La formazione del CLNAI (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia)
29 Septembre 2009 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Resistenza italiana
Mentre lo Stato italiano viene diviso in due e ogni giorno s'allarga di più la fenditura che divide il Nord dal Sud, minacciando paurosamente l'esistenza nazionale fin dalle fondamenta, ponendo in forse anche la conquista risorgimentale dell'unità, ha ancora un'assai debole voce il nuovo elemento che dovrà impedire colla sua azione il maturarsi di una tale rovina, il Comitato di liberazione nazionale. Sorto a Roma nelle giornate infuocate dell'armistizio, aveva superato d'un balzo, sotto la spinta degli avvenimenti, le divergenze fra le correnti politiche che erano in esso confluite. Era nato di getto come organo insurrezionale chiamando alle armi i cittadini di Roma, e aveva solennemente dichiarato, nella vacanza d'ogni potere, la propria natura e i propri compiti di governo straordinario. Da organo unitario dell'antifascismo s'era di colpo trasformato in organo d'unità nazionale.
Il primo CLN che assume i compiti di effettiva guida della lotta di liberazione per un'intera regione è quello di Torino. Sono vari i motivi che producono questa sua priorità: la sua stessa anzianità di costituzione (il Fronte nazionale di Torino fu il primo a costituirsi in Italia, nel 1942), la tradizione antifascista non solo operaia ma estesa ai gruppi borghesi più avanzati, il senso particolarmente radicato a Torino, punto di partenza per l'unità d'Italia nel Risorgimento, della « legalità» dello Stato e quindi della completa «illegalità» della pseudo-repubblica; insieme al passato, gli avvenimenti più recenti, il fatto che Torino per due volte nel marzo e nel novembre '43 ha dato il segno della riscossa operaia. Tutto ciò confluisce nell'attribuire al CLN piemontese, fin dal suo esordio, i lineamenti di un vero e proprio «governo di guerra» già ramificato fin dal settembre nei suoi vari settori: comitato generale e comitato esecutivo, comitato militare, finanziario, stampa e propaganda, per gli approvvigionamenti.
D’altro canto al principio del 1944 arriva definitivamente in porto anche la questione dei poteri del CLN per l'Alta Italia. Già il CLN lombardo si è guadagnato di fatto la propria autorità, estendendo la propria sfera organizzativa sino a Firenze.
Alla fine di gennaio la questione è definitivamente risolta con la lettera inviata dal CLN di Roma a quello di Milano con la quale, nella prospettiva d'una imminente liberazione della capitale e d'una separazione dell'Italia settentrionale dal resto del paese, il CLN lombardo viene investito dei poteri di «governo straordinario del Nord», rappresentante già fin da questo momento del «nuovo governo democratico»
Nella lettera il CLN centrale afferma che ormai è divenuto suo « primo compito» quello di promuovere e dirigere la partecipazione popolare alla battaglia per la liberazione di Roma e precisa che anche per il Nord «la lotta deve avere come sbocco finale l'insurrezione generale contro l'occupante ».
Nasce così il CLNAI che nella prima e importante mozione stabilisce:
«Il nuovo sistema politico sociale ed economico non potrà essere se non la democrazia schietta ed effettiva. Del governo di domani il CLN è oggi una prefigurazione» e riafferma «l'unità del patto di riscossa e di rinnovamento democratico che lega i cinque partiti. Chi opera contro l'unione di essi opera contro il paese».
Si tronca così con questo documento ogni tentativo interno di scindere la Resistenza.
Il CLN di Milano, in seguito trasformatosi in CLNAI, era originariamente (settembre I943) composto dai liberali Arpesani e Casagrande, dai comunisti Li Causi e Dozza, dagli azionisti Albasini Scrosati e Parri, dai socialisti Veratti (poi deceduto) e Viotto, dai democristiani Casò e Enrico Falk, sotto la presidenza dell'indipendente Alfredo Pizzoni. Successivamente il Comitato ebbe a subire le seguenti modifiche: per il PLI, ad Arpesani si aggiunsero Anton Dante Coda e Filippo Jacini; per il PC, Dozza si recò in Emilia e a Li Causi si aggiunsero Sereni e Longo che ben presto passò al CVL; per il PdA, Parri passò al CVL e ad Albasini si aggiunsero Lombardi e Valiani; per il PSIUP si aggiunsero Marzola, Pertini, Morandi; per la DC, Casò fu sostituito da Marazza a cui si aggiunse anche Augusto De Gasperi. La presidenza del CLNAI restò a Pizzoni sin quasi alla Liberazione, poi passò a Morandi.
Alfredo Pizzoni presidente del CLNAI
bibliografia:
“Storia della Resistenza italiana” di Roberto Battaglia Einaudi 1964
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