Lissone 25 aprile 2018
26 Avril 2018 , Rédigé par anpi-lissone
Alcune immagini della celebrazione della Festa della Liberazione
testo del discorso del prof. Giovanni Missaglia
Oratore ufficiale dell’ANPI è stato il prof. Giovanni Missaglia, vicepresidente della Sezione lissonese.
Al termine della cerimonia è stato inaugurato il nuovo monumento dedicato ai “Caduti della Resistenza e per La libertà”, collocato tra l’ingresso di Palazzo Terragni e la Torre. Un evento tanto atteso dall’ANPI lissonese. Finalmente anche la nostra città ha un monumento dedicato ai caduti della Resistenza.
Ricordiamo che quindici furono i lissonesi che persero la vita perché anche la nostra città diventasse libera e democratica.
Otto furono fucilati dai nazifascisti tra l’8 settembre 1943 e l’aprile 1945: Arturo Arosio, Pierino Erba, Carlo Parravicini, Remo Chiusi, Mario Somaschini, Ercole Galimberti, Davide Guarenti, Attilio Meroni.
I più giovani avevano diciotto anni, Attilio Meroni ed Ercole Galimberti, il più anziano, Davide Guarenti, trentasei.
Sette lissonesi finirono i loro giorni nei lager nazisti: Ambrogio Avvoi, Mario Bettega, Ferdinando Cassanmagnago, Giulio Colzani, Gianfranco De Capitani Da Vimercate, Aldo Fumagalli e Attilio Mazzi.
Flossenburg, Mauthausen, Dachau, Buchenwald, Ebensee, Salza-Dora, Gusen le loro destinazioni: sulle loro giubbe di internati politici avevano cucito un distintivo di pezza, un triangolo rosso, con la sigla I (per indicare la loro nazionalità) e il numero di matricola.
Il nuovo monumento
Significato storico e artistico
L’idea primaria, empirica, di rappresentare il concetto di libertà era di Ermes Meloni artista, scultore, direttore artistico della Famiglia Artistica Lissonese; la verifica geometrica con definizione di misure e volumi adeguati è un’elaborazione, attuale, di Natalino Longoni, artista, disegnatore e scultore che opera all’interno dell’associazione culturale da molti anni, primo collaboratore di Ermes, coadiuvato da altri artisti e soci della FAL.
Secondo l’interpretazione dell’artista, il monumento dovrebbe essere un cenotafio, una tomba vuota, ma ricca di significato: un inno allo spirito di libertà, non retorica, ma lealtà dignità e giustizia: “qui vive lo spirito di tutti coloro che morirono per la libertà fucilati, torturati, discriminati, condannati, deportati, vilipesi” dice Longoni.
Il monumento è composto da::
- un sacello o recinto sacro che costituisce la base dell’opera, coperto con lastre di granito, ha la possibilità di incisioni e dedicazioni a memoria;
- sul sacello si impostano due elementi verticali contrapposti: gli steli possono essere intesi come compressori e oppositori alla crescita dell’albero, elemento focale della composizione che sale, si espande nello spazio come simbolo di libertà; in virtù del razionalismo di Terragni possono anche essere intesi come carri aurei o carri di luce;
- tra i due elementi verticali, alla base, si inseriscono gradini di pietra grezza lavorata, espressione scultorea di depositi di ceneri stratificate da cui emerge, nasce, l’albero, idealmente un percorso che, dal livello del suolo, dalla base, porta alla libertà;
- l’albero sinonimo di vita, spirito di libertà realizzato in tondini in ferro, emerge tra i due elementi verticali, si innalza, cerca la luce, cerca la libertà al di fuori delle compressioni degli steli verticali, superandoli in altezza.
Tratto da:
“Progetto esecutivo: relazione descrittiva d’intervento” a cura di Natalino Longoni, Brunella Bonfanti e Antonio Gerosa della Famiglia Artistica Lissonese.
Descrizione dell’opera
L’opera si compone di una struttura portante in acciaio corten, costituita da due piedritti, saldati in opera su una piastra avente funzione di basamento dell’intera scultura, anch’essa in acciaio corten.
Il basamento visibile del monumento è una lastra in granito rosa, che si sovrappone alla struttura in corten.
Dal basamento in granito si ergono dei gradini in pietra scura.
I due piedritti si configurano come elementi slanciati che contengono al loro interno il vero e proprio elemento scultoreo, l’albero. Quest’ultimo, realizzato in tondini in ferro, uniti e saldati tra loro inizialmente in un fascio unico che costituisce il tronco dell’albero, sono modellati come oggetto scultoreo, fino a suddividersi per rappresentare i singoli rami dell’albero.
Dalla “Relazione tecnica” del progettista Architetto Lara Valtorta e di Giuseppe Valtorta, Presidente della FAMIGLIA ARTISTICA LISSONESE.
COMUNICATO STAMPA del Comune di Lissone 25 Aprile 2018: inaugurazione del nuovo Monumento ai Caduti nel giorno del 73° Anniversario della Liberazione
VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE Approvazione progetto esecutivo del monumento ai Caduti della Resistenza e per la libertà
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