16 ottobre 1943: il "sabato nero" del ghetto di Roma
16 Octobre 2024 , Rédigé par Renato Publié dans #la persecuzione degli ebrei
La sinagoga di Roma
Ghetto di Roma, 16 ottobre 1943: alle 5.15 del mattino le SS rastrellano 1.024 persone. Due giorni dopo, diciotto vagoni piombati partono dalla stazione Tiburtina diretti al campo di concentramento di Auschwitz: solo sedici persone faranno ritorno.
È il 16 ottobre del 1943, il "sabato nero" del ghetto di Roma. Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d’Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini. Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina. Dopo sei giorni arriveranno al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco.
Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dalla Polonia. Nessuno dei duecento bambini è mai tornato.
Documenti emersi dagli archivi americani fanno luce su una verità inquietante: il corso degli eventi poteva essere cambiato. Gli alleati sapevano dell’imminente rastrellamento, ma non fecero nulla per impedirlo.
Il 25 settembre del 1943, il tenente colonnello Herbert Kappler, capo delle SS a Roma, riceve l’ordine da Berlino di procedere al rastrellamento del Ghetto della capitale italiana. Il capitano decide però di non eseguire subito l’ordine. Insieme al console tedesco, Eitel Friedrich Moellhausen, assume sin dal principio un comportamento molto strano. I due uomini si rivolgono, all’indomani dell’ordine ricevuto da Berlino, al Feldmaresciallo Albert Kesserling, comandante delle truppe tedesche in Sud Italia, che non concede immediatamente l’appoggio militare all’operazione.
L’oro di Roma
La sera stessa Kappler convoca a Villa Volkonsky, sede del comando tedesco a Roma, i massimi rappresentanti della comunità ebraica Ugo Foà, Presidente della Comunità Israelitica di Roma e Dante Almansi, Presidente della Unione delle Comunità Israelitiche Italiane, per ricattarli. La richiesta è cinquanta chili d’oro in cambio della salvezza. La consegna dell'oro avviene non già a Villa Volkonsky ma a Via Tasso, e precisamente al numero 155, che non era ancora il famigerato carcere delle SS, luogo di torture e terrore che diventerà in seguito, ma formalmente “l'Ufficio di Collocamento dei Lavoratori italiani per la Germania” (è ora sede del Museo Storico della Liberazione).
Kappler non si presenta. Non vuole abbassarsi alla formalità di ricevere quell'oro che ha estorto. Si fa sostituire da un ufficiale di grado inferiore, il capitano Kurt Schutz. La pesatura viene eseguita con una bilancia della portata di 5 chili. Ogni pesata viene registrata contemporaneamente da Dante Almansi e da un ufficiale tedesco, che si trovano alle due estremità del tavolo. Alla fine dell'operazione, mentre Almansi ha segnato dieci pesate, il capitano Schutz dichiarava risentito che le pesate sono nove. Le proteste di tutti gli ebrei presenti irritano ancor di più il capitano che si oppone anche a quella che era la via più semplice per sciogliere ogni dubbio, cioè ripetere l'operazione. Finalmente, di fronte alle vive insistenze da parte ebraica, il capitano Schutz dà l'ordine di ripetere le pesate. I chili sono 50.
La retata
La comunità non è, ovviamente, al corrente dell’accordo che i due hanno già fatto con Kesserling. Non può sapere che già è stato deciso di non portare avanti l’ordine di Berlino, almeno fino a quel momento. Kappler mente a tutti, mentirà anche durante il processo a suo carico. La città e il Vaticano si mobilitano per aiutare gli ebrei, l’oro è consegnato nei tempi prestabiliti e la comunità si sente finalmente al sicuro. Ma ai primi di ottobre il governo tedesco invia a Roma il Capitano delle SS Theo Dannecker per procedere alla deportazione e velocizzare i tempi. Dannecker è un “esperto” di fiducia di Eichmann che aveva dato il via ai rastrellamenti di Parigi. Grazie ai documenti ritrovati negli archivi degli Stati Uniti, si scopre ora che Kappler e Moellhausen temevano la reazione dei carabinieri se si fosse proceduto al rastrellamento. Ma a Dannecker questo aspetto non spaventa e organizza la retata. Oggi, però, sempre grazie ai documenti segreti, si scopre che milleduecento persone avrebbero ancora potuto salvarsi, anche dopo l’intervento di Dannecker: gli americani erano entrati in possesso di una trasmittente che decifrava i messaggi nazisti. Per quale motivo allora non alzarono un dito per fermare la strage? E Pio XII perché si limitò solo a protestare? Il Papa, in realtà, era sottoposto ad un tacito ricatto: più di 800mila ebrei si erano rifugiati nelle chiese e nei conventi di tutta Europa, in gran parte occupata dai nazisti.
Cosa ne fu allora degli ebrei del ghetto di Roma? Abbandonati al loro destino, non ebbero più scampo. Dal Collegio Militare su Via della Lungara furono tradotti alla stazione Tiburtina, e da lì ad Auschwitz.
Il rapporto di Kappler sulla deportazione degli ebrei romani
Newsletter
Abonnez-vous pour être averti des nouveaux articles publiés.
Pages
- 000 ANPI chi siamo
- 000 ANPI STATUTO e REGOLAMENTO
- 00 2017 La nostra nuova sede in Piazzale Sandro Pertini
- 00 - email ANPI LISSONE
- 0 - Direttivo della Sezione
- 2008 - la prima sede in Piazza Cavour 2
- 2014 - La nostra ex sede presso la stazione ferroviaria
- 2016 Referendum sulla riforma della Costituzione
- 2016 Rubrica sul referendum costituzionale a cura di Giovanni Missaglia
- Album - 2014-inaugurazione-sede presso la stazione ferroviaria
- Album - 2014 - La ex sede presso la stazione F.S.
- Album - 25-aprile-2014
- Album - caduti lissonesi per la Liberazione
- Album - lapidi-e-monumenti di Lissone dedicati ai caduti nella guerra di Liberazione
- Album - Viaggio-della-memoria-a-Sestri
- iniziative per il "Giorno della Memoria" dal 2007 al 2014
- La Costituzione della Repubblica italiana: 1 gennaio 1948 - 1 gennaio 2008
- L'emancipazione femminile: le donne e le conquiste del dopoguerra
- Links
- "Lissone 1939 – 1945. Storie di guerra e di Resistenza": una nostra pubblicazione
- ... meditate che questo è stato ... Gianfranco De Capitani da Vimercate, caduto per la Libertà
- mostra "A scuola col duce" a Lissone - foto
- mostra "A scuola col duce" - Cosa e come studiavano i nostri nonni
- mostra BRIANZA PARTIGIANA 1943 - 1945
- mostra di disegni e poesie nel ghetto di Terezin 1942-1944
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin - foto inaugurazione mostra
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin - il Viale dei Giusti: una realizzazione degli alunni della V A della scuola De Amicis di Lissone
- mostra "Fascismo, Foibe, Esodo"
- mostra "Oltre quel muro"
- mostra ”Schiavi di Hitler – L’altra Resistenza”
- nota bibliografica per approfondire gli argomenti trattati nel sito
- rassegna stampa ed altro
- Ricerche in archivi: da Gabinetto Prefettura numero 7995 del 20/6/1944 (1)
- Ricerche in archivi: da Gabinetto Prefettura numero 7995 del 20/6/1944 (2)
- tragedie del confine orientale: FASCISMO FOIBE ESODO 1918 1956
- tragedie del confine orientale: il campo fascista di Arbe
- tragedie del confine orientalele: dimensioni dell’Esodo
- tragedie del confine orientale: le motivazioni degli esuli
- tragedie del confine orientale: l'Esodo dei giuliano-dalmati
Catégories
- 154 Resistenza italiana
- 118 varia
- 79 II guerra mondiale
- 66 il fascismo
- 52 pagine di storia locale
- 43 storie di lissonesi
- 29 la persecuzione degli ebrei
- 26 La COSTITUZIONE italiana
- 21 avvenimenti recenti
- 19 il secondo dopoguerra
- 14 Lissone dopo l'Unità d'Italia
- 13 Resistenza europea
- 12 Giorno della Memoria
- 11 episodi di storia del '900
- 9 L'ITALIA tra Ottocento e Novecento
- 8 I guerra mondiale
- 7 La Resistenza delle donne
- 4 Memoria e dell'Impegno
- 1 Festa della Liberazione
- 1 Resistenza francese
- 1 attività 2016
- 1 recensioni