Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

La costituzione del CVL Corpo Volontari della Libertà (9 giugno 1944)

30 Septembre 2009 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Resistenza italiana

La Resistenza nel maggio 1944 è in rapida ascesa, cammina speditamente; ha dietro di sé la raggiunta « unità nazionale» che, stabilita nel le sue forme legali nel lontano regno del Sud, agisce sempre più in profondità nel territorio occupato dai nazifascisti. Il CLNAI già si considera a tutti gli effetti rappresentante del governo legittimo. In questa nuova fase si prospetta il problema dell'unificazione del Comando delle forze partigiane, la necessità di dare un assetto definitivo o un nuovo assetto sul piano politico e organizzativo agli organi militari sia al centro, sia alla periferia.

Finché i partigiani erano ancora forze disperse, non collegate fra di loro, finché ogni banda agiva isolatamente ognuna nel suo settore, il CLN aveva limitato la sua opera a quel controllo e a quell'aiuto generico che poteva essere fornito dalle sue Giunte militari, organizzate pariteticamente con la rappresentanza dei cinque partiti. Ora la situazione è mutata o va mutando rapidamente: le bande si vanno trasformando in reparti sempre più grossi, si va passando un po' ovunque dal distaccamento d'una trentina d'uomini al battaglione e da questo alla brigata.

Il 9 giugno 1944 si costituisce il «Comando generale per l'Italia occupata del Corpo volontari della libertà».

distintivo riconoscimento CVL

Il Comando generale è diviso in più sezioni (assistenza, operazioni, informazioni e controspionaggio, aviolanci, trasporti e collegamenti, prigionieri alleati, falsi). Della sezione più importante, la sezione operazioni, sona responsabili Ferruccio Parri e Luigi Longo, coadiuvati da un tecnico militare. Il dirigente azionista e quella comunista occupano così in seno alla struttura collegiale del Comando una posizione preminente che rispecchia, oltre che il loro prestigio personale, il rapporto di forza che s'è consolidato alla periferia (ove le brigate garibaldine e le brigate GL sono le più consistenti e numerose).


 

Ecco le prime direttive del CVL alla periferia:

«Il Comando generale per l'Italia occupata, pur non presumendo di dirigere le azioni delle varie unità, nell'autonomia e nell'iniziativa delle quali riconosce un elemento di quella rapidità e agilità che devono caratterizzare l'azione partigiana, farà opera però affinché le singole azioni siano sempre più dirette verso un movimento d'insieme, organizzato secondo i migliori criteri dettati dall'esperienza. Farà avere a questo proposito a tutti i Comitati e Comandi dipendenti delle istruzioni soprattutto per quanto riguarda la preparazione organizzativa tecnica della insurrezione nazionale ... »

bibliografia
“Storia della Resistenza italiana” di Roberto Battaglia  Einaudi 1964


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