Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

La Resistenza e l'ambiente contadino

20 Septembre 2009 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Resistenza italiana

Nei primi mesi del 1944 il movimento partigiano passa un periodo di raccoglimento e di preparazione ai compiti futuri. Ai primi rastrellamenti, alla prima fase ribellistica, fatta di continue fluttuazioni e incertezze, ha sopravvissuto una schiera relativamente esigua di uomini temprati da quelle prime e durissime prove. Tutti insieme non superano gli effettivi d'una sola delle divisioni tedesche stanziate in Italia: il caos iniziale degli sbandati s'è fissato e precisato nella modesta cifra di 10 mila armati dispersi dalle Alpi all'Appennino ligure-emiliano, armati esclusivamente con le armi «recuperate» al nemico. Ma ciò che conta non è il numero o il bilancio ancora esiguo che si può trarre dalla loro attività bellica: è il fatto che questa schiera di precursori del futuro esercito partigiano s'è ormai radicata come un elemento stabile sulle montagne, s'è connaturata, per così dire, all'ambiente.
 

I contadini delle zone montane che erano state soggette a un continuo impoverimento e spopolamento,


avevano fin dal primo momento accolto con simpatia i rib
elli; come avevano accolto, con un semplice e profondo senso d'umana pietà, gli sbandati del settembre '43 senza far distinzioni fra divise e nazioni. ... il fatto che ogni famiglia contadina aveva anch'essa un figlio morto o disperso nella seconda guerra mondiale. Si faceva con tutta naturalezza per l'ospite italiano o straniero, ciò che si desiderava che fosse stato per il proprio figlio.

I rastrellamenti tedeschi avevano cercato di rompere violentemente questi primi vincoli d'umana solidarietà, avevano mirato innanzi tutto a terrorizzare i.contadini, sottraendo ai ribelli ogni punto d'appoggio e di rifornimento. Malgrado i primi e inevitabili effetti, avevano invece finito per determinare un risultato contrario. ... I contadini delle Alpi e dell'Appennino cominciano a sentire quei primi nudei di ribelli come il proprio esercito, sono essi a battezzarli al principio del 1944, come «patrioti ».

Il nome indica un mutamento profondo nel movimento partigiano. ... Intorno alle bande è cambiato o sta cambiando il primitivo isolamento. Quando ancora la Resistenza non ha i suoi servizi d'informazione e di collegamento, sono i contadini a segnalare per primi di casolare in casolare l'avvicinarsi del nemico, ad esercitare la propria astuzia nella difesa dei patrioti. Un ragazzo che parte dal paese di fondovalle e che raggiunge affannato, ma orgoglioso della missione compiuta il capo dei patrioti sulla montagna per avvisarlo del pericolo imminente; i lenzuoli o le coperte che le famiglie contadine espongono alle finestre per indicare che il nemico è in paese, sono i primi mezzi rudimentali con cui le bande si sono collegate col resto del mondo, i mezzi ai quali spesso hanno dovuto la propria salvezza.

Spesso i patrioti attingono dal folclore contadino anche i nomignoli sotto cui celano la propria identità ...


da “Storia della Resistenza italiana” di Roberto Battaglia  Einaudi 1964

 

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