Jean Moulin, il prefetto patriota
Jean Moulin il prefetto patriota, membro della Resistenza francese, per la liberazione della Francia dall’occupazione nazista
Jean Moulin nacque il 20 giugno 1899 a Béziers, nella regione Languedoc-Roussillon, nel sud della Francia. Suo padre Antonin, insegnante di Storia e Geografia, che s’impegnò molto presto nella vita politica della regione, ebbe una grande influenza su Jean. Antonin fu membro del Partito Radicale Socialista e della lega dei Diritti dell’Uomo. Sostenne Dreyfus, difese la laicità dello Stato, la tolleranza, la giustizia sociale e la democrazia.
Jean ottiene il diploma di maturità nel 1917. Appassionato della Storia dei grandi dibattiti politici, si iscrive, a Montpellier, alla facoltà di Giurisprudenza. Nello stesso tempo lavora presso l’ufficio del Prefetto. Arruolato nel 1918, partecipa agli ultimi mesi della Prima guerra mondiale. Nel 1921 si laurea in legge.
Entra nell'amministrazione prefetturale, come capo di gabinetto del Prefetto della Savoia, nel 1922, poi come Vice Prefetto d'Albertville, dal 1925 al 1930. È all'epoca il più giovane Vice Prefetto della Francia.
Fin da giovane Jean Moulin ama disegnare e dipingere. Utilizzerà lo pseudonimo di Romanin quando pubblicherà delle caricature e dei disegni umoristici su una rivista. Si servirà di una galleria d’arte a Nizza come copertura nel periodo della sua clandestinità; quando i nazisti gli daranno una matita per scrivere la sua confessione, disegnerà una caricatura del suo torturatore.
Nel 1930 diviene Vice Prefetto. Pierre Cot lo nomina Capo Aggiunto del suo dicastero agli Affari Esteri nel dicembre 1932.
Vice Prefetto nel 1933, occupa contemporaneamente la funzione di Capo di Gabinetto di Cot al ministero dell'Aviazione.
Nel 1934 assume le funzioni di segretario generale della prefettura della Somme a Amiens; nel 1936 è nuovamente nominato Capo di Gabinetto al ministero dell'Aviazione, dove aiuta i repubblicani spagnoli nella guerra civile inviando aerei e piloti. La sua più importante realizzazione fu la nazionalizzazione delle compagnie aeree, cioè la creazione di Air France.
Diventa il più giovane prefetto di Francia, nell'Aveyron, a Rodez, nel gennaio 1937.
Il 18 giugno 1940 viene nominato prefetto d'Eure-et-Loir a Chartres.
Dopo lo sfondamento del fronte della Somme e dell’Aisne da parte dei tedeschi, molti sfollati confluiscono verso Chartres; Jean Moulin si prodiga per assistere la popolazione non senza gravi difficoltà dovute ai continui bombardamenti cui la città è sottoposta. Viene arrestato nel giugno del 1940 dai tedeschi, perché si rifiuta di firmare l’arresto di soldati francesi e senegalesi, accusati ingiustamente dai tedeschi di un massacro di donne e bambini. Sottoposto a pesanti maltrattamenti per indurlo a firmare, tenta il suicidio, tagliandosi la gola con dei frammenti di vetro.
Politicamente schierato a sinistra, è revocato dal Regime di Vichy il 2 novembre 1940 e messo in disponibilità. Si installa nella sua casa familiare di Saint-Andiol (Bouches-du-Rhône) ed entra nella Resistenza francese. Si convince presto della necessità di unire le forze interne ed esterne della Resistenza.
Raggiunge Londra nel settembre 1941 sotto il nome di Joseph Jean Mercier e vi incontra Charles de Gaulle, che lo incarica di unificare i movimenti della resistenza. Viene paracadutato nelle Alpi, vicino ad Avignone, nella notte del 1 gennaio 1942. Usa gli pseudonimi di Rex e di Max.
Verso la metà del 1942 raggruppa gli effettivi paramilitari dei movimenti nell’A.S. (Armée Secrèt). Organizza in seguito altri servizi come quello delle trasmissioni WT, poi il SOAM (Services des Opérations Aériennes et Maritimes), il BIP per la propaganda, il CGE (Comité Général des Etudes: un comitato di esperti).
Nel gennaio 1943 viene creato il comitato dei Movimenti Uniti della Resistenza.
Nel febbraio 1943 ritorna a Londra in compagnia del generale Delestraint, capo dell'Armée Secrète. Riparte il 21 marzo 1943, incaricato di creare il Consiglio Nazionale della Resistenza (CNR), l'equivalente italiano del Comitato di Liberazione Nazionale. La prima riunione si terrà a Parigi il 27 maggio 1943.
È arrestato il 21 giugno 1943 (ha quarantaquattro anni) alla periferia di Lione, dove stava tenendo una riunione con i principali capi militari della Resistenza francese. Interrogato e torturato da Klaus Barbie, capo della Gestapo a Lione, muore sul treno Parigi-Berlino, nei pressi di Metz, mentre lo stava conducendo verso la deportazione in campo di concentramento.
la sua tomba nel Pantheon a Parigi
LA MARSEILLAISE
Allons enfants de la Patrie,
Le jour de gloire est arrivé!
Contre nous de la tyrannie,
L'étendard sanglant est levé!
L'étendard sanglant est levé!
Entendez-vous dans les campagnes
Mugir ces féroces soldats?
Ils viennent jusque dans nos bras
Egorger nos fils et nos compagnes!
Aux armes, citoyens!
Formez vos bataillons!
Marchons! Marchons!
Qu'un sang impur
Abreuve nos sillons!
chi era Emilio Diligenti
La Sezione lissonese dell’ANPI è dedicata a Giovanni Emilio Diligenti, molto conosciuto a Lissone dove era stato segretario della Camera del Lavoro e Consigliere Comunale.
Giovanni Emilio Diligenti
Nato a Burago Molgora nel 1924, all’età di diciannove anni entra nelle fila della Resistenza contro il fascismo.
Vladimiro Ferrari, figura di riferimento della Sinistra monzese nel dopoguerre, presidente dell’ANPI di Monza per quasi 20 anni, così lo ricordava:
“Emilio, Aldo ed altri giovani compagni monzesi e brianzoli e mio padre, avevano iniziato la lotta armata dal settembre 1943, la Resistenza. Valmadrera, Piano dei Boi, Pizzo d'Erna, culmine di S. Pietro, Valsassina, Mandello, Grigna, Val Varrone, Bellano, Colico, Legnone erano i luoghi dove si battevano soprattutto monzesi e brianzoli. Qui essi, con le loro azioni di disturbo, minacciavano continuamente le strade dello Spluga e dello Stelvio e ciò costrinse i tedeschi a stornare truppe dal fronte per fare il loro primo rastrellamento. I partigiani però riuscirono a sventare la manovra di aggiramento e i tedeschi, come al solito, bruciarono tutto ciò che trovarono sulla loro strada, fra cui le Capanne Monza e Stoppani.
Questo fatto dimostra quanto i partigiani fossero utili agli eserciti alleati: con le loro azioni obbligavano a sguarnire il fronte e rendevano più facile la lotta alleata contro i nazisti. Aldo e Emilio si batterono pure sul S. Martino nel Varesotto. Emilio rimase ferito in una di queste azioni ad una gamba durante un attacco massiccio di una divisione tedesca: Don Limonta di Concorezzo gli estrarrà il proiettile e il fratello Aldo gli salverà la vita portandoselo sulle spalle per chilometri.
Ma Aldo ed Emilio parteciparono all'attacco della centrale elettrica di Trezzo d'Adda; alla caserma della GNR di Vaprio d'Adda, da cui prelevarono molte armi; quindi attaccarono l'aereoporto di Arcore con partigiani di Vimercate, dove distrussero 5 aerei da guerra. Purtroppo dopo qualche mese dopo, al secondo attacco allo stesso aereoporto, i partigiani persero il loro comandante Igino Rota, ed Emilio venne salvato ancora una volta da sicura morte dal pronto intervento del fratello Aldo; questo contrattempo costò la vita ad altri cinque partigiani: Colombo, Cereda, Motta, Ronchi e Pellegatta che verranno fucilati sullo stesso campo d'aviazione.
Si fa presto, cari amici, a dire libertà, ma conquistarla costa sacrificio ed è quindi giusto che chi ha fatto tanto sia ricordato come esempio.
I primi mesi della lotta di liberazione Emilio li fece a fianco di mio padre e da lui ho conosciuto quindi l'ultimo anno di vita di papà, prima che cadesse in combattimento”.
Emilio, smessi i panni del partigiano, cominciò subito la sua attività quale segretario della Camera del Lavoro di Lissone e dopo qualche tempo fu eletto Consigliere Comunale; i cittadini di Lissone ricordano ancora le sue battaglie politiche, i suoi dibattiti per affrontare i tanti problemi sociali ed economici.
Diventò in seguito segretario della Camera del Lavoro di Sondrio e come tale ebbe notevoli dibattiti pubblici con uomini politici anche di livello nazionale.
In seguito fu Consigliere Provinciale e quindi Assessore ma contemporaneamente non trascurava la vita politica del suo partito che affrontava sempre con vivacità intellettuale.
Venne eletto Consigliere provinciale per il PCI, dal 1964 al 1980, e ricoprì l’incarico di Assessore provinciale dal 1980 al 1985.
a fianco Diligenti con Giorgio Amendola in un convegno del PCI sui ceti medi produttivi tenutosi il 18 e 19 aprile 1964 a Lissone
nella foto Diligenti in un intervento da Assessore della Provincia di Milano
Per più di venticinque anni fu Presidente dell’ANPI di Monza.
Molto conosciuto in Brianza soprattutto tra gli artigiani ed i piccoli imprenditori, categoria a cui apparteneva, Diligenti ha sempre sostenuto l’importanza vitale di questa zona non solo per il lavoro ma anche per la sua storia e su questo argomento ci ha lasciato un libro scritto con l’amico Pozzi, noto giornalista, edito nel 1980, dal titolo «La Brianza in un secolo di storia italiana (1848-1945)», cent’anni di storia brianzola, dai primi movimenti contadini del 1848 alla Resistenza.
Nel 1981 la Provincia di Milano gli conferì nella "Giornata della Riconoscenza" un riconoscimento consistente in una medaglia d'oro e un diploma con la seguente motivazione: “Entrato giovanissimo nel mondo del lavoro, aderì subito al movimento antifascista per partecipare poi attivamente alla resistenza. Sindacalista e Presidente dell'ANPI di Monza, nella trentennale attività di Consigliere comunale di Lissone e di Consigliere e Assessore provinciale ha costantemente lottato per la progressiva attuazione degli ideali di giustizia sociale, unendo alle capacità di iniziativa dinamica e realizzatrice l'interesse per la storia della natia Brianza che ha fatto oggetto di interessanti pubblicazioni”.
Durante gli anni del terrorismo in Italia, anche a Monza i terroristi arrivarono ad assassinare il Dott. Paoletti davanti all'uscio di casa in via De Leyva. Il Dott. Paoletti era il direttore dell'ICMESA, l'industria che aveva provocato il disastro della diossina e ciò poteva apparire una forma di giustizia mentre in un paese democratico nessuno può condannare senza regolare processo. La reazione dell'ANPI e del Comitato Unitario Antifascista fu pronta: un corteo numeroso si recò immediatamente sul posto dell’attentato per stigmatizzare il barbaro assassinio.
Una sera, per rispondere alle continue provocazioni dei terroristi in campo nazionale e locale, il Comitato Antifascista indisse una manifestazione unitaria in piazza Trento e Trieste, ma gli extra parlamentari con la scusa di non lasciar parlare il Sindaco perché democristiano cercarono di sabotarla. Gli iscritti all'ANPI con alla testa il loro Presidente Emilio Diligenti fecero barriera contro i facinorosi; ci furono spintoni, qualche sbandamento, ma il Sindaco parlò e gli extra parlamentari si ritirarono nel salone della Biblioteca civica.
Al termine della manifestazione Diligenti andò ad ascoltare gli estremisti e a un certo punto chiese la parola. Lo lasciarono parlare, la fama di comandante partigiano incuteva ancora rispetto. Disse queste parole: «La vostra pretesa di non lasciar parlare il sindaco perché DC è assurda in quanto egli è stato eletto democraticamente dal popolo e dal Consiglio Comunale secondo le regole; in più questa sera egli rappresentava la città.
«Ma ho ascoltato anche le vostre parole in questa sala e sento una forte esigenza di chiarezza anche sul terreno politico-culturale. Parlo a nome dell'ANPI e parlo soprattutto affinché nell'opinione pubblica non vi sia il minimo dubbio sul fatto che i terroristi, con qualsiasi colore o simbolo si presentino, sono nemici della convivenza civile e le foro azioni non hanno nulla a che vedere con i metodi e gli ideali partigiani.
«Noi combattevamo nel fuoco di una guerra, contro un nemico terribilmente più forte, spietato; colpivamo obiettivi ed organizzazioni militari. I terroristi uccidono e feriscono uomini inermi, in periodo di pace;
«Noi costituivamo un esercito popolare nazionale e patriottico, espressione di un grande movimento di massa nelle fabbriche, nelle campagne, nei quartieri delle città; i terroristi agiscono nell'isolamento dal popolo e sono malvisti dalla stragrande maggioranza dei cittadini;
«Noi difendevamo le fabbriche di Torino, di Milano, di Genova; i porti, le centrali elettriche; i terroristi compiono azioni indiscriminate di sabotaggio ponendo a repentaglio la stessa vita dei lavoratori;
«Noi partigiani combattevamo per abbattere una dittatura e per instaurare uno Stato Democratico; i terroristi dichiarano di voler abbattere lo Stato Democratico per aprire la strada ad una dittatura. Perciò non concepiamo nessuna tolleranza o comprensione o trattativa verso i terroristi; ma rigore e fermezza politica contro di loro e contro i loro amici. Questi non sono compagni che sbagliano, questi vogliono abbattere ciò che abbiamo costruito con la Resistenza: la Democrazia».
“Noi, - diceva Emilio Diligenti, - crediamo che il grande concetto di partecipazione, che fu alla base della Resistenza sia il fondamento della nostra civiltà. Lo è per noi certamente ma ai giovani bisogna cominciare da capo a insegnarglielo. Dobbiamo studiare ancora la nostra storia, bisogna aggiornarla con le nuove esperienze e far capire che l'antifascismo non può essere un fatto di noi partigiani, dei combattenti per la libertà. L’antifascismo, come la democrazia, sono un fatto di civiltà, di libertà, di dignità da diffondere. Occorre in ogni modo prendere precisa coscienza di quella che è stata la tormentata storia d'Italia nella prima metà del 20° secolo, per risolvere positivamente il rapporto fascismo-antifascismo, portando a compimento quella rivoluzione democratica che sola potrà eliminare per sempre dalla società italiana ogni radice di fascismo”.
Attività della Sezione ANPI di Lissone nel 2014
29 marzo 2014

I partecipanti hanno reso omaggio al valore di quanti seppero scegliere, in un’ora difficile della nostra storia, tra civiltà e barbarie, testimoniando con la stessa vita la loro fede nei valori di democrazia, giustizia e libertà.
Dopo la celebrazione di una messa in suffragio, i partecipanti si sono raccolti davanti al cippo commemorativo in località Santa Margherita di Fossa Lupara, frazione di Sestri Levante.
Erano presenti alcuni parenti del giovane partigiano lissonese, che rimase vittima di una feroce rappresaglia e seppe affrontare il suo tragico destino con grande dignità, come testimoniano alcune lettere inviate alla famiglia nell’imminenza dell’esecuzione.
In rappresentanza dell’Amministrazione comunale lissonese, anch’essa invitata a partecipare, sono intervenuti la Sindaca Concettina Monguzzi, l’assessore Giovanni Angioletti e la consigliera comunale Monica Borgonovo.
Attività della Sezione ANPI di Lissone nel 2013


Sabato 28 settembre
24 novembre
Giornata nazionale del tesseramento
in piazza Libertà
In ricordo di Alberto Fossati
Dicembre 2012
Alberto Fossati ci ha lasciati. Fu tra i primi a collaborare per la ricostituzione dell’ANPI a Lissone nel 2005, in occasione del 60° annoversario della Liberazione. Da allora è sempre stato presente, nonostante i suoi numerosi impegni nella vita politica lissonese, alle iniziative della nostra Sezione.
Alberto Fossati è stato Consigliere Comunale dal 2002 al 2007, eletto nella lista "Uniti per Lissone" ed ha continuato il suo impegno politico negli anni successivi, collaborando anche nelle ultime amministrative alla vittoria della coalizione guidata dal Sindaco Concetta Monguzzi.
Uomo di sinistra, dotato di grande capacità di dialogo e di confronto con le forze più moderate della coalizione, capace di sostenere la fatica di arrivare a scelte condivise, nel rispetto delle differenze di ciascuno.
Lo vogliamo ricordare per la sua grande passione politica per realizzare una migliore giustizia sociale, le sue doti di lealtà e la sua determinazione nelle avversità.
Anche nella sua malattia ha lottato strenuamente per restare attivo e difendere la sua libertà, libertà di stare in mezzo agli altri, evitando categoricamente di chiudersi a letto, libertà di partecipare e di interessarsi ai problemi degli altri e della sua Lissone, fino all'ultimo, fino alla vigilia.
Così determinato da illudere tutti a sperare che la situazione non fosse così tragica come gli esami dimostravano, fino poi precipitare rovinosamente e all'improvviso il giorno di Natale.
Idealmente ti vediamo lassù in montagna sotto l'ombra di un bel fior...
"e la gente che passerà, dirà o che bel fior,
e questo è il fiore del partigiano, morto per la libertà"
Ciao Alberto.
Il nostro Sindaco, Concettina Monguzzi, ricorda Alberto Fossati
Attività della Sezione ANPI di Lissone nel 2012
In occasione del "Giorno della Memoria" 2012
25 marzo 2012: Viaggio a Sestri Levante in ricordo del partigiano lissonese Arturo Arosio fucilato nella frazione Santa Margherita di Fossa Lupara.
immagini della cerimonia
In occasione del 67° anniversario della liberazione dell’Italia dalla dominazione nazista e dal regime fascista, Venerdì 20 aprile 2012 alle ore 21, presso la Biblioteca civica di Lissone, piazza IV Novembre
Con la presenza di Pietro Arienti, autore del libro, presentazione di:
DALLA BRIANZA AI LAGER DEL TERZO REICH. La deportazione verso la Germania nazista di partigiani, oppositori politici, operai, ebrei. Il caso dei lavoratori coatti.
Il notevole contributo di sangue e di sofferenze della Brianza: 252 deportati nei lager nazisti, 40 ebrei arrestati, oltre 1200 uomini e donne trasferiti in Germania come manodopera. Tra di loro 48 lissonesi.
Ricostruire le vicissitudini dei deportati vuol dire non solo raccontare fatti: il dramma individuale si fa collettivo, la particolarità della singola esperienza diventa tassello di un racconto storico più ampio e generale.
Lunedì 23 e martedì 24 aprile, il presidente dell'ANPI di Lissone, Renato Pellizzoni, incontra gli studenti delle III classi della scuole medie Farè e Croce per parlare di Resistenza e deportazione, in Italia e nella nostra città.
Giovedì 26 aprile, Egeo Mantovani, partigiano e attuale presidente onorario dell'ANPI di Monza e Brianza, incontra gli studenti dell'I.S. "Europa Unita" di Lissone per parlare della "Guerra di Liberazione".
Verranno anche proiettati, rispettivamente, "IL VIAGGIO di ROBERTO", la storia di Roberto Camerani, deportato a Ebensee, e "UN POPOLO per la LIBERTÀ", la Resistenza in Italia.
Il 25 aprile , l'oratore ufficiale dell'ANPI, a Lissone, è stato il prof. GIOVANNI MISSAGLIA
Di seguito il documento che l'ANPI di Lissone ha sottoposto all'attenzione pubblica e ai candidati a Sindaco per le prossime elezioni amministrative. Si tratta di cinque semplici proposte per arginare il razzismo e, perciò, per noi dell'ANPI, di un tema particolarmente scottante. Vorremmo che i candidati, si potessero pronunciare pubblicamente, nelle forme da essi preferite, sul loro eventuale impegno in merito.
CINQUE IMPEGNI CONTRO IL RAZZISMO E PER LA COESIONE SOCIALE
La crescita degli episodi di razzismo su tutto il territorio nazionale coinvolge e riguarda tutti, singoli cittadini, società civile e mondo politico. Ma attribuisce una particolare responsabilità ai soggetti istituzionali, che hanno il compito di governare una società complessa evitando che la diversità, comunque intesa, sia ingiustamente criminalizzata. L’uguaglianza di tutti i cittadini a prescindere dal genere e dagli orientamenti sessuali, dalle condizioni sociali, dalle convinzioni religiose e dal colore della pelle è un valore costituzionale irrinunciabile che non dovrebbe dipendere dalle diverse sensibilità politiche.
Per questo l’ANPI di Lissone chiede ai candidati a Sindaco delle prossime elezioni amministrative di assumere davanti alla cittadinanza l’impegno a promuovere politiche di integrazione che aiutino a prevenire episodi di intolleranza o di vero e proprio razzismo. In particolare, chiede di assumere i seguenti impegni:
- 1) Promuovere e sostenere in tutte le scuole del territorio iniziative di sensibilizzazione sui temi dell’integrazione sociale e culturale;
-
- 2) Organizzare le celebrazioni del 25 aprile in modo che, accanto all’indispensabile momento della memoria della Resistenza e del ricordo della liberazione dal nazifascismo, siano collocate riflessioni e iniziative sulle forme attuali di discriminazione;
-
- 3) Impegnare il Consiglio comunale a sollecitare formalmente le forze politiche e il Parlamento all’approvazione di una nuova legge sulla cittadinanza che preveda, tra l’altro, il diritto di voto amministrativo per quei cittadini immigrati che da anni lavorano e risiedono regolarmente in Italia;
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- 4) Istituire una sede permanente di consultazione con le comunità straniere presenti sul territorio di Lissone in modo da condividere l’analisi degli eventuali problemi di integrazione e l’individuazione delle possibili soluzioni;
-
- 5) Sostenere culturalmente e finanziariamente le tante associazioni territoriali che, a diverso titolo, lavorano sui temi dell’integrazione e della coesione sociale.
13 maggio 2012: Viaggio della Memoria alla casa dei CERVI a Gattatico
2 giugno 2012: festa della Repubblica
Sabato 16 giugno 2012, alle ore 11, in piazza Libertà, si è svolta una cerimonia a ricordo dei partigiani lissonesi fucilati nel giugno 1944. Aderenti all"ANPI di Lissone hanno depositato una corona di fiori sul monumento a loro dedicato. Hanno partecipato anche alcuni consiglieri in rappresentanza dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco, Concetta Monguzzi, che ha dato la sua adesione, non ha potuto partecipare per altri pressanti impegni.
(foto di Gianni Radaelli)
Nel giugno 1944 piombo nazifascista stroncava le giovani vite di cinque lissonesi : Attilio Meroni, fucilato in Valdossola, di anni 19, Pierino Erba, di anni 28 e Carlo Parravicini, di anni 23, fucilati a Lissone nell’attuale Piazza Libertà, Remo Chiusi e Mario Somaschini, di anni 23, fucilati a Monza in Villa Reale.
Nel 68° anniversario del loro sacrificio per la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, l’ANPI lissonese li ricorda.
Attività della Sezione ANPI di Lissone nel 2011
150° anniversario Unità d’Italia




17 giugno: in piazza Libertà cerimonia a ricordo dei partigiani lissonesi fucilati
FESTA del TESSERAMENTO
SABATO 3 dicembre dalle ore 15 alle 18
Lissone, Piazza Libertà
attività della Sezione di Lissone nel 2010
In occasione del "Giorno della Memoria" Sabato 23 gennaio 2010 presso la sala Polifunzionale della Biblioteca Civica di Lissone è stato presentato, alla presenza del figlio PierLuigi, il libro “DIARIO DI FOSSOLI” di Poldo Gasparotto, Medaglia d’oro al Valor Militare, Comandante delle Formazioni Giustizia e Libertà, fucilato nel campo di concentramento di Fossoli il 22 giugno 1944.
Domenica 21 Marzo 2010 una delegazione della Sez. ANPI di Lissone ha partecipato a Santa Margherita di Fossalupara alla commemorazione dei Caduti della Vallata di Santa Vittoria (Sestri Levante).
In quel luogo venne fucilato il 18/03/45 anche il nostro concittadino Arturo Arosio.
A questa Manifestazione, organizzata dall'ANPI di Sestri Levante, partecipano già da diversi anni delegazioni di vari comuni (Sindaci o loro delegati con gonfaloni ).
Domenica 18 aprile 2010, in occasione del quinto anniversario della ricostituzione della nostra Sezione siamo stati in Piazza Libertà con un banchetto per far conoscere ai cittadini, oltre alle finalità della nostra associazione, le principali attività svolte in questi cinque anni e quelle in programma a cominciare dalle lezioni sulla Costituzione.
Domenica 25 aprile 2010: partecipazione alle celebrazione organizzata dal Comune di Lissone
viaggio del ricordo
Da quel sito il 20 Giugno i nazi-fascisti prelevarono 43 persone.

Giglio Bottelli, era nato a Dagnente, abitava ad Intra aveva 31 anni
attività della Sezione ANPI "Emilio Diligenti" di Lissone nel 2009

In mattinata, presso il cimitero urbano, l’ANPI Lissone ha commemorato Luciano Donghi. Marianella Cazzaniga e Mariuccia Brusa, ex Consigliere comunale, hanno ricordato la figura del nostro benemerito concittadino, quando Luciano Donghi si interessava e operava in favore delle persone portatrici di handicap e quando sedeva tra i banchi del Consiglio Comunale.



Sabato 24 gennaio 2009 ore 14.45
Con i cittadini di domani oggi parliamo di …


Domenica 29 marzo 2009

Il 18 marzo 1945 veniva fucilato
A lui nel 1963 era stata dedicata una via. Negli anni ’80, a seguito della costruzione di un nuovo insediamento abitativo, la via scompariva dalle mappe cartografiche di Lissone.
Durante le celebrazioni del 25 aprile dello scorso anno, l’ANPI di Lissone ha chiesto all’amministrazione comunale di provvedere affinché in città rimanga ancora viva la memoria di questo giovane lissonese. Recentemente abbiamo rinnovato la richiesta con una lettera al Sindaco.
Domenica 29 marzo 2009 una delegazione di cinquanta cittadini lissonesi ha partecipato, anche su invito dell’ANPI di Sestri, alla cerimonia di commemorazione dei partigiani uccisi durante la lotta di Liberazione nell’entroterra di Sestri Levante, tra i quali il diciannovenne lissonese Arturo Arosio.
I partecipanti hanno reso omaggio al valore di quanti seppero scegliere, in un’ora difficile della nostra storia, tra civiltà e barbarie, testimoniando con la stessa vita la loro fede nei valori di democrazia, giustizia e libertà.
Dopo la celebrazione di una messa in suffragio, i partecipanti si sono raccolti davanti al cippo commemorativo in località Santa Margherita di Fossa Lupara, frazione di Sestri Levante.
L’ANPI di Sestri Levante aveva invitato anche il Sindaco di Lissone con il gonfalone comunale: il Sindaco di Lissone ha comunicato, con una lettera, l’impossibilità di una sua partecipazione.
Erano presenti il fratello di Arturo Arosio, Anselmo, ed alcuni parenti del giovane partigiano lissonese, che rimase vittima di una feroce rappresaglia e seppe affrontare il suo tragico destino con grande dignità, come testimoniano alcune lettere inviate alla famiglia nell’imminenza dell’esecuzione.
Ha presieduto la cerimonia l’ex partigiano Daniele Massa, nome di battaglia Lucifero, attuale Presidente dell’ANPI di Sestri Levante, che conobbe personalmente Arturo Arosio.
Nel 65° anniversario della fucilazione di quattro partigiani lissonesi, per ricordare il tragico evento, Sabato 13 giugno alle ore 18, l’ANPI di Lissone, durante una breve cerimonia, ha deposto dei fiori in Piazza Libertà dove avvenne la fucilazione.