Davide Guarenti
11 Juillet 2009 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #storie di lissonesi
Il 12 luglio 1944, a Fossoli, 67 antifascisti furono fucilati dai nazisti. Tra le vittime di quell’eccidio vi era Davide Guarenti.
Guarenti Davide, figlio di Luigi e Brighenti Giovanna, nasce a Monza il 5/11/1907.
Vive per alcuni anni a Lissone in Via Besozzi. Viene assunto in data 1/6/1937 come Vigile Urbano. Dagli archivi comunali risulta che in data 22.3.1941 è stato cancellato dall'Anagrafe della popolazione residente per emigrazione nel Comune di Milano. Socialista, probabilmente da questa data intensifica la sua attività di oppositore al regime fascista.
Trentaquattrenne, è il capo degli antifascisti lissonesi che si ritrovano presso il bar della stazione. Guarenti mantiene i contatti con gli antifascisti fuoriusciti in Svizzera ed in Francia. Tramite loro fa pervenire informazioni a Radio Londra che le trasmette (le trasmissioni in italiano erano aperte dalle prime note della 5ª Sinfonia di Beethoven), benché il regime fascista ne vieti l’ascolto, pena due mesi di arresto: nonostante ciò, molti italiani affrontano questo rischio per ascoltarla.
Già verso la fine del '43 esisteva a Monza e in Brianza un movimento clandestino ancorato all'unità dei partiti particolarmente ampio e attivo e non solo come base di sostegno delle formazioni che andavano costituendosi in montagna. Vasta e varia era la dimensione dell' antifascismo locale: erano uomini diversi per fede politica e religiosa ma tutti mossi da nobili motivazioni.
Fu il più efficace organizzatore delle cellule socialiste; diffuse con sagacia la stampa clandestina e fu infaticabile nella raccolta fondi per la sovvenzione ai partigiani.
In quel periodo di grande abnegazione per il proprio ideale, a Monza nel corso di un' azione di raccolta di armi, Davide Guarenti viene tradito dal suo esuberante entusiasmo. È arrestato con altri antifascisti e tradotto nelle carceri.
Nell’aprile del 1944 viene trasferito nel campo di concentramento di Fossoli.
Martedì 11 luglio 1944 i tedeschi decidevano di effettuare una sanguinosa rappresaglia, dopo un’azione compiuta a Genova dai partigiani. Alle 4 del mattino di Mercoledì 12 luglio 1944, ai prigionieri politici, selezionati la sera prima formalmente per partire per la Germania, fu letta la sentenza di condanna a morte e furono fatti uscire dalla baracca in cui avevano alloggiato la notte.
Con altri sessantasei detenuti politici, Davide Guarenti è trucidato nel vicino Poligono di tiro di Cibeno, frazione a circa 3 km a nord di Carpi, in provincia di Modena.
Un altro lissonese, Attilio Mazzi, anch’egli detenuto nel campo di Fossoli, fortunatamente, come scrive in una lettera alla moglie, rimane escluso dall’elenco dei condannati (morirà tuttavia nove mesi dopo, il 9 aprile 1945 in Germania, nel lager di Gusen “la tomba degli Italiani”).
I nomi degli altri martiri del 12 luglio 1944: Andrea Achille, Vincenzo Alagna, Enrico Arosio, Emilio Baletti, Bruno Balzarini, Giovanni Barbera, Vincenzo Bellino, Edo Bertaccini, Giovanni Bertoni, Primo Biagini, Carlo Bianchi, Marcello Bona, Ferdinando Brenna, Luigi Alberto Broglio, Francesco Caglio, Emanuele Carioni, Davide Carlini, Brenno Cavallari, Ernesto Celada, Lino Ciceri, Alfonso Marco Cocquio, Antonio Colombo, Bruno Colombo, Roberto Culin, Manfredo Dal Pozzo, Ettore Dall’Asta, Carlo De Grandi, Armando Di Pietro, Enzo Dolla, Luigi Ferrighi, Luigi Frigerio, Alberto Antonio Fugazza, Antonio Gambacorti Passerini, Walter Ghelfi, Emanuele Giovanelli, Antonio Ingeme, Sas Jerzj Kulczycki, Felice Lacerra, Pietro Lari, Michele Levrino, Bruno Liberti, Luigi Luraghi, Renato Mancini, Antonio Manzi, Gino Marini, Nilo Marsilio, Arturo Martinelli, Armando Mazzoli, Ernesto Messa, Franco Minonzio, Rino Molari, Gino Montini, Pietro Mormino, Giuseppe Palmero, Ubaldo Panceri, Arturo Pasut, Cesare Pompilio, Mario Pozzoli, Carlo Prina, Ettore Renacci, Giuseppe Robolotti, Corrado Tassinati, Napoleone Tirale, Milan Trebsé, Galileo Vercesi e Luigi Vercesi.
Oltre a Davide Guarenti, erano nati a Monza: Enrico Arosio, Antonio Gambacorti Passerini, Ernesto Messa e Carlo Prina.
Erano uomini con le esperienze più varie, di tutte le professioni, di tutte le regioni, dai 16 ai 64 anni.
Diceva di Davide Guarenti, ricordando il suo sacrificio, Piero Gambacorti Passerini: “E come non ricordare la meticolosità con cui Davide Guarenti provvedeva al compito di distribuzione della stampa clandestina? Sappiano i giovani di oggi, che possono liberamente leggere e scrivere, quanto è costato di sofferenze e di sangue a Guarenti far giungere un piccolo foglio stampato a ciclostile, lievito alla lotta, quando si combatteva per la libertà di oggi”.
Condotti sul posto in tre gruppi, furono fucilati sull’orlo di una fossa scavata il giorno prima da internati ebrei. A cose finite, la fossa comune fu colmata e mascherata, e il silenzio cadde sul fatto.
La stampa dell’Italia liberata diede grande rilievo all’esumazione delle vittime e alle esequie solenni il 24 maggio 1945 nel Duomo di Milano: fu forse il primo momento pubblico in cui popolazione e personalità politiche e militari si fusero unanimi nel compianto e nella condanna.
manifesto che annuncia i solenni funerali dei partigiani monzesi fucilati a Fossoli, tra cui Davide Guarenti
Eppure a tanta emozione non è seguita giustizia: i processi iniziati sono stati insabbiati, i fascicoli per anni nascosti nel cosiddetto “armadio della vergogna”.
Il fascicolo inerente Davide Guarenti era il seguente:
n° 38 INVIATO IL 20.12.1945
ARCHIVIATO
Imputati:Ignoti militari tedeschi
Delitto previsto dagli art. 185, 2° comma, e 211 c.p.m.g.
Parte lesa: Guarenti Davide
ECCIDIO DI FOSSOLI ABBINATO AL FASCICOLI RG 2 INVIATO ALL’AMBASCIATA DI GERMANIA
Archiviato dal Gip della Procura della Repubblica presso il Tribunale Militare di La Spezia (p. 27 del doc. 86/0).
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