Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

MARIA CERVI, la bambina che vide l’orrore

26 Juin 2007 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #avvenimenti recenti

Con profonda tristezza e commozione il Comitato Nazionale ANPI a nome di tutti gli associati la ricorda.

Lei, Maria Cervi, quella terribile mattina del 25 novembre del 1943, con la paura che le serrava la gola, vide tutto: i fascisti che sbucavano dalla nebbia intorno alla casa di Fraticello. Vide il padre, Antenore, che con i fratelli Gelindo, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore, sparavano per difendersi. Vide il nonno Alcide che passava da una finestra all'altra della soffitta e faceva partire un colpo dietro l'altro da un vecchio fucile. Poi il silenzio terribile dopo che le munizioni erano finite. Subito dopo, ecco l'arrivo dei fascisti che entrarono in casa urlando. Presero tutti e cominciarono a picchiare. Poi il fuoco che divorava i fienili e i mobili delle stanze, in mezzo ad un fumo infernale. E loro, le mogli dei Cervi e figli piccoli che guardavano ammutoliti da un angolo dell'aia. Quella fu l'ultima volta che Maria vide il padre Antenore vivo.

 

Gelindo (classe 1901), Antenore (1906), Aldo (1909), Ferdinando (1911), Agostino (1916), Ovidio (1918), Ettore (1921): erano tutti nati a Campegine (Reggio Emilia). tutti fucilati il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia.

 

Maria Cervi, nipote di papà Cervi e figlia di uno dei sette eroici fratelli fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia, tutti insigniti di medaglia d'oro al valore, è deceduta improvvisamente. Era lei, da sempre, l'anima dell'Istituto Alcide Cervi ed era lei che riceveva a Campegine, a Fraticello e a Gattatico, i luoghi della famiglia, i visitatori. Migliaia che arrivavano, dal dopoguerra in poi, da ogni angolo d'Europa per farsi raccontare le sensazioni, le sofferenze. E Maria, paziente, raccontava tutto ai grandi e i ragazzi delle scuole.

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