Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

Lissone durante la seconda guerra mondiale (1941 - 1942)

28 Janvier 2011 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #pagine di storia locale

1941

La guerra costa, e allora si chiedono ulteriori sacrifici alle famiglie. Una circolare del segretario del Fascio di Lissone invita gli scolari ad essere generosi verso i soldati in guerra. Nelle classi femminili si procede alla raccolta di indumenti di lana per i militari. La maestra scrive: «Nessuna delle mie scolare è in condizioni finanziarie tali da poter offrire neppure un capo di lana. Invito quindi le scolare ad offrire qualche lira per poter comperare della lana e confezionare poi con essa qualche paio di calze». È da sottolineare che in una pagina del “Giornale della classe”, di fianco al nome e ai dati anagrafici di ogni scolaro, vi era uno spazio in cui veniva indicata la condizione economica della famiglia!

E in un’altra quinta femminile: «Con le mie alunne felicissime ho preparato il pacco con gli indumenti e altri oggetti destinati ai combattenti. Contiene 12 paia di calze di lana, 9 paia di guanti, 1 passamontagna, molte buste con fogli di carta da lettera, biglietti postali, cioccolato, sigarette. Non mi aspettavo tanto!».

20 febbraio 1941: «Anche alla Cascina Santa Margherita si sente l’eco della guerra. Tutti i bambini hanno parenti prossimi o lontani richiamati alle armi. Parlo del sacrificio compiuto dai nostri soldati e del dovere, da parte nostra, di collaborare alla buona riuscita delle armi. I bimbi devono, come quattro anni or sono, offrire i rottami di ferro che possono sembrare inutili. Come durante la guerra per la conquista dell’Impero, anche ora la Patria saprà trasformare i rottami in potenti armi contro il nemico. Siamo lieti di aver partecipato anche noi alla vittoria finale». Un incaricato della Gioventù Italiana del Littorio ritira 50 chilogrammi di rottami offerti alla patria dagli alunni di Santa Margherita.

 N° 5 scuola santa margherita

Una pagina del “Giornale della classe”: scuola elementare di Santa Margherita

Dato il susseguirsi degli avvenimenti bellici, un maestro decide di informare regolarmente gli scolari su quanto sta accadendo sui vari fronti.

4 aprile 1941: «Oggi ho dato la notizia ai miei scolari della riconquista di Bengasi».

7 aprile 1941: «Spiego ai miei alunni la ragione per cui l’Italia e la Germania hanno iniziato la guerra contro la Jugoslavia».

21 aprile 1941: «Commemoro la fondazione di Roma e la festa del lavoro [il fascismo aveva abolito la festa del primo maggio]. Inoltre li informo della caduta della Jugoslavia che si è arresa. Ascoltiamo una trasmissione organizzata dall’Ente Radio Rurale. Ciò è stato possibile grazie all’apparecchio radiomicrogrammofonico donato dall’Egr. Podestà Cav. Angelo Cagnola».

24 aprile 1941: «Comunico ai miei scolari la notizia che le Armate dell’Epiro e della Macedonia sono capitolate».

E per il 9 maggio, anniversario della fondazione dell’impero (9 maggio 1936), il maestro scrive: «Ricordo alla scolaresca la rapida e gloriosa conquista dell’Etiopia, inutilmente ostacolata dall’Inghilterra. In questo momento in cui si accende sempre più la speranza di una emancipazione del Mar Mediterraneo dal dominio britannico e si consolida la nostra fiducia nella vittoria finale e nel rafforzamento del potere italiano nell’Africa Orientale italiana, volgiamo ai nostri soldati, che in quelle terre combattono per la gloria d’Italia, il nostro affettuoso saluto ed il nostro ringraziamento». In realtà in Africa gli inglesi erano passati al contrattacco, dilagando in tutti i possedimenti orientali italiani, Etiopia, Somalia, Eritrea.

Come l’anno precedente, la scuola termina il 15 maggio e non ci saranno gli esami di terza e di quinta elementare.

Intanto in paese comparvero nuovamente le tessere annonarie (negli ultimi mesi del 1940 il personale comunale iniziò a prepararne 17.000 per il pane), mentre cominciavano a registrarsi episodi di accaparramento di generi alimentari.

tessera annonaria

La penuria delle derrate, che i lissonesi avevano già conosciuto durante la prima guerra mondiale, impose a tutti nuovi sacrifici. Divennero rapidamente rari i prodotti alimentari di prima necessità come il pane, lo zucchero, la pasta, il riso, la farina; il sapone e l'abbigliamento subirono, di lì a poco, la stessa sorte.

Seguirono le disposizioni prefettizie affinché non avesse più luogo l'illuminazione di gala dei pubblici edifici in nessuna delle ricorrenze nelle quali essa era disposta.

Lissone si adeguò prima con l'adozione del razionamento e in seguito con la realizzazione dell'Ente comunale legna da ardere (novembre del 1941), finalizzato a disciplinare la distribuzione e i consumi in previsione dell'inverno. Contemporaneamente furono incoraggiati gli allevamenti domestici (pollame, conigli e piccioni) e nacquero i primi orti di guerra. Così il piazzale IV Novembre, posto di fronte alle scuole Vittorio Veneto, divenne un ampio campo di grano.

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 I Vigili del fuoco seminano il grano in Piazza IV Novembre

Lo stato di guerra aveva delle necessità inderogabili che prevedevano anche la raccolta dei metalli necessari alla produzione bellica. Per questo il Comune nel giugno del 1941 provvide al censimento delle campane: a Lissone erano nove sul campanile della chiesa prepositurale e vennero requisite; ad esse si aggiunse anche la campana del campanile demolito con la vecchia Chiesa prepositurale nel 1933 e destinata all'erigenda chiesa dell'oratorio maschile.

L’anno scolastico inizia il 5 ottobre 1941. Una maestra scrive: «La mia aula si trova ancora nel caseggiato di Via Aliprandi: è l’aula più infelice che tra le brutte del caseggiato ci siano, umida all’eccesso tanto che io penso essere più adatta a stalla che a ricevere i teneri alunni delle elementari. Ad ogni modo bisogna fare di necessità virtù ed adattarci come si può».

Sono ormai due anni che l’Italia è in guerra: da più di tre mesi è in corso l’operazione "Barbarossa", così Hitler ha chiamato l’attacco all’U.R.S.S. Anche Mussolini ha inviato un corpo di spedizione in Russia.

Una maestra ritiene opportuno fare delle relazioni settimanali circa gli avvenimenti della guerra, notando che «tra gli alunni vi è un grande entusiasmo guerriero che cercherò di aumentare perché questi piccoli lo trasportino anche alle loro famiglie. Farò uso il più possibile dell’apparecchio radio, poiché è un mezzo molto adatto per completare la mia opera educatrice».

I giapponesi attaccano la flotta degli Stati Uniti d’America a Pearl Harbour il 7 dicembre 1941.

In classe, il maestro parla ai suoi alunni dell’inizio della guerra fra il Giappone e gli Stati Uniti d’America.

L’11 dicembre Mussolini, da Palazzo Venezia, annuncia che l’Italia scende in campo «a lato dell’eroico Giappone, contro gli Stati Uniti d’America». E il 12 dicembre lo stesso maestro annota: «Trasmetto ai miei alunni la notizia che l’Italia è entrata in guerra con gli Stati Uniti d’America».

Una circolare del Ministro dell’Educazione Bottai informa che le vacanze natalizie saranno di un mese: le scuole riapriranno il 19 gennaio per «economizzare un po’ di carbone».

1942

Ogni classe partecipa alla raccolta di materiale vario: «Nella mia classe ho raccolto kg 0,889 di lana, kg 14 di rottami».

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Ed un altro maestro: «Oggi ho consegnato kg 0,589 di lana suddivisi in kg 0,164 di filato e kg 0,425 di fiocco. Gli scolari, tenuto conto della loro indigenza, hanno corrisposto abbastanza con entusiasmo».

Quando la guerra inizia a mettersi male per le truppe dell’Asse, compare sulle pagelle la scritta "Vincere" o "Vinceremo".

 N° 7 pagella 1942 fronte

Frontespizio di una pagella scolastica del 1942

Alla requisizione delle campane di bronzo seguì, nel febbraio del 1942, la raccolta del rame, che il Comune dispose ricevendo le denunce obbligatorie dei cittadini e procedendo alle operazioni di raccolta.

Di sera, l'oscuramento a causa dei bombardamenti aerei sconsigliava di uscire di casa.

Durante la notte del 21 marzo 1942, in paese c’è un allarme aereo. L’indomani il maestro tiene una lezione sulla Protezione Aerea.

L’anno scolastico termina con il saggio ginnico e canti patriottici.

Il 28 ottobre 1942 un insegnante annota: «È tempo di guerra: le date care alla Patria si commemorano senza interruzioni di lavoro. Ho rievocato oggi il grande avvenimento della Marcia su Roma ed abbiamo rivolto il nostro pensiero riconoscente ai valorosi soldati che, sui lontani fronti, continuano la lotta contro il bolscevismo iniziata dal Fascismo in Patria». (Il 28 ottobre 1922, dopo la cosiddetta “marcia su Roma”, Mussolini era stato nominato Capo del Governo dal Re Vittorio Emanuele III).

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Intanto in Africa l'VIII Armata britannica, al comando del generale Montgomery, sferra un decisivo attacco, sfondando il fronte all'altezza di El Alamein.

Da un “Giornale della classe” del novembre 1942: «Continuano le incursioni nemiche sulle nostre città. Sovente, durante le lezioni, il segnale di allarme ci costringe a sospenderle per trovare rifugio nel ricovero della scuola».

Lissone fino ad ora è stata risparmiata. Una postazione antiaerea è in funzione, al confine con Monza, nei pressi della frazione Cazzaniga.

Dicembre 1942, una maestra scrive: «Sarebbe lodevole che si provvedesse almeno saltuariamente al riscaldamento della classe».

Il sabato a scuola è giorno di lavoro e in una classe quinta femminile «le alunne stanno preparando scarpine, cuffiette, sciarpe con i rimasugli di lana passatici dal locale Fascio Femminile, che verranno distribuite nella festa della Madre e del Fanciullo. Inoltre, a gruppi di sei, le alunne scendono in cucina a dare un po’ di aiuto al personale incaricato della refezione scolastica».

Si avvicina il Natale: le scuole vengono chiuse il 21 dicembre e non riapriranno che il 16 febbraio (quasi due mesi di chiusura per risparmio di combustibile).

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