Mostra “Campioni nella Memoria”
9 Janvier 2025 , Rédigé par Renato
In occasione del Giorno della Memoria 2025 l'ANPI di Lissone esporrà a Palazzo Terragni di Lissone la mostra “Campioni nella Memoria” proveniente dalla Sezione fiorentina dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, curata da Barbara Trevisan.
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Comprendere è impossibile conoscere è necessario". Sono le parole di Primo Levi, che introducono la mostra fotografica “Campioni nella Memoria”. Storie di atleti deportati nei campi di concentramento. È un’esposizione dedicata ad atleti di varie nazionalità e discipline sportive deportati nei vari Campi di Concentramento dalla furia nazifascista. Erano giovani il cui scopo era quello di fare dello sport la loro passione e magari la loro professione, erano giovani con la voglia di vivere, di misurarsi con altri, non con la forza della sopraffazione ma con la loro abilità e preparazione atletica".
Lo scopo di questa mostra è osservare la più grande tragedia del XX secolo, anche dal punto di vista sportivo, rendendo onore e gloria a tutti quegli uomini e donne che nella loro vita hanno incarnato gli ideali sportivi e, con le loro scelte, hanno difeso i principi di libertà, di uguaglianza e di tolleranza".
Giorni e Orari di apertura della mostra "Campioni nella Memoria"
Domenica 26 gennaio, Lunedì 27 gennaio, Sabato 1 febbraio, Domenica 2 febbraio:
dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Inaugurazione Sabato 25 gennaio ore 16
La mostra gode del patrocinio e del contributo del Comune di Lissone
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MOSTRA CAMPIONI NELLA MEMORIA
Questa iniziativa dell’ANPI di Lissone avviene in occasione del Giorno della Memoria.
Sono trascorsi 80 anni da quando, il 27 gennaio 1945, l’Armata Rossa liberò il campo di sterminio di Auschwitz.
Una legge dello Stato Italiano ha istituito il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
Come è nata l’idea di portare nella nostra città questa mostra?
Ricercando tra le pagine di storia di Lissone, si viene a conoscere che, durante la seconda guerra mondiale, tra gli oppositori al fascismo ben 15 lissonesi morirono, 8 furono fucilati e 7 persero la vita in campi di concentramento.
Tra questi ultimi vi è Mario Bettega.
Mario Bettega era un valido calciatore della ProLissone, che all’età di 26 anni morì nel lager di Mauthausen. All’ingresso del campo sportivo della ProLissone è stata posta una “Pietra d’Inciampo” in sua memoria.
Da qui lo stimolo e il desiderio di andare a ricercare storie di atleti, che non essendosi voluti allineare alle ideologie naziste e fasciste hanno dovuto subire la deportazione nei campi di concentramento.
Facendo questa ricerca, mi sono imbattuto in questa mostra.
Proviene dalla Sezione di Firenze dell’Unione Veterani dello Sport, che l’ha realizzata.
È stata ideata e curata da Barbara Trevisan Insegnante di Scienze Motorie Sportive, a Scandicci.
È un’esposizione dedicata ad atleti di varie nazionalità e discipline sportive deportati nei vari Campi di Concentramento dalla furia nazi-fascista.
Erano giovani il cui scopo era quello di fare dello sport la loro passione e magari la loro professione, erano giovani con la voglia di vivere, di misurarsi con altri, non con la forza della sopraffazione ma con la loro abilità e preparazione atletica.
Dei 40 atleti che figurano in questa mostra, per ognuno di loro, oltre alla fotografia, vengono presentati i fatti salienti della loro vita, la loro opposizione al nazismo o al fascismo, le motivazioni del loro arresto (se militari, politiche, religiose, razziali), le modalità del loro arresto, il lager di destinazione e la loro eventuale sopravvivenza.
In questa mostra il maggior numero di atleti deportati sono i calciatori, poi i pugili, due squadre di ginnastica ed altre specialità.
Lo scopo di questa mostra è osservare la più grande tragedia del XX secolo, anche dal punto di vista sportivo, rendendo onore e gloria a tutti quegli uomini e donne che nella loro vita hanno incarnato gli ideali sportivi e, con le loro scelte, hanno difeso i principi di libertà, di uguaglianza e di tolleranza".
Questa mostra è nata dalla convinzione che le storie delle singole persone possano essere la testimonianza più forte e incisiva per le nuove generazioni.
“Comprendere è impossibile conoscere è necessario". Sono le parole di Primo Levi.
N.B. ricercando in Internet: Campioni nella Memoria Schede, si possono vedere le fotografie degli atleti deportati e per ogni atleta la sua storia.
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