Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

La «svolta di Salerno»

26 Juillet 2011 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Resistenza italiana

Dalla città campana, in cui il governo Badoglio-CLN prese a funzionare, venne un nuovo impulso alla guerra partigiana. Da Napoli, in un articolo de “L’Unità” del 9 novembre 1944, viene pubblicata la risoluzione del Consiglio nazionale del Partico comunista, tenutosi il 1° aprile.

 

L Unità 1944 

 

Alla fine di marzo Palmiro Togliatti rientrava in Italia dall’Unione Sovietica e raggiungeva Napoli. Passando per Algeri aveva già rilasciato alcune dichiarazioni sulla «questione italiana», da cui emergeva la priorità assegnata agli obiettivi e ai compiti della liberazione nazionale.  

Palmiro-Togliatti.jpg

 

Già in alcuni suoi messaggi messi in onda da Radio Milano Libertà, che trasmetteva da Mosca, Togliatti, aveva affrontato argomenti riguardanti la questione istituzionale, distinguendo un momento di principio ed uno di politica immediata, e la Costituente.

Il 1° aprile il Consiglio nazionale del Partito Comunista Italiano, riunito nella capitale del Mezzogiorno, adottava una risoluzione che superava l'impasse seguita al congresso di Bari dei CLN. Tutte le altre forze del Comitato di Liberazione Nazionale aderirono alla proposta di entrare in un governo transitorio che fu ancora diretto da Badoglio. Contestualmente Vittorio Emanuele dava mano alla luogotenenza, i ministri non giuravano fedeltà al re, e il compromesso era sanzionato dall'impegno di convocare la Costituente. Si giunse, in tal modo, alla cosiddetta «svolta di Salerno» (dalla città in cui il governo Badoglio-CLN prese a funzionare), e ne venne un nuovo impulso alla guerra partigiana e all'unità della Resistenza.

 

“L’Unità”, Napoli, 9 aprile 1944

«Il Consiglio nazionale del Partito comunista italiano, riunito nel momento in cui lo sviluppo della situazione internazionale ed interna indica più fortemente a tutti gli italiani la necessità e il dovere di rafforzare ed estendere l'unità nazionale nella lotta per la liberazione del paese dall'occupazione hitleriana e dai traditori fascisti;

 

saluta nel compagno Ercoli, che riprende in Italia, alla testa della delegazione del Comitato centrale, il suo posto di militante e di capo, la guida sicura del partito e del proletariato italiano;

 

riconferma la politica costantemente seguita dal partito, di unità della classe operaia, e quindi di fraterna e costante collaborazione con il partito socialista; di unità delle forze democratiche e liberali antifasciste nel movimento dei Comitati di liberazione nazionale; e di unità di tutta la nazione italiana nella lotta per la sua libertà, per la sua indipendenza e resurrezione.

 

Il Consiglio nazionale del Partito comunista italiano, esaminata la situazione politica interna della zona liberata, apprezzando altamente lo sforzo fatta dai Comitati di liberazione e dalla giunta esecutiva per indirizzare e dirigere tutto il popolo all'azione per la liberazione del paese e per la distruzione di tutti i residui del regime fascista;

 

considera però che nel momento in cui si avvicina la crisi finale della guerra e tutti i popoli in lotta per la libertà devono unire le loro forze per lo schiacciamento definitivo della Germania hitleriana nel tempo più breve; l'esistenza in Italia da una parte, di un governo investito del potere, ma privo di autorità perché privo dell'adesione dei partiti di massa, dall'altra parte, di un movimento di massa autorevole, ma escluso dal potere, nuoce allo sforzo di guerra del paese ed è esiziale all'Italia.

 

Questa situazione, infatti, mentre alimenta la confusione ed il disordine mentre stanca e delude le masse del popolo e crea un ambiente favorevole agli intrighi reazionari e persino alla rinascita di un movimento fascista, allo stesso tempo indebolisce e discredita il nostro paese.

 

Il partito Comunista, consapevole delle sue responsabilità davanti alla classe operaia ed al popolo intero, ritiene che questa situazione deve essere rapidamente liquidata

 

e propone di liquidarla:

 

1. mantenendo intatta e consolidando l’unita del fronte delle forze democratiche e liberali antifasciste;

 

2. assicurando formalmente al paese che il problema istituzionale verrà risolto liberamente da tutta la nazione attraverso la convocazione di una Assemblea nazionale costituente, eletta a suffragio universale, diretto e segreto subito dopo la fine della guerra;

 

3. creando un nuovo governo di carattere transitorio, ma forte e autorevole per la adesione dei grandi partiti di massa: un governo capace di organizzare un vero e grande sforzo di guerra di tutto il paese e, in primo luogo, di creare un esercito italiano forte, che si batta sul serio contro i tedeschi; un governo capace, con l'aiuto delle grandi potenze democratiche alleate, di prendere delle misure urgenti per alleviare le sofferenze delle masse e far fronte con efficacia ai tentativi di rinascita della reazione;

 

4. assicurando a tutti gli italiani, qualunque sia la loro convinzione e fede politica, sociale e religiosa, che la nostra lotta è diretta a liberare il paese dagli invasori tedeschi, dai traditori della patria, dai responsabili della catastrofe nazionale ma che, nel fronte della nazione, c'è posto per tutti coloro che vogliono battersi per la libertà d'Italia, e che domani tutti avranno la possibilità di difendere davanti al popolo le loro posizioni.

 

Il Consiglio nazionale del Partito comunista italiano dà mandato ai rappresentanti del partito di esporre e difendere questa linea politica nella giunta esecutiva e nei Comitati di liberazione.

 

Invita i compagni, gli operai, i lavoratori e tutti gli antifascisti conseguenti, sinceri, combattivi e coscienti delle loro responsabilità ad unirsi e lottare affinché l'Italia, partecipando attivamente e con tutte le sue forze alla guerra contro la Germania hitleriana, avvicini l'ora della sua definitiva liberazione, l'ora in cui tutto il popolo potrà accingersi alla costruzione di un regime democratico e progressivo, che sani le piaghe lasciate da vent'anni di immonda tirannide fascista e renda la nazione italiana completamente libera e padrona dei suoi destini».

 

Da L'Unità, Napoli, 9 aprile 1944

 

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