Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

Attilio Mazzi

9 Avril 2014 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #storie di lissonesi

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27/4/1885     9/4/1945 a Mauthausen-Gusen
Lissone, 9 aprile 2014
Oggi desideriamo ricordare Attilio Mazzi che per il suo dichiarato antifascismo perse la vita. Dedichiamo queste brevi note a tutti i suoi parenti.
Ma ripercorriamo brevemente i fatti di quella domenica 25 luglio 1943.
Nella riunione del Gran Consiglio del Fascismo, alle 3 del mattino viene approvato l'ordine del giorno presentato da Grandi (con 19 voti su 27); la fine del fascismo è decretata: Mussolini è messo in minoranza. Il Gran Consiglio ha provocato la caduta del regime.
Alle 17 Mussolini porta al re le decisioni del Gran Consiglio e viene informato che sarà sostituito a capo del governo dal generale Badoglio. Al termine dell'udienza Mussolini viene tratto in arresto.
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Il radiogiornale della sera (alle ore 22.45) informa gli italiani dell'accaduto.

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A Lissone, all’indomani, mentre i lissonesi Francesco Mazzilli, Attilio Gattoni e Carlo Arosio, ­arrestati verso la fine giugno 1943 ed incarcerati a S. Vittore vengono liberati, un nostro concittadino, Attilio Mazzi - un benestante milanese ma veronese di nascita, da tempo attivo in Lissone dove aveva aperto uno stabilimento per la tranciatura del legno e dove svolge una ben avviata attività di intermediazione e di rappresentanza di legnami con sede in Via Roma - sfila per le vie di Lissone, innalzando un cartello con l’immagine di Badoglio, mettendosi a capo di un breve corteo che manifesta apertamente a favore del nuovo governo, come per salutare il nuovo spazio di libertà che finalmente sembrava schiudersi. Sfila nel centro del paese, percorre Via Sant'Antonio, attraversa Piazza Vittorio Emanuele (l’attuale Piazza Libertà), sino alla Casa del Fascio, dove vengono strappate le immagini di Mussolini e distrutti i simboli del Fascismo.

Ma dopo la fondazione della Repubblica Sociale, il 22 febbraio 1944, la polizia arresta Mazzi davanti alla stazione, all'arrivo dalla sua abitazione di Milano. Rinchiuso nelle carceri di Monza, interrogato dalle SS, viene trasferito a San Vittore. Negli stessi giorni il suo magazzino di legnami di via Roma viene saccheggiato: da un momento all'altro la sua famiglia si trova senza più nulla, sul lastrico. Il 27 aprile 1944 Attilio Mazzi, per il suo dichiarato antifascismo, è internato nel campo di concentramento di

Fossoli (dove, il 12 luglio 1944, rischia di essere fucilato con Davide Guarenti), prima di finire i suoi giorni, per la fatica sul lavoro e gli stenti, nel lager di Mauthausen-Gusen. Da Fossoli 
undefinedscrive una tenerissima lettera alla moglie: “... Qualunque cosa avvenga, tu dovrai essere fiera del nome che porto. Non mi sono mai pentito di essere stato, e lo sono sempre un vero italiano – lo dissi e lo ripetei ai miei inquisitori con testa alta. Ci tengo a ripeterlo perché tu un giorno lo possa dire …”. 
Desideriamo oggi ricordarlo per la sua forza d'animo e, raccogliendo il suo invito, ci impegniamo a far conoscere il suo sacrificio alle nuove generazioni.  Durante l’Amministrazione del sindaco Fausto Meroni, una via di Lissone è stata dedicata ad Attilio Mazzi. 
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trascrizione della lettera di Attilio Mazzi inviata alla moglie dal campo di concentramento di Fossoli

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