Evelino Mazzola, uno degli “schiavi di Hitler”
21 Mars 2009 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #storie di lissonesi
Quand'ero in prigionia qualcuno m'ha rubato il mio passato, la mia migliore età.
Domani mi alzerò e chiuderò la porta sulla stagione morta e mi incamminerò.
Boris Vian, 1956
Faceva parte dei 600.000 soldati italiani noti tristemente come gli schiavi di Hitler. Sono coloro che, dopo l'8 settembre del 1943, furono deportati in Germania e messi ai lavori forzati per contribuire alla produzione bellica nazista. Classe 1919, Evelino Mazzola era originario di Curtatone, in provincia di Mantova, ma lissonese dall’età di dieci anni.
Falegname prima e operaio dell'Incisa poi, Evelino Mazzola ha vissuto la guerra dal primo all'ultimo giorno. Faceva parte, infatti, delle truppe avviate al confine con la Francia (al Colle della Maddalena) dopo la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940.
Nonno Evelino (così era simpaticamente chiamato dai tanti che lo conoscevano), ci aveva raccontato: «Una guerra, quella con la Francia, che è durata solo quindici giorni, ma che ha provocato tanti morti. Io fortunatamente non ero tra quelli. Sono quindi rientrato in Italia e destinato al 120o battaglione artiglieria leggera motorizzata, a Padova; guidavo le jeep. Il 4 febbraio 1941 sono stato destinato a partecipare alla campagna di Russia».
Un viaggio terribile, in treno, fino all'Ucraina. E in inverno si toccano anche i 30 gradi sotto zero. «Devo la vita al mio fisico. Ero un ragazzo prestante. Molti miei commilitoni, invece non sono tornati, uccisi dal freddo ma anche dalla fame».
E' il febbraio del 1943 quando Evelino, insieme a pochi altri, viene circondato dai partigiani russi in un paesino, Paulgrest. Resiste strenuamente e riesce a salvarsi. Un gesto che gli vale appunto la Croce al merito. Riesce a sopravvivere durante la ritirata dalla Russia. Ma il peggio deve ancora arrivare.
Di lì a pochi mesi si troverà, infatti, a vivere in prima persona un altro degli eventi che hanno segnato le sorti dell'Italia in guerra. E' infatti l'inizio di luglio del 1943 quando viene destinato alla Sicilia. «Mi avevano mandato lì per un po' di riposo dopo la Russia. Ed invece nemmeno il tempo di arrivare e mi trovo reclutato dalla contraerea tedesca per respingere l'assalto degli Alleati. La mia batteria è stata distrutta, ma anche in quel caso mi sono salvato».
Attraversa lo stretto di Messina su un’imbarcazione di fortuna; dopo aver percorso centinaia di chilometri a piedi, mangiando frutta presa dagli orti, giunge a Caserta.
«Arriva l'8 settembre e il nostro comandante, che era un fascista, mi ha fatto prendere dai tedeschi. Sono stato fatto prigioniero il 13 settembre 1943 e portato in Polonia in un lager». Dopo quaranta terribili giorni, in cui lotta disperatamente contro la fame, avviene il trasferimento in Prussia Orientale, a Lodzen. Ed è qui che Evelino Mazzola entra a far parte della schiera dei cosiddetti “schiavi di Hitler”, lavorando per la produzione bellica tedesca.
«Pesavo 62 chili e sono arrivato a pesarne anche 48. Tutti i giorni molti miei compagni morivano di fame e stenti. Poi, finalmente, nel febbraio del 1945 sono arrivati i Russi a liberarmi». Dovranno, però, passare altri otto mesi (tanto è durata l'attesa prima che fosse completato il ripristino delle linee ferroviarie) prima che Evelino possa rientrare a Lissone.
Si riteneva fortunato: parecchie volte aveva visto morire tanti suoi compagni in Russia e nel lager nazista.
Quella di Evelino Mazzola è stata, per Lissone, una delle ultime testimonianze dirette dell'inferno della Seconda Guerra Mondiale e della tragedia delle deportazioni. In diversi incontri con gli studenti delle scuole della nostra città aveva raccontato le sue terribili vicissitudini. In modo semplice, ricostruendo i fatti con grande lucidità, con una ricchezza di particolari dovuti alla sua sorprendente memoria, sapeva attrarre l’attenzione dei giovani che esortava a studiare la storia per comprendere quanto sia importante vivere liberi e in pace, in un paese democratico e non sotto un regime dittatoriale.
Aveva la tessera onoraria dell’ANPI e nel 2006 era stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Newsletter
Abonnez-vous pour être averti des nouveaux articles publiés.
Pages
- 000 ANPI chi siamo
- 000 ANPI STATUTO e REGOLAMENTO
- 00 2017 La nostra nuova sede in Piazzale Sandro Pertini
- 00 - email ANPI LISSONE
- 0 - Direttivo della Sezione
- 2008 - la prima sede in Piazza Cavour 2
- 2014 - La nostra ex sede presso la stazione ferroviaria
- 2016 Referendum sulla riforma della Costituzione
- 2016 Rubrica sul referendum costituzionale a cura di Giovanni Missaglia
- Album - 2014-inaugurazione-sede presso la stazione ferroviaria
- Album - 2014 - La ex sede presso la stazione F.S.
- Album - 25-aprile-2014
- Album - caduti lissonesi per la Liberazione
- Album - lapidi-e-monumenti di Lissone dedicati ai caduti nella guerra di Liberazione
- Album - Viaggio-della-memoria-a-Sestri
- iniziative per il "Giorno della Memoria" dal 2007 al 2014
- La Costituzione della Repubblica italiana: 1 gennaio 1948 - 1 gennaio 2008
- L'emancipazione femminile: le donne e le conquiste del dopoguerra
- Links
- "Lissone 1939 – 1945. Storie di guerra e di Resistenza": una nostra pubblicazione
- ... meditate che questo è stato ... Gianfranco De Capitani da Vimercate, caduto per la Libertà
- mostra "A scuola col duce" a Lissone - foto
- mostra "A scuola col duce" - Cosa e come studiavano i nostri nonni
- mostra BRIANZA PARTIGIANA 1943 - 1945
- mostra di disegni e poesie nel ghetto di Terezin 1942-1944
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin - foto inaugurazione mostra
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin - il Viale dei Giusti: una realizzazione degli alunni della V A della scuola De Amicis di Lissone
- mostra "Fascismo, Foibe, Esodo"
- mostra "Oltre quel muro"
- mostra ”Schiavi di Hitler – L’altra Resistenza”
- nota bibliografica per approfondire gli argomenti trattati nel sito
- rassegna stampa ed altro
- Ricerche in archivi: da Gabinetto Prefettura numero 7995 del 20/6/1944 (1)
- Ricerche in archivi: da Gabinetto Prefettura numero 7995 del 20/6/1944 (2)
- tragedie del confine orientale: FASCISMO FOIBE ESODO 1918 1956
- tragedie del confine orientale: il campo fascista di Arbe
- tragedie del confine orientalele: dimensioni dell’Esodo
- tragedie del confine orientale: le motivazioni degli esuli
- tragedie del confine orientale: l'Esodo dei giuliano-dalmati
Catégories
- 154 Resistenza italiana
- 118 varia
- 79 II guerra mondiale
- 66 il fascismo
- 52 pagine di storia locale
- 43 storie di lissonesi
- 29 la persecuzione degli ebrei
- 26 La COSTITUZIONE italiana
- 21 avvenimenti recenti
- 19 il secondo dopoguerra
- 14 Lissone dopo l'Unità d'Italia
- 13 Resistenza europea
- 12 Giorno della Memoria
- 11 episodi di storia del '900
- 9 L'ITALIA tra Ottocento e Novecento
- 8 I guerra mondiale
- 7 La Resistenza delle donne
- 4 Memoria e dell'Impegno
- 1 Festa della Liberazione
- 1 Resistenza francese
- 1 attività 2016
- 1 recensioni