il merito della Resistenza
6 Février 2008 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Resistenza italiana
Dopo l’8 settembre del 1943, 500.000 sono stati i collaborazionisti di Salò asserviti agli occupanti nazisti.
La popolazione italiana in questo frangente storico ha compiuto una scelta chiara e significativa, sostenendo, con piccoli e grandi atti di eroismo, la lotta contro i nazisti.
Quasi 250.000 sono stati i partigiani che hanno combattuto; 44.720 sono morti.
21.186 sono stati gli invalidi ed i mutilati.
600 le medaglie al valor militare
124.813 sono i cittadini riconosciuti patrioti, ma accanto ad essi centinaia di migliaia gli operai che hanno resistito ai nazifascisti con gli scioperi, difendendo le fabbriche o sabotando la produzione.
Centinaia di migliaia di persone hanno nascosto i partigiani, gli ebrei ed i perseguitati, li hanno curati quando feriti, hanno procurato loro cibo e assistenza.
Gli Alleati, al termine del conflitto, hanno riconosciuto il grande contributo militare della Resistenza. Molti storici, anche tedeschi, hanno messo in rilievo questo fatto sulla base di documenti rinvenuti negli archivi.
La parte migliore del popolo italiano aveva riconquistato per tutta la Nazione la dignità perduta dopo venti anni di regime fascista e tre anni di guerra al fianco di Hitler.
L’Italia è così diventata un paese democratico. Questi valori di democrazia e di rispetto della persona umana vennero sanciti con la Costituzione, promulgata nel 1948 e divenuta fondamento della nostra convivenza politica e civile.
La conquista della libertà e della democrazia rappresenta un bene inattaccabile che dobbiamo agli uomini che hanno lottato nella Resistenza.
Lo avrai camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo
Su queste strade sé vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
resistenza
Ode di Piero Calamandrei al gen. Kesselring, comandante delle truppe tedesche in Italia durante la seconda guerra mondiale.
Kesselring, processato a Venezia da un tribunale militare inglese nel 1947, fu condannato alla fucilazione. La condanna fu poi commutata in ergastolo ed infine, nel 1952, Kesselring venne graziato.
Durante il processo ebbe il coraggio di richiedere un monumento m suo onore, visto che, a suo parere, aveva mantenuto durante l'occupazione nazista in Italia un atteggiamento magnanimo nei confronti delle popolazioni civili e dei resistenti.
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