Le colonie italiane in Africa: un lusso inutile
4 Janvier 2011 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #il fascismo
«Anche prendendo in considerazione le esigenze politiche, strategiche e commerciali dell’epoca, non c’era un solo motivo valido perchè un paese come l’Italia, che aveva raggiunto l’unità nazionale solo nel 1861 e aveva una miriade di problemi urgenti da risolvere, stornasse una parte cospicua delle sue già scarse risorse per partecipare alla spartizione dell’Africa, un’impresa di cui non si potevano valutare né gli esiti né i costi, né tantomeno i vantaggi». (Angelo Del Boca)
Verso la “quarta sponda”
La prima avventura coloniale italiana in Africa ha inizio l’11 ottobre 1911 quando i primi bersaglieri approdano sulla “quarta sponda” italiana. Tripoli è già il “bel suol d’amore” cantato nei tabarin. La guerra contro la Turchia per il possesso della Tripolitania, come allora si chiamava la Libia, era infatti cominciata molto prima dello sbarco, sostenuta da proclami nazionalistici d’intellettuali, politici, poeti ma anche da una campagna pubblicitaria che aveva avvolto nel mito le terre libiche, considerate assolutamente necessarie all’Italia che doveva conquistarsi un “posto al sole” come le altre grandi potenze coloniali europee.
Si andava in Libia mentre in un solo anno, il 1912, emigravano un milione e mezzo di italiani per non morire di fame in patria ma diretti verso le Americhe e non certo verso l’Africa.
La guerra durò due anni ma l’occupazione integrale della comonia non sarebbe avvenuta che nel 1932, dopo che Badoglio e Graziani avevano stroncato la resistenza libica con i metodi più brutali.
Badoglio aveva appena annunciato il ritorno della pace in Libia, che Mussolini confidava al generale De Bono che la prossima impresa africana avrebbe avuto come obiettivo l’impero d’Etiopia. Con questa spedizione avrebbe vendicato Adua (in un primo tentativo di invasione dell’Etiopia, nel marzo 1896, gli italiani avevano subito uno smacco cocente ad Adua, con 4.000 morti) e, nello stesso tempo, avrebbe regalato agli italiani affamati di terre il mitico “posto al sole”.
Le truppe etiopi si opposero con grande tenacia all’avanzata degli italiani forti di 500.000 uomini. Gli etiopi uccisi o sfigurati dal gas furono 250 mila. La vittoria convinse Mussolini che l’Italia era una grande potenza militare. Ufficialmente le ostilità cessarono il 5 maggio 1936: era nata l’Africa Orientale Italiana (AOI) che univa Etiopia, Somalia ed Eritrea. (L’ Etiopia, la Somalia e l’Eritrea andarono perdute nel 1941. Tripoli cadde il 22 gennaio 1943).
Sabato 9 maggio 1936 alle 22,30 Mussolini annuncia dal balcone di Piazza Venezia al popolo italiano la fondazione dell’impero.
Nell’autunno del 1938 ventimila contadini italiani, in maggioranza poveri, si trasferirono come coloni nelle quattro province metropolitane (Tripoli, Misurata, Bengasi e Derna) istituite il 10 aprile 1937 da Mussolini dopo un viaggio in Libia. Dei primi coloni italiani, nel 1922 ne erano rimasti poco più di duemila su un milione e mezzo di chilometri quadrati per lo più desertici. I rurali, i nuovi coloni, affascinati dalle illusioni costrute dalla propaganda, sbarcano dai piroscafi per proseguire a bordo di camion accodati in chilometriche carovane. Affrontano percorsi massacranti, sostano in enormi tendopoli sorte dal nulla nel deserto, prima di ricevere le chiavi della tanto agognata nuova casa africana. Con loro in Libia nascono e prosperano l’agricoltura, le scuole e crescono grandi infrastrutture.
Dal "Giornale della classe" di una scuola elementare di Lissone.
Il maestro scrive:
5 maggio 1936: Badoglio è entrato in Addis Abeba. Annuncio del Duce a tutto il mondo. Leggo il discorso del Duce (si commenta) e faccio cantare un inno alla Patria. Alle 10 e mezzo tutte le scolaresche accompagnate dai rispettivi insegnanti si recarono al Parco delle Rimembranze.
9 maggio 1936: Proclamazione per radio dell’Impero italiano d’Etiopia. Illustro alla scolaresca la fondazione dell’Impero. Solenne Te Deum di ringraziamento, coll’intervento delle Autorità, Balilla, Piccole Italiane e Combattenti
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