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L’antico Comune di Cassina Aliprandi

23 Novembre 2017 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Lissone dopo l'Unità d'Italia

stemma Cassina Aliprandi 

stemma del Comune di Cassina Aliprandi

 

La superficie comunale era di 146,64 ettari. Il 72,1% del territorio era occupato dai terreni arativi (a coltura cerealicola), il 21,6% dai vigneti, il 4,6% dai boschi e l'1,7% da edifici ed orti.

Numerosi i gelsi presenti sul territorio comunale: un rilevamento del 1858 computò ben 1554 "moroni", con un aumento di tre volte e mezzo rispetto al dato di metà Settecento.

 

Ciò era in correlazione al vertiginoso sviluppo dell'allevamento del baco da seta, legato alle forti richieste da parte del settore manifatturiero tessile.

castello-bachicoltura.JPG

doppio castello per la bachicoltura

 

Con la Seconda Guerra d'Indipendenza (1859) la Lombardia fu aggregata allo Stato sabaudo, formando così il primo nucleo di quello che, con le successive annessioni degli altri Stati preunitari, sarebbe diventato, di lì a breve, il Regno d’Italia, ufficialmente proclamato nel 1861.

1861 Italia

 

Uno dei primi atti del nuovo governo fu la riforma delle amministrazioni locali. In ottemperanza alla nuova “legge comunale”, il comune di Cassina Aliprandi riunì per l'ultima volta il proprio Convocato il 3 dicembre 1859, onde procedere alla formazione della “lista elettorale” da cui sarebbe poi sortito un Consiglio Comunale (composto da quindici membri aventi mandato quinquennale con rinnovo annuale di tre clementi); questa assemblea avrebbe poi espresso una Giunta Municipale, formata da due assessori (più due supplenti) annualmente eletti, e dal sindaco, capo dell’amministrazione comunale designato però con nomina regia, effettuata su segnalazione del prefetto e del sottoprefetto), avente mandato triennale.

Con la subentrata riforma dei compartimenti civili il Comune di Cassine Aliprandi venne inserito nel Mandamento di Desio, appartenente al Circondario di Monza, in Provincia di Milano.

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La sede della Pretura era a Desio, mentre quella del Tribunale era a Monza.

Il 20 aprile 1860 il sindaco Passoni, a nome della comunità, scrisse al re Vittorio Emanuele II un'appassionata lettera di adesione ai progetti di unità nazionale.

Sempre in quell'anno fu formato il contingente locale della Guardia Nazionale.

 

L'approvvigionamento idrico del comune era, da sempre, affidato ai pozzi. All'epoca se ne contavano cinque: due alla Cascina S.Margherita, due alla Cascina Aliprandi ed uno alla Cascina Bini. Ad uno specifico rilevamento condotto nel 1865 le acque di tutti furono giudicate di buona qualità.

La popolazione locale si era ormai attestata ad una quota di poco inferiore alla 500 unità. Nel 1861 furono ufficialmente computati 491 residenti (di cui 483 effettivamente presenti) in occasione del primo censimento generale dell’Italia unificata.

Quasi tutti gli abitanti svolgevano mansioni connesse all’agricoltura: qualcuno come piccolo possidente o affittuario, qualcuno come massaro o fattore dei grandi proprietari, altri ancora come fittavoli minori, i restanti come semplici dipendenti.

Qualche famiglia aveva affiancato all’attività agricola qualche altro lavoro complementare come la tessitura del cotone.

Alcune abitazioni versavano in precarie condizioni igieniche e i loro occupanti erano a rischio di malattie infettive.

Nel 1857 si era verificata un'epidemia di colera (si ripeterà anche dieci anni dopo, nel 1867) e il medico della condotta, comprendente i Comuni di Cassina Aliprandi e Seregno, dottor Luigi Ripa, di origini pavesi, si prodigò allestendo una “casa di soccorso” per gli ammalati, oltre ad adoperarsi in seguito ad incentivare il miglioramento delle condizioni di igiene 
pubblica oltre a diffondere la pratica della vaccinazione fra gli abitanti delle tre cascine.

 

Dalla metà degli anni Sessanta dell’Ottocento, il Comune di Cassina Aliprandi venne a trovarsi nella strana situazione di gravitare, ben più di quanto non fosse mai avvenuto in passato, nella sfera d'attrazione lissonese: i sindaci delle due località erano padre e figlio, rispettivamente Carlo Arosio sindaco di Lissone e Pietro Arosio sindaco di Cassina Aliprandi mentre a segretario comunale di entrambe vi era Ferdinando Rivolta, pur esso di Lissone.

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Inoltre, a legge del 20 marzo 1865 sulle amministrazioni locali, prevedeva l’eventualità del "concentramento di Comuni", ovvero la possibilità che un Comune fosse soppresso (ed aggregato ad uno limitrofo più consistente), qualora avesse avuto ridotta popolazione e difficoltà ad ottemperare alle nuove ed onerose incombenze amministrative attribuite dal legislatore all’ente comunale. Per Cassina Aliprandi venne proposta l’aggregazione con Desio, così da non modificare i confini mandamentali.

Il 30 novembre 1868, si riunì, con convocazione straordinaria, quello che alla luce dei successivi eventi, sarebbe alfine diventato l’ultimo Consiglio Comunale aliprandino.

Ma il 10 febbraio 1869 il Ministero degli Interni, attraverso il prefetto di Milano, sollecitava il Consiglio Comunale di Lissone a deliberare circa la disponibilità ad accettare o meno l’aggregazione del Comune di Cassina Aliprandi. E così, il 3 marzo 1869, s’adunò in seduta straordinaria il Consiglio Comunale di Lissone; il sindaco rimarcò “la convenienza della proposta di aggregazione”  che venne approvata a condizione che non venissero poste in carico le eventuali passività di bilancio del sopprimendo Comune di Cassina Aliprandi.

La delibera fu quindi inoltrata alle autorità competenti.

Altri comuni, compresi vari della Brianza, seguirono analoga sorte.

Il 1° aprile 1869 da Firenze, allora capitale del Regno d'Italia, fu emesso il Regio Decreto n. 4992, con il quale il Comune di Cassina Aliprandi veniva dichiarato “soppresso ed aggregato a quello di Lissone” a partire dal 1° giugno successivo.

Il documento, recante la firma del re Vittorio Emanuele II, venne registrato presso la Corte dei Conti alcuni giorni più tardi.

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un Regio Decreto emesso nel 1866 da Re Vittorio Emanuele II da Firenze, allora capitale del Regno d'Italia. La capitale del Regno d'Italia era stata spostata da Torino a Firenze l'anno precedente (1865). 

Il 1° giugno 1869, martedì, alle ore 9 del mattino, Pietro Arosio poté procedere al suo ultimo atto da sindaco, sottoscrivendo la chiusura dei Registri dello Stato Civile.

La storia del Comune di Cassina Aliprandi, dopo una plurisecolare vicenda di significativa autonomia, era finita.

In quello stesso 1° giugno 1869 si tenne, in convocazione straordinaria, la seduta d'esordio del nuovo Consiglio Comunale di Lissone "ingrandito". L'assemblea eletta qualche giorno prima, annoverava anche tre ex-consiglieri aliprandini.

 

 

1870 fine Cassina Aliprandi 

Il subentrato "concentramento" veniva ad aumentare di quasi il 20% la superficie del vecchio Comune lissonese (che, peraltro, ora annetteva un territorio ben maggiore della quota ceduta a metà Cinquecento al costituendo Comune aliprandino, poichè inclusivo anche delle porzioni un tempo appartenenti a Macherio, Desio, Sovico, Seregno ed Albiate) inoltre ne incrementava la popolazione del 13% circa.

Il paesaggio campestre attorno ai tre nuclei cassinari divenuti frazioni lissonesi si conservò sostanzialmente inalterato fin attorno alla metà del Novecento.

 

Bibliografia:

Eugenio Mariani – L’antico Comune di Cassine Aliprandi – S. Margherita – Aliprandi - Bini

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