

22.06.21

3° btg genio alpini

disperso

46       

Pozzi Pietro 

11.12.14

277° rgt. fanteria

disperso

47       

Sala Luigi  

23.02.18

rgt. Lancieri di Novara

disperso

48       

Santamaria Erminio

 16.01.22

rgt. genio ferrovieri

disperso

49       

Sironi Mario

4.12.16

rgt. Savoia Cavalleria

disperso

50    

Tarenghi Angelo

26.01.12

278° rgt. fanteria

disperso

51    

Teruzzi Angelo

10.10.22

 rgt. artigl. a cavallo

++ 10.06.43 lager Ak Bullak

52    

Trabattoni Luigi

25.02.22

54° rgt. fanteria

disperso

53    

Viganò Antonio

13.07.21

80° rgt. fanteria

disperso

54    

Volentieri Giuseppe

22.03.11

2° rgt. artigl. C.A.

disperso  24.12.1942

 

+ caduto o deceduto in seguito per ferite                                          ++ morto in prigionia


 



BILANCIO DELLA CAMPAGNA DI RUSSIA 

Nel marzo del 1943 i resti di quello che era l’ARMIR vengono rimpatriati e si fanno i primi conti delle perdite. La forza complessiva presente all’inizio dell’offensiva russa era di 220.000 uomini e, secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore, mancavano all’appello 84.830 uomini. Oggi, dopo approfondite indagini presso ciascun Comune e ciascun Distretto Militare, da parte dell’Ufficio dell’Albo d’Oro — Sezione del Ministero della Difesa che funziona da anagrafe di tutti i militari — il numero degli italiani che non hanno fatto ritorno dal fronte russo è di circa 100.000. Tenuto conto che circa 5.000 erano caduti per i fatti d’arme antecedenti al 15 dicembre, le perdite della ritirata sono di 95.000 uomini. Secondo i dati più recenti, desunti dalla documentazione esistente negli archivi russi, finalmente aperti ai ricercatori italiani, 25.000 sono morti combattendo o di stenti durante la ritirata e 70.000 sono stati fatti prigionieri.  Questi prigionieri furono costretti a marciare per centinaia di chilometri e poi a viaggiare su carri bestiame per settimane, in condizioni allucinanti, senza mangiare, senza poter riposare la notte, con temperature siberiane. Coloro che riuscirono a raggiungere i lager di smistamento — improvvisati, disorganizzati, con condizioni igieniche medioevali — erano talmente denutriti e debilitati che le epidemie di tifo e dissenteria ne falciarono ben presto la maggior parte. Siamo in possesso dei nominativi degli italiani deceduti nei lager, quasi tutti nei primi sei mesi del 1943. Solo nel 1945 ed in parte nel 1946. 10.000 sopravvissuti furono restituiti dall’Unione Sovietica.

 Rientro di soldati reduci dalla Russia

Dalla documentazione russa risulta la presenza di italiani in circa 400 diversi lager, quelli più tristemente famosi sono quelli di Tambov  - dove morirono circa 10.000 italiani -quelli di Miciurinsk, di Khrinovoje, di Tioìnnikov. 

dal sito internet  dell’Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia:

http://www.fronterussounirr.it/chisiamo.html

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