La situazione delle scuole lissonesi, dai primi anni del novecento all’avvento del fascismo
23 Novembre 2017 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #Lissone dopo l'Unità d'Italia
Nel 1910 la situazione delle scuole lissonesi era allarmante in quanto le aule erano sostanzialmente ridotte a ventidue, dislocate in via Aliprandi, di proprietà della famiglia Paleari, a cui si dovevano aggiungere, causa l'alto tasso di crescita della popolazione, altri locali adibiti a scopi didattici sparsi per il paese, la cui presenza era dovuta all'impossibilità di ampliare l'unico edificio scolastico del centro. Quest' ultimo e le relative aule aggiunte erano frequentate nel 1912 da 1.594 alunni.
I bambini delle frazioni (149 alunni) erano alloggiati in due locali che tutto avevano meno l'apparenza di aule scolastiche.
Interessante notare che le classi nel 1912 erano formate da una media di 57 alunni ciascuna.
L’edificio di via Aliprandi non consentiva l’aggiunta di aule, impedendo di rispondere alla necessità di ampliamento richiesta dall'esuberante crescita della popolazione lissonese.
Il Consiglio comunale era intenzionato a costruire due scuole nel centro cittadino a cui si doveva aggiungere una terza nella frazione Santa Margherita.
Sempre nel 1910, la pubblica amministrazione decise di trovare una nuova sede. Venne così stabilito di acquistare una delle proprietà del dott. Emilio Magatti per risolvere entrambi i problemi, ovvero di provvedere urgentemente all'erezione del fabbricato scolastico e la costruzione di una decorosa residenza per gli uffici comunali.
La sede municipale, situata all’angolo tra Via SS. Pietro e Paolo e Via Aliprandi, di proprietà della ditta Ferdinando Paleari e Figli, non era più adeguata per far fronte alle esigenze: mancavano lo spazio per la conservazione dell'archivio comunale, l’aula per le adunanze del Consiglio comunale e di un locale per le riunioni della Giunta. Inoltre la sede municipale era sprovvista della sala per le udienze del giudice conciliatore, con relativo archivio, e dei magazzini per il deposito del materiale per i pubblici servizi come pompe d'incendio, carro ambulanza, etc.
La proprietà Magatti, posta in via Paradiso n° 1, era formata da un'abitazione civile di 30 locali, da alcuni rustici e terreno annesso.
Per vari motivi, passarono, però, altri dieci anni, prima che si iniziassero i lavori per la costruzione del nuova scuola sull'ex area Magatti. Si trattava della futura scuola elementare Vittorio Veneto (sede dell’attuale Biblioteca civica).
Il fabbricato venne aperto agli scolari nel novembre del 1924, anche se i lavori di rifinitura si
protrassero sino all'agosto del 1925. In questo periodo il Comune era retto da un commissario: Carlo De Capitani da Vimercate.
Nel novembre del 1927 la nuova scuola venne intitolata a Vittorio Veneto, e, come era usuale sotto il regime fascista, alle singole aule vennero attribuiti i nomi alle principali località della “grande guerra” che furono «segnate dal sangue e dal valore dei soldati d’Italia».
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