Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

Cronologia: gennaio 1937 - aprile 1938

25 Janvier 2011 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #il fascismo

Il fascismo trionfante (gennaio 1937-aprile 1938)

 

Particolare rilievo, per il suo valore "esemplare," assume in questo periodo il comportamento dei Paesi democratici nei confronti del fascismo.

Al riguardo, occorre rammentare, innanzitutto, lo stillicidio dei riconoscimenti dell'Impero che annullano e capovolgono la sia pur sterile posizione di condanna assunta dai 52 Paesi sanzionisti nel novembre '35. Abolite le sanzioni nel luglio '36, il primo Paese che riconosce l'Impero è la Germania, nell'ottobre successivo. Seguono, nel novembre, Austria e Ungheria; nel dicembre Cile, Giappone, Svizzera; nei primi mesi del '37, Olanda, Romania, Lettonia, Polonia, Cecoslovacchia, Brasile, ecc.; un anno dopo, i Paesi che hanno riconosciuto l'Impero, sono poco meno di cinquanta.

 

L'intervento in Spagna

In quello stesso periodo prosegue, la commedia (che fu poi una tragedia) del "non-intenvento" in Spagna. Ecluse l'URSS e la Francia del "fronte popolare," gli altri Paesi, a cominciare dall'Inghilterra, simulano di voler impedire, per mezzo di lunghe e oziose trattative, interventi stranieri nel conflitto spagnolo. In realtà è perfettamente noto, al Foreign Office come nelle altre Cancellerie, che dalla parte dei repubblicani scendono in campo autentici volontari (il cui apporto è più una testimonianza di fede che un contributo militare) mentre, in appoggio a Franco, Mussolini e Hitler mandano aerei, cannoni e truppe regolari.

legione Condor per guerra Spagna

È, comunque, sintomatico che il periodo durante il quale Mussolini perpetra sfacciatamente. l'aggressione alla Spagna “rossa" si trova chiuso tra due avvenimenti diplomatici che consacrano la complicità - almeno, la cecità - dell'Inghilterra: il gentlemen's agreement siglato a Roma il 2 gennaio '37 e il "patto di amicizia tra i due Imperi" stipulato il 15 aprile '38, con il quale si definiscono le rispettive zone di influenza nel Medio Oriente.

Tale compiacenza inglese favorisce lo sviluppo della politica estera fascista, volta a far assumere all'Italia un ruolo egemonico nel Mediterraneo, in Africa e nella regione danubiano-balcanica, come è provato dalla intensificazione dei rapporti diplomatici, nel corso del '37, tra Roma e Vienna, Budapest, Belgrado, Tirana, dal viaggio di Mussolini in Libia, che si fa consegnare la spada di “protettore dell'Islam" nel marzo '37 e dal massiccio intervento militare in Spagna.

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Non è privo di interesse notare, intanto, che Berlino limita il proprio appoggio a Franco ad un intervento di qualità (che serve soprattutto a collaudare l'aviazione da guerra tedesca), lasciando a Roma l'onere di una partecipazione che completa l'usura dell'apparato militare italiano già provato dalla campagna d'Etiopia.

Secondo notizie attendibili, l'Italia, consumò nella "campagna di Spagna" circa mille cannoni e mille aerei, nonché 14 miliardi di lire al valore del '37-'38 uscendone, nell'estate '39, in condizioni di grave menomazione che la rendevano il Paese relativamente più debole d'Europa.

Se perfino da questo punto di vista (cioè, da un punto di vista fascista) l'intervento in Spagna si risolse in un grossolano errore, non meno serie e decisive furono le sue conseguenze nei riflessi dell'opinione pubblica, in seno alla quale si operò una lacerazione che, poco dopo, la più stretta alleanza con la Germania e il razzismo resero anche più profonda.

Occorre qui rammentare due circostanze di segno opposto.

Da un lato accadde che, a frenare il sentimento di rivolta dell'opinione pubblica, intervenne la propaganda cattolica, la quale mai come in occasione della Spagna si era impegnata a sostenere una così scoperta impresa, aggressiva con argomenti da "crociata ideologica".

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D'altro canto e malgrado che la stampa d'ispirazione vaticana gareggiasse ogni giorno con i grandi quotidiani di informazione e con quelli del partito nell'aizzare l'opinione  pubblica contro i "rossi" (spesso in base a veri e propri falsi di documenti e di fotografie), accadde anche che, proprio in quel tempo, si diffuse la pratica di ascoltare le radio straniere: quelle di Madrid e di Barcellona, innanzi tutto, e poi Londra, Mosca e alcune trasmittenti che si dicevano clandestine come "Milano Libertà" e "Italia Libertà”.

Per questo nel venire a una rapida rievocazione delle notizie che gli italiani conobbero in quei quindici mesi, mi è parso indispensabile registrare, insieme alle prime "voci" che, allora, cominciarono a circolare anche fuori degli ambienti iniziati, tra la gente, comune, alcune informazioni provenienti dall'ascolto di radio straniere, contro il quale il regime si impegnò in una battaglia furibonda che, tuttavia, perse.

 

 

Le ragioni dello smarrimento e dello sconforto

6 gennaio '37. Gli Stati Uniti dichiarano la propria rigorosa neutralità nel conflitto spagnolo.

30 gennaio '37. Hitler espone al Reichstag le rivendicazioni coloniali tedesche, che la stampa italiana trova fondate e commenta come una via d'uscita per garantire l'equilibrio europeo.

8 febbraio '37. Cade Malaga, per opera dei volontari italiani. Inizia l'offensiva franchista nei Paesi Baschi. La caduta di Madrid seguita a essere data come imminente dalla stampa italiana.

9 febbraio '37. Il card. Ascalesi celebra nella Cattedrale di Napoli un rito in favore di Franco e delle sue forze.

Fine febbraio '37. Inghilterra, Francia, URSS, Italia e Germania si accordano per vietare, qualsiasi intervento di volontari in Spagna. (In questo momento l'Italia ha in Spagna più di 50.000 volontari, la Germania alcune migliaia di specialisti, soprattutto aviatori. Dalla parte repubblicana, sono affluiti dalla Francia diverse migliaia di autentici volontari, di varie nazionalità, tra cui molti italiani.

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19 febbraio '37. Ad Addis Abeba un attentato ha ferito il viceré Graziani e provocato diverse vittime. Si parla di feroci rappresaglie.

26 febbraio' 37. Il “ribelle" ras Desta, catturato in Etiopia, è passato immediatamente per le armi.

 

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dal “Giornale della classe” di una scuola elementare di Lissone

 

2 marzo '37. Il Gran Consiglio decide: 1) la militarizzazione di tutti i cittadini in età dai 18 ai 55 anni; 2) la solidarietà a Franco; 3) il consolidamento dei rapporti con la Germania; 4) il conseguimento di un'intesa con l'Inghilterra che “chiarisca tutti i problemi esistenti tra i due Imperi”; 5) l'autarchia.

5 marzo '37. Il Gran Consiglio fissa le direttive per l'incremento demografico: vantaggi e premi per le famiglie numerose; soppressione dei comuni e delle provincie che riveleranno una seria decadenza demografica.

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Seconda metà marzo '37. Dopo vari giorni di notizie incerte e reticenti, si apprende che le forze fasciste in Spagna hanno subito una pesante sconfitta a Guadalajara, con gravi perdite e notevole numero di prigionieri catturati dai “rossi”.

Fine marzo '37. Si parla di inasprimenti polizieschi in atto, specie per cogliere gli ascoltatori di radio straniere e clandestine. Voci di. arresti in Lombardia, Veneto e Emilia.

23 marzo '37. Mussolini pronuncia un violento discorso, prendendosela soprattutto con la stampa straniera che esalta la vittoria "rossa" di Guadalajara e, ammonendo gli italiani ,a "tenersi pronti".

25 marzo '37. Ciano firma un accordo politico e militare con la Jugoslavia.

Inizio aprile '37. Il ministero della Cultura Popolare, a causa della deficienza di carta, vieta la pubblicazione di nuovi giornali e periodici.

11 aprile '37. Il fascista Degrelle ottiene una buona affermazione elettorale in Belgio.

14 aprile '37. Il Consiglio dei ministri decide l'istituzione della "cultura militare" nelle scuole.

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Metà aprile '37. Il Comitato corporativo centrale decide un nuovo aumento delle retribuzioni (dal 10 al 12% per i salari e l'8% per gli stipendi statali), nonché altri miglioramenti come gli assegni familiari.

18 aprile '37. Le quattro provincie libiche entreranno a far parte integrante del territorio nazionale.

Fine aprile '37. Secondo voci degli ambienti fascisti, sarebbero in corso trattative con Franco per ottenere che, in caso di vittoria, la corona di Spagna sia offerta al re d'Italia o, in via subordinata, al Duca d'Aosta. Si apprende, intanto, via radio, che negli ultimi giorni del mese aerei tedeschi hanno compiuto feroci, bombardamenti sulle cittadine basche di Guernica, Durango e Elgueta. La stampa italiana si diffonde nel riferire contrasti e conflitti tra comunisti e anarchici nella Spagna "rossa".

22 aprile '37. Mussolini si incontra con il cancelliere austriaco Schuschnigg a Venezia. Non si conosce il reale contenuto dei colloqui, ma si dice che il duce abbia sollecitato l'ospite alla "moderazione" nei riguardi di Berlino.

26 aprile '37. Goering giunge a Roma e ha con Mussolini un colloquio di tre ore, di cui pure non si hanno notizie particolareggiate.

5 maggio '37. Giunge a Roma: anche il ministro degli Esteri tedesco, von Neurath, che ha numerosi incontri con Ciano.

Metà maggio '37. La situazione internazionale appare inasprita. A seguito delle polemiche di stampa in corso, Roma decide di vietare l'ingresso in Italia di giornali inglesi e di richiamare da Londra tutti i corrispondenti di giornali italiani.

Durante la celebrazione del 1° annuale dell'Impero, Mussolini decora i vessilli dei reparti combattenti in Spagna, che ricevono la benedizione del Vescovo castrense. È la prima volta che l'intervento fascista in Spagna trova riconoscimento in una manifestazione ufficiale.

19 maggio '37. Dopo lungo e aspro combattimento Bilbao è evacuata dai repubblicani. Si costituisce, nella Spagna repubblicana, un nuovo governo presieduto da Negrin, che decide di prendere sede a Barcellona.

20-24 maggio '37. I sovrani d'Italia rendono al reggente Horty la visita dello scorso anno, recandosi in Ungheria.

29 maggio '37. Hitler pronuncia un minaccioso discorso nel quale afferma, tra l'altro, che la “Germania è ormai in grado di difendere il proprio onore e la propria sicurezza”.

Fine maggio '37. Nel corso di un bombardamento aereo della base di Maiorca da parte dell'aviazione repubblicana sono affondate la nave italiana " Barletta" e l'incrociatore tedesco "Deutschland". Forze navali tedesche effettuano un violento bombardamento di rappresaglia ad Almeria.

Ponendo fine a una lunga e grottesca pantomima, Italia e Germania si ritirano dagli organismi di controllo per il non intervento.

Metà giugno '37. Si ha notizia dell'uccisione dei fratelli Rosselli in Francia. La stampa fascista, seguendo una ispirazione di Giovanni Ansaldo, direttore de Il Telegrafo, ne attribuisce la responsabilità ai fuorusciti. Il delitto suscita viva impressione nell'opinione pubblica italiana, anche fascista.

 

La doccia scozzese

8 luglio '37. Si ha notizia di una offensiva repubblicana sul fronte centrale: Brunete, Quijorna e Villanueve sono state liberate.

20 luglio '37. Situazione tesa anche in estremo oriente: il Giappone ha attaccato la Cina.

Fine luglio '37. Nuovi. tentativi diplomatici per il ritiro dei volontari dalla Spagna falliscono per l'opposizione italotedesca.

21 agosto '37. Al termine d'un trionfale giro in Sicilia, Mussolini annuncia·a Palermo l'attacco al latifondo. Durante il discorso afferma che l'asse Roma-Berlino è ormai “una realtà incontrovertibile", ma assume un tono conciliante verso l'Inghilterra. Molte vane congetture si fanno su questo mutato atteggiamento.

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25 agosto '37. Truppe italiane espugnano Santander. La vittoria è celebrata dalla stampa con molto chiasso ed è contrapposta alla bruciante sconfitta del marzo, a Guadalajara.

Agosto-settembre '37. Proseguono, nel corso dell'estate, “misteriosi" siluramenti nel Mediterraneo ad opera di sottomarini fantasma (notoriamente italiani e tedeschi).

In Cina, i giapponesi avanzano e effettuano micidiali bombardamenti aerei su Schangai, Nanchino e numerose altre città.

Tra Berlino e Roma si instaura una singolare gara al “più antibolscevico". In una spettacolare adunata di dirigeriti nazisti a Norimberga, Hitler proclama, il 7 settembre, rivolgendosi alle democrazie “imbelli e cocciute", che la Germania è “l'unico baluardo contro il bolscevismo". Il 9 settembre Mussolini fa affluire a Roma 100.000 .gerarchi e pronuncia “un forte discorso contro il bolscevismo".

Alla fine, i due dittatori si mettono d'accordo, in occasione del viaggio effettuato da Mussolini in Germania dal 24 al 29 settembre. Nel suo corso, il duce pronuncia, davanti a un milione di berlinesi, il “discorso del Campo di Maggio" per asserire che un “fronte compatto di 115 milioni di uomini" è ormai schierato contro il bolscevismo e i suoi manutengoli. Con oltre cento inviati, la stampa fascista celebra l'avvenimento come uno dei più importanti del secolo.

Ottobre '37. Tutte le forze giovanili del regime, a partire dal 28 ottobre, saranno inquadrate militarmente dalla GIL.

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Per quanto riguarda la Spagna, gli ultimi tentativi di accordo internazionale per il non-intervento sono stati rotti agli inizi del mese. Intanto, con la caduta di Gijon, il fronte “rosso" del Nord è stato eliminato e l'intera regione è in mano alle “forze anti-bolsceviche".

6 novembre '37. È siglato tra Roma, Berlino e Tokio il patto antikomintern.

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9 novembre '37. Il comando giapponese in Cina annuncia il completo accerchiarnento di Schangai.

11 dicembre '37. I romani sono convocati a piazza Venezia: Mussolini annuncia trionfalmente che l'Italia ha deciso di abbandonare la Società delle Nazioni. (All'entusiasmo ufficiale, si accompagnano commenti negativi e allarmanti. Circolano insistentemente voci che anche diversi gerarchi sarebbero contrari all'eccessivo infeudamento alla Germania).

13 dicembre '37. I giapponesi hanno occupato Nankino.

Fine dicembre '37. I repubblicani hanno iniziato una forte offensiva in direzione di Teruel, che riconquistano il 23.

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Il tragico e il grottesco

La battaglia del grano battaglia-del-grano.jpg battaglia-del-grano-2.jpg la-battaglia-del-grano.jpg

10 gennaio '38. Sessanta vescovi e duemila parroci "benemeriti della battaglia del grano" convengono a Roma, dove sono accompagnati a rendere omaggio al Milite Ignoto e al sacrario dei martiri fascisti. Ricevendoli a Palazzo Venezia, Mussolini li arringa con fiere parole, esaltando la potenza demografica dell'Italia, "baluardo della cristianità contro il bolscevismo".

Inizi gennaio '38. Mentre la stampa fascista trasferisce le corrispondenze dalla Spagna in ultima pagina, le radio spagnole comunicano che la battaglia di Teruel è costata alle forze franchiste oltre 30.000 uomini.

13 gennaio '38. Austria e Ungheria si dichiarano pienamente solidali con la politica dell'asse e riconoscono il governo di Burgos.

Fine gennaio '38. Da tre settimane l'aviazione italiana e tedesca bombardano sistematicamente Barcellona. Le radio spagnole parlano di migliaia di vittime tra la popolazione civile.

febbraio '38. In occasione dell'annuale parata della milizia, i reparti sfilano al passo dell'oca. Il re e Badoglio, che si sarebbero opposti tenacemente all'innovazione, assistono alla sfilata dando segni di compiacimento. È reso noto che il nuovo passo sarà adottato da tutte le forze armate.

4 febbraio '38. Si apprende da Berlino che un vasto rimaneggiamento è stato operato nelle alte gerarchie naziste: il ministro degli Esteri Von Neurath è sostituito con il “duro" Ribbentrop e il ministro della Guerra Fritsch con Blomberg. (Secondo alcuni, parrebbe che si sia scoperto un complotto militare anti-nazista, in cui lo stesso Fritsch sarebbe stato implicato. Si dice che circa 200 ufficiali superiori si troverebbero agli arresti).

Inizio febbraio '38. Si apprende che la polizia francese ha tratto in arresto gli assassini dei fratelli Rosselli, tutti membri di un'associazione segreta di estrema destra. (Indiscrezioni “segretissime" ma assai diffuse assicurano che l'eliminazione dei Rosselli sarebbe stata “commissionata" dal controspionaggio italiano).

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Fine febbraio '38. I franchisti hanno sferrato una controffensiva sul fronte di Teruel, rioccupata il 22.

Meta marzo '38. L'attacco franchista si estende all'Aragona. La situazione sembra volgere decisamente a sfavore dei repubblicani, che oppongono una estrema resistenza a Caspe.

Le forze franchiste sarebbero penetrate per oltre 80 km nell'Aragonese, a prezzo di duri combattimenti. Lo stesso gen. Bergonzoli è stato ferito. (Le solite voci riferiscono che l'offensiva sarebbe stata preceduta da una epurazione dei legionari italiani, tra i quali da mesi serpeggiava vivo malumore: circa duemila "volontari" sarebbero stati rimpatriati e, all'arrivo nei porti italiani, tratti in arresto).

Intensificati i bombardamenti terroristici dell'aviazione fascista su Barcellona: nella sola giornata del 18 marzo, secondo le radio spagnole, avrebbero causato oltre mille morti e tremila feriti tra la popolazione.

Il presidente Negrin rivolge un appello al mondo e chiede agli spagnoli altri centomila volontari per arginare l'offensiva franchista.

23 marzo '38. I franchisti riescono a varcare l'Ebro e avanzano verso il mare.

27 marzo '38. I franchisti entrano in Catalogna.

1° aprile '38. L'estrema difesa dei repubblicani a Lerida è infranta dalle forze franchiste.

9 aprile '38. Anche a Tolosa la resistenza repubblicana è sopraffatta dalla schiacciante superiorità degli attaccanti. La stampa fascista annuncia che, con la caduta di questa città, il 65% del territorio spagnolo è controllato dalle "forze nazionali".

10 aprile '38. Il governo di fronte popolare presieduto da Leon Blum si dimette a Parigi. La stampa fascista annuncia che reparti repubblicani in rotta avrebbero varcato i Pirenei e cercato rifugio in Francia.

15 aprile '38. I franchisti raggiungono la costa mediterranea, spezzando in due il territorio controllato dai repubblicani.

In questo medesimo giorno, mentre sia dai trionfali annunci della stampa fascista che dai disperati appelli delle radio Barcellona e Madrid si ha netta la percezione che la tragedia del popolo spagnolo sta per compiersi, l'ambasciatore inglese a Roma Drummond firma, con Ciano, un accordo in base al quale le due potenze si impegnano al mantenimento dello status quo nel Mediterraneo, allo scambio di informazioni militari, a rinunciare alla propaganda ostile tra le due parti e, da parte italiana, si danno garanzie di non avere mire territoriali, politiche o economiche nella penisola iberica e di aderire al progetto inglese per il ritiro dei volontari stranieri dalla Spagna.

 

 

Bibliografia:

Ruggero Zangrandi - Il lungo viaggio attraverso il fascismo - Garzanti 1971

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