il significato della Resistenza per alcuni cittadini lissonesi
6 Mai 2008 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #storie di lissonesi
VENTICINOUESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
Di seguito sono riportate le dichiarazioni rilasciate dai membri del locale Comitato di Liberazione Nazionale e dal comandante militare del distaccamento della Brigata Garibaldina in occasione del venticinquesimo anniversario della Liberazione (1970).
Cittadini consapevoli che il dissolvimento della dittatura fascista avrebbe procurato alla nazione caos, disordini e reazioni incontrollate; cittadini non curanti del pericolo di esporsi all'ira della polizia nazifascista si cercarono, si parlarono, si compresero: unirono le forze, le capacità, "organizzazione dei partiti politici clandestini dando così vita ed inizio ai Comitati di Liberazione Nazionale ed ai Centri della Resistenza armata (Gaetano Cavina, nome di battaglia Volfango).
La Resistenza si attuò col sacrificio di quarantacinquemila partigiani per esprimere e realizzare l'aspirazione ad un rinnovamento dell'organizzazione politica nella libertà, unita alla giustizia sociale del sistema. Postulato questo sufficiente ad ottenere la pacifica convivenza di tutto il popolo in tutti i suoi strati. E' stato il nostro un ideale il cui raggiungimento è però ancora lontano (Agostino Frisoni, nome di battaglia Ottavio).
Per un cattolico, la spinta ideale per la lotta contro la tirannia e l'oppressione era, e sarà, il raggiungimento della vera libertà, premessa indispensabile alla giustizia ed alla pace.
Libertà che è conquista, non di un solo giorno, ma di ogni giorno (Attilio Gelosa, nome di battaglia Carlo).
La Resistenza fu anelito di libertà, fatto passionale, presa di coscienza per la conquista di una più alta dignità umana. Scaturì dalla volontaria partecipazione delle masse operaie e contadine contro l'oppressione; esse esercitarono un ruolo dirigente e trascinarono nella lotta l'intera popolazione. Fu in questa partecipazione e nell'unità di tutti i raggruppamenti del Corpo Volontari della Libertà che si deve riconoscere la forza vera e l'invincibilità del movimento partigiano.
Spetta ai giovani, alle nuove generazioni, trarre le conseguenze dai fatti ma se essi si ispireranno al valore umano della Resistenza non potranno fallire nella loro missione rinnovatrice (Riccardo Crippa, nome di battaglia Ettore)
Nell’immagine i membri del Comitato di Liberazione Nazionale e del primo Consiglio Comunale dopo la Liberazione
In primo piano da sinistra:
Leonardo Vismara, Attilio Gelosa, Gaetano Cavina, Agostino Frisoni e Giuseppe Parravicini
in seconda fila al centro, il Sindaco ANGELO AROSIO
appello del Sindaco ai Lissonesi (3 maggio 1945)
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