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Pio XII e il giudizio della Storia

9 Décembre 2008 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #episodi di storia del '900

Alla morte del Papa, nel 1958, Golda Meir rese omaggio al suo operato in aiuto agli Ebrei. Oggi il Memorial Yad Vashem condanna i suoi silenzi.

 

Si chiamava Eugenio Pacelli, prima di diventare Papa Pio XII.

Fu Nunzio apostolico a Monaco nel 1917. Qualche anno dopo negoziò un concordato tra la Chiesa e il nuovo regime nazista a Berlino. Germanofilo convinto, tanto che gli Italiani lo avevano soprannominato “il Tedesco” per il suo ruolo di instancabile sostenitore della revisione del Trattato di Versailles.

Il futuro Papa Pio XII si inseriva nella tradizione vaticana, che già sotto Benedetto XV, aveva tentato, nel 1917, di salvare dalla sconfitta gli Imperi Centrali, per una “pace bianca”. Il Vaticano aveva sempre avuto un debole per gli Asburgo. Inoltre, la minaccia comunista sovietica, dopo la Rivoluzione del 1917, rese ancora più cara al Papa la potenza tedesca.

Ma i nazisti non erano gli Asburgo ne gli Hohenzollern. I nazisti avevano una concezione del mondo, una “Weltanschauung”, che si ispirava ad un niceismo traviato, che vedeva nel cristianesimo una religione una religione di schiavi che “voleva purificare le sue brutture ebraiche”.

In un libro intitolato “Hitler mi ha detto”, apparso nel 1939, scritto da Hermann Rauschining, si leggono queste frasi sul cancelliere tedesco: “una gioventù violenta, impetuosa, intrepida, crudele ...é così che purificherà la razza dalle sue migliaia di anni di assoggettamento e di obbedienza …”.

L’uomo prende il posto di Dio, tale è semplicemente la verità. L’uomo è il dio in divenire. Il nazionalsocialismo è più che una religione: é la volontà di creare un Uomo nuovo. Si é cristiani o si é tedeschi; non si può essere tutti e due insieme. Il nazismo è un paganesimo.

Nel 1937 Pio XI fece conoscere il proprio pensiero nell’enciclica Mit Brennender Sorge, redatta con l’aiuto di Pacelli: “Chiunque consideri la razza o il popolo o lo Stato o i depositari del potere o tutti gli altri valori fondamentali della comunità umana e li divinizzi in un culto idolatrico, stravolge l’ordine delle cose create e ordinate da Dio”.

I nazisti, furiosi, censurarono il testo sulla stampa tedesca, un gesuita fu arrestato, i vescovadi di Rotterburg, di Friburgo e Monaco furono saccheggiati dalla Gioventù hitleriana.

La situazione dei cattolici tedeschi era delicata: alle elezione del 1932 le regioni cattoliche, Baviera, Palatinato, furono quelle in cui i nazisti ottennero il minor numero di voti.

Divenuto papa a sua volta, nel 1939, Pio XII seguì le orme del suo predecessore. Nel suo discorso di Natale del 1942, quando lo sterminio degli Ebrei era diventato sistematico, oserà solamente evocare “le centinaia di migliaia di persone che, senza alcuna loro colpa, ma unicamente in ragione della loro nazionalità o della loro razza, sono destinati alla morte o al deperimento”. I difensori di Pio XII notano la presenza del termine “razza”; i suoi detrattori denunciano la sua mancanza di coraggio.

 

Opere su Pio XII:

Le Vicaire (piece teatrale di Rolf Houchuth del 1963

Amen (film di Costa-Gavras del 2002)

Il Papa di Hitler (libro di John Cornwell)



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