Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

rassegna stampa ed altro

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da IL GIORNALE di MONZA 22 gennaio 2013

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da IL GIORNO sabato 8 settembre 2012

articolo di Fabio Luongo

8 settembre 2012 articolo di Fabio Luongo IL GIORNO

 


da IL GIORNALE di MONZA per 8 settembre

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da IL GIORNO di sabato 2 giugno 2012

articolo di FABIO LUONGO

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25 aprile 2012 IL CITTADINO

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Lissone, pubblicati on line i documenti della fucilazione di quattro partigiani

 

da Il Giorno

 

articolo di Fabio Luongo

 

— LISSONE —

 

20 giugno 2011

 

I DOCUMENTI di un episodio importante della storia della Resistenza locale on-line sul sito dell’Associazione partigiani. Ad oltre 60 anni di distanza dalla fucilazione, avvenuta nel giugno 1944 nell’attuale piazza Libertà e alla Villa Reale di Monza, di 4 partigiani lissonesi, la sezione cittadina dell’Anpi ha pubblicato sulle sue pagine web copia dei documenti originali che attestano l’avvenuta esecuzione dei 4 combattenti per la libertà, uccisi da membri delle SS naziste e da squadristi della RSI. I materiali sono stati ritrovati dall’Anpi Lissone attraverso alcune ricerche negli Archivi di Stato di Milano: testi e immagini di tali documenti sono consultabili all’indirizzo http://anpi-lissone.over-blog.com. Si tratta di due comunicazioni, redatte una dal Presidio di Desio della Guardia Nazionale Repubblicana il 16 giugno ’44 e l’altra dal Presidio di Monza della Gnr il 17 giugno, in cui si informa dell’avvenuta fucilazione nella piazza principale di Lissone di Pierino Erba e Carlo Parravicini, e dell’esecuzione il giorno successivo in Villa Reale di Mario Somaschini e Remo Chiusi, partigiani lissonesi.

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Lissone, l'Anpi racconta storie e immagini della vita in paese nell’Ottocento

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo

 

RACCONTI, foto d’epoca e documenti storici sulla Lissone dell’800, dagli anni dell’Unità d’Italia a inizio ‘900. Una quindicina di approfondimenti per scoprire le scuole di allora, le società di mutuo soccorso, il primo sciopero lissonese, i tram che facevano servizio a Lissone, le case, il lavoro e le condizioni di vita. È l’iniziativa realizzata dalla sezione locale dell’Anpi per il 150esimo dell’Unità d’Italia: l’Associazione Partigiani ha creato sul suo sito internet una sezione chiamata «Lissone, frammenti di storia», dedicata alla storia locale della seconda metà dell’Ottocento.

 

Navigando all’indirizzo http://anpi-lissone.over-blog.com si possono trovare notizie e curiosità su «I sindaci di Lissone dall’Unità a oggi», «La popolazione nel 1861», «La stazione ferroviaria», «La Società di Mutuo Soccorso fra operai e agricoltori», «La Scuola di disegno e intaglio», «Il primo sciopero di lissonesi dall’Unità d’Italia», «Il sistema del lavoro a domicilio», «Il tram passa da Lissone», «L’antico Comune di Cassina Aliprandi annesso nel 1869 a Lissone». A maggio verrà poi organizzato, nella sede Anpi, un «Corso di storia del Risorgimento» condotto dal docente di storia Giovanni Missaglia, che già domani alle 18 in biblioteca terrà la conferenza «Fratelli d’Italia? L’idea di nazione a 150 anni dall’Unità d’Italia».

 

 

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Lissone, questa sera presentazione del libro “Lissone 1939-1945. Storie di guerra e di Resistenza”

24 Settembre 2010

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo

— LISSONE —

UN LIBRO per raccontare la Resistenza a Lissone e i lissonesi che hanno preso parte alla lotta di Liberazione dal nazifascismo. Ma anche come furono vissuti i tempi della Seconda guerra mondiale in città, con la dura esistenza delle famiglie strette fra razionamenti alimentari, allarmi aerei, mariti e figli al fronte o in prigionia. E poi quello che succedeva nelle scuole, accanto alle storie di partigiani, di prigionieri dei lager, di soldati sbandati dopo l’8 settembre ‘43, di lissonesi che hanno combattuto nel Corpo Italiano di Liberazione, di deportati impiegati come forza lavoro coatta dai nazisti. Il tutto ricostruito grazie a un lavoro di scavo negli archivi e attraverso le parole e le testimonianze degli ultimi superstiti

È il volume scritto dal lissonese Renato Pellizzoni, presidente della sezione locale dell’Anpi, e appena pubblicato con il titolo «Lissone 1939-1945. Storie di guerra e di Resistenza». Il testo verrà presentato dall’autore oggi alle 20.45 nella sala polifunzionale al secondo piano della biblioteca civica di piazza IV Novembre. Pellizzoni narrerà dei 15 lissonesi che persero la vita combattendo per un’Italia libera - 8 di essi furono fucilati, 7 non tornarono dai lager hitleriani -, come pure dei tanti altri lissonesi che passarono gli anni della loro gioventù in guerra. Nel libro, oltre a uno spaccato introduttivo su «Lissone durante la Seconda guerra mondiale», si trovano raccontate le vicissitudini di alcuni tra loro, come Gabriele Cavenago, ex partigiano delle Sap; Giuseppe Parravicini e Oreste Parma, sopravvissuti ad Auschwitz e al lager di Dora; Oreste Ballabio, che combattè nel Corpo Italiano di Liberazione; Carlotta Molgora, che fu staffetta partigiana; Luigi Erba, che fece la Resistenza in Val d’Ossola; Luciano Donghi, con il suo impegno antifascista a tutto tondo.

 

 


 

Lissone, sei riconoscimenti a internati nei lager che combatterono contro il nazifascismo

 

10 Settembre 2010

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo

 

SEI RICONOSCIMENTI da parte dello Stato in memoria di altrettanti lissonesi che, da militari, dopo l’8 settembre ’43 rifiutarono di schierarsi con la Repubblica di Salò e con i nazisti e per questo patirono quasi due anni di campo di concentramento in Germania. Sono state consegnate l’altra mattina in Prefettura a Milano, con una cerimonia ufficiale, le medaglie d’onore a 6 ex Internati militari italiani di Lissone, per la deportazione subita nei lager nazisti. I 6 lissonesi, catturati dai tedeschi, furono trasportati come prigionieri in Germania e sfruttati come forza lavoro coatta nelle fabbriche del Terzo Reich; poterono tornare a casa, in Italia, solo dopo essere stati liberati dai lager dalle truppe alleate, al termine della Seconda guerra mondiale. I riconoscimenti, tutti alla memoria, sono stati ritirati dai familiari: ad Adele Cogliati è stata consegnata la medaglia intitolata al padre Luigi a Giovanna Erba quella per il marito Umberto Vigano, deportato politico, arrestato alla Pirelli in seguito ad uno sciopero; a Franca Fossati quella per il marito Renzo Mauri, catturato il 9 settembre ’43; a Renato Pellizzoni quella per il padre Arnaldo, anch’egli internato militare, catturato il 10 settembre ’43; a Erminia Rovati quella per il marito Libero Foglieni, deportato politico; a Mirca Tremolada quella per il padre Carlo, internato militare, catturato il 16 settembre ’43.


 

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Lissone, partigiani fucilati: Anpi ha ritrovato documenti inediti

10 giugno 2009

da Il Giorno
articolo di Fabio Luongo

— LISSONE —
DOCUMENTI INEDITI sulla fucilazione dei 4 partigiani lissonesi uccisi nel 1944 dai nazifascisti, 2 nell’odierna piazza Libertà e 2 in Villa Reale a Monza. Li ha rinvenuti il presidente della sezione locale dell’Anpi, Renato Pellizzoni, nel corso di alcune ricerche negli Archivi di Stato di Milano e negli archivi comunali di Lissone. Testi e immagini di questi nuovi documenti originali sono stati ora pubblicati sul sito internet dell’Anpi cittadina, consultabili da tutti, all’indirizzo www.anpi-lissone.over-blog.com.

Il materiale parla dell’esecuzione, avvenuta tra il 16 e il 17 giugno ’44, di Carlo Parravicini, Pierino Erba, Remo Chiusi e Mario Somaschini. Si tratta di due comunicazioni redatte una dal Presidio di Desio della Guardia Nazionale Repubblicana la sera del 16 giugno, e l’altra dal Presidio di Monza della Gnr: nella prima si informa dell’avvenuta fucilazione nella piazza principale di Lissone del 28enne Erba e del 24enne Parravicini «per disposizione di alcuni ufficiali della SS tedesca», e della presa in consegna, sempre da parte delle SS, del 23enne Somaschini e del 24enne Chiusi; nella seconda si racconta dell’esecuzione «eseguita da elementi delle SS germaniche e da squadristi», il 17 giugno, di Somaschini e Chiusi, quali autori di un attentato a due fascisti della Legione Muti avvenuto proprio a Lissone la sera del 15 giugno ‘44.

L'Anpi ha inoltre trovato negli archivi comunali e pubblicato sul suo sito i certificati di morte dei 4 e il diploma di riconoscimento di partigiani caduti. Intanto, questo sabato, in occasione del 65esimo anniversario della fucilazione, l'Anpi organizzerà una breve cerimonia commemorativa alle 18 in piazza Libertà.


  


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Lissone, lezioni di storia con l'Anpi 

Mercoledi’ 18 marzo 2009

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo 

 

— LISSONE —

SEI INCONTRI sulla storia del Novecento, per poter capire meglio gli avvenimenti attuali. Sei lezioni che spazieranno dalle due guerre mondiali alla guerra fredda, dallo scontro tra democrazie e totalitarismi all’Italia tra ventennio fascista e Resistenza, passando per temi come la questione israelo-palestinese e la globalizzazione.

È L’INIZIATIVA promossa dalla sezione cittadina dell’Anpi, che organizza un Corso di Storia del Novecento completamente gratuito nella sua sede di piazza Cavour. Per partecipare occorre iscriversi fin da oggi telefonando allo 039.480229 oppure inviando una e-mail all’indirizzo anpilissone@libero.it Le lezioni saranno tenute da Giovanni Missaglia, docente di storia e filosofia al liceo scientifico Frisi di Monza, e si svolgeranno dalle 18 alle 19.30. Il corso inizierà lunedì 6 aprile e si terrà poi lunedì 20 e 27, lunedì 4, 11 e 25 maggio. «Gli argomenti trattati - spiegano dall’Anpi - saranno la Grande guerra e le sue eredità, democrazie, comunismi, fascismi, la seconda guerra mondiale e la guerra fredda, l’Italia dal fascismo alla democrazia, la questione palestinese e la globalizzazione».

«CONOSCERE la storia del Novecento per comprendere meglio gli avvenimenti dei nostri giorni: è questo l’obiettivo che ci proponiamo. Il corso è aperto sia agli studenti delle scuole superiori che a coloro che intendono approfondire le loro conoscenze sul secolo breve». Intanto, domenica 29, l’Anpi sarà a Sestri Levante per commemorare l’uccisione del partigiano lissonese Arturo Arosio.



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Lissone, «Giorno della Memoria»

da Il Giorno: articolo di Fabio Luongo

Mercoledì 21 gennaio 2009

 

Storie di brianzoli deportati

LE PAROLE di quasi 600 deportati nei lager nazisti, tra cui anche alcuni lissonesi, nel lavoro documentario di uno storico. Il racconto di chi è tornato dai campi di concentramento e di chi invece non ce l’ha fatta. È l’incontro promosso per questo sabato alle 14.45, nella sala polifunzionale della biblioteca civica di piazza IV Novembre, dalla sezione cittadina dell’Anpi presieduta da Renato Pellizzoni (nella foto) e dallo Spi-Cgil in occasione del «Giorno della Memoria», per ricordare lo sterminio del popolo ebraico e i deportati italiani nei campi hitleriani. L’iniziativa vedrà una conferenza di Giuseppe Valota, attuale presidente dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati) di Sesto San Giovanni e figlio di Guido, deportato politico morto a Mauthausen. Valota ha svolto una ricerca storica lunga 15 anni sulla deportazione politica nell’area industriale di Sesto, raccogliendo diari, testimonianze e interviste su 553 lavoratori deportati nel ’43-’45 nei lager. A seguire, verranno consegnate tessere onorarie dell’Anpi a parenti di lissonesi deportati o che hanno contribuito alla Resistenza. Ingresso libero




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Lissone, Anpi: intitolare una via a Arturo "Tarzan" Arosio

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo

Sabato 3 maggio 2008

 

— LISSONE —

UNA VIA per Arturo Arosio detto «Tarzan», 19enne partigiano lissonese fucilato dai nazifascisti nel marzo del 1945 a Sestri Levante, in Liguria, dove combatteva con la Brigata «Centocroci» di La Spezia. Una strada che già nel 1963 il consiglio comunale aveva deciso di intitolargli, ma che ad oggi non esiste più sullo stradario della città. È la richiesta avanzata al sindaco Ambrogio Fossati e alla sua giunta dalla sezione cittadina dell'Anpi. L'Associazione partigiani vorrebbe infatti che per la prossima Festa della Liberazione ci fosse un luogo di Lissone - strada, piazza, giardino o che altro - che ricordi questo martire della Resistenza. «L'Anpi di Lissone - spiega il presidente, Renato Pellizzoni - chiede al sindaco che per il 25 aprile 2009, quando ci ritroveremo a celebrare la Liberazione, vi sia ancora un luogo della città che rechi il nome di Arturo Arosio».

RINGRAZIANDO Fossati e la sua amministrazione per aver recentemente deciso di intitolare i giardini fra Palazzo Terragni e l'ex municipio al lissonese Gianfranco De Capitani da Vimercate, morto nel lager di Ebensee, Pellizzoni ricorda come «nel '63, con una delibera del consiglio comunale, si era stabilito di dedicare ad Arturo Arosio una via di Lissone: questa via è rimasta sulle mappe stradali fino agli anni '90, oggi non esiste più nella nostra città». La strada era quella che congiunge via Cattaneo e via Edison, e che oggi porta anch'essa il nome di via Edison. «Arosio era nato a Lissone il 24 maggio 1925 - racconta Pellizzoni -, ed era stato arruolato nella divisione alpina Monterosa. Addestrato in Germania e rimpatriato nel '44, venne dislocato nell'entroterra ligure». Qui si unì alla Brigata «Centrocroci»; catturato, venne condannato prima a 30 anni e poi, con un processo farsa, a morte dopo un'azione partigiana che uccise due repubblichini

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9 aprile 2008

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo

— LISSONE —

UN PARCO PUBBLICO per ricordare un deportato lissonese, morto a soli 19 anni in un campo di concentramento nazista nel '44. D'ora in avanti i giardinetti situati tra Palazzo Terragni e l'ex comune oggi sede degli ambulatori Asl si chiameranno «Largo Gianfranco De Capitani da Vimercate». Lo ha stabilito la giunta guidata dal sindaco Ambrogio Fossati, accogliendo così una proposta originariamente avanzata, nel gennaio 2007, a nome anche dei parenti, dalla sezione cittadina dell'Anpi, che sulla figura di questo lissonese morto in lager ha svolto alcune ricerche di taglio storico. La decisione è stata già ufficializzata con una delibera. Gianfranco De Capitani da Vimercate era nato a Lissone, il 4 febbraio del 1925, e morì nel lager di Ebensee il 5 dicembre del 1944. Figlio di una famiglia molto nota in città e di un padre di idee antifasciste, venne internato in lager e costretto al lavoro coatto, fino alla morte. Già nel '63 il comune aveva intitolato una strada di Lissone a De Capitani. «Nel 1999, però - spiega il presidente dell'Anpi, Renato Pellizzoni - la denominazione di via Gianfranco De Capitani fu sostituita con una nuova», dato che in città esistevano sia via Carlo De Capitani da Vimercate che via Gianfranco De Capitani da Vimercate, una quasi omonimia che causava grossi disagi ai residenti. Si scelse di sostituire il nome di via Gianfranco De Capitani visto che era quella con la minor quantità di numeri civici. «L'intitolazione era già nel cuore della giunta, dopo l'intervento di qualche anno fa - sottolinea il sindaco Fossati -. Arriveremo a mettere la targa nei giardini pubblici per il 25 Aprile, che celebreremo in piazza Libertà (di fronte ai giardinetti, ndr), unendo l'omaggio alla stele in memoria dei partigiani fucilati e ai giardini di nuova intitolazione».

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18 April 2008

Lissone, mostra fotografica per inaugurare la sede dell’Anpi

da Il Giorno

articolo di Fabio Luongo

 

— LISSONE —

L'ANPI LISSONESE ha trovato casa. La sezione cittadina dell'Associazione Partigiani avrà finalmente una sede tutta sua, che verrà ufficialmente inaugurata domani alle 15. Il gruppo farà base nei locali che affacciano su piazza Cavour, occupati un tempo dai Democratici di Sinistra. In occasione del battesimo della nuova sede, sarà allestita una piccola mostra fotografica con alcune immagini che ripercorrono la storia di Lissone dal 1920 al 1945. Costituita nella primavera del 2005 da 30 iscritti, la sezione locale dell'Anpi ne conta oggi 65, di cui circa il 40% sono donne. Nei suoi primi tre anni di attività l'associazione ha organizzato diverse iniziative, fra cui le apprezzate mostre sulla scuola elementare durante il Ventennio fascista e sugli internati militari nei lager nazisti. L'Anpi Lissone è intitolata a Emilio Diligenti, ex partigiano poi segretario della Camera del Lavoro di Lissone, che fu anche consigliere comunale e assessore provinciale. Il sodalizio ha inoltre dal 2007 un attivissimo sito internet, visitabile all'indirizzo anpi-lissone.over-blog.com, che ha ricevuto finora quasi 20mila contatti: vi vengono pubblicate le ricerche storiche condotte sulla città durante il Fascismo, la Resistenza e l'avvento della Repubblica. Attualmente ci si può trovare le schede biografiche, corredate da immagini e da notizie spesso inedite, riguardanti 15 caduti lissonesi per la libertà, 8 fucilati dai nazifascisti e 7 morti nei lager tedeschi; articoli storici, nonché i risultati di ricerche negli archivi comunali sulla Lissone degli anni '40 e su Palazzo Terragni.

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articolo di Fabio Luongo da "IL GIORNO" del 26 gennaio 2008 undefined



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19 December 2007

da Il Giorno

articolo Fabio Luongo

Lissone, monumento «sbagliato» anche per l’unione Reduci di Russia

 

— LISSONE —

L'ANPI NON DEMORDE nelle sue critiche al nuovo monumento ai Caduti realizzato al cimitero, accusato di contenere, tra l'altro, errori e inesattezze nell'elenco dei dispersi e dei morti lissonesi in guerra. L'associazione partigiani porta ora a sostegno della sua tesi una lettera inviatale dall'Unione Italiana Reduci di Russia. «Abbiamo ricevuto una lettera dall'Unirr in risposta a una nostra richiesta - spiega il presidente dell'Anpi cittadina Renato Pellizzoni -: in essa viene confermato che i dispersi lissonesi in Russia, non più ritornati, nel 1941-42 sono più del doppio (oltre 60) dei dispersi nelle varie campagne riportati nel nuovo monumento. Dall'elenco inviatoci dall'Unirr possiamo constatare che i nominativi dei lissonesi dispersi sono esattamente quelli contenuti nel monumento ligneo che si trova nella chiesa dell'oratorio maschile», una pala d'altare inaugurata nel 1955, in occasione del decimo anniversario della fine della Seconda guerra.

 


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Lissone, Partigiani e sindaco: la guerra è scoppiata

Sabato 08 Dicembre 2007

da Il Giorno
articolo di FABIO LUONGO

Ultimo capitolo una lettera dell’Anpi

— LISSONE —
IGNORATI dall'Amministrazione comunale. Così si sentono i membri della sezione locale dell'Anpi, dopo che diverse loro richieste per un appuntamento con il sindaco Ambrogio Fossati sono cadute nel vuoto. Ora hanno preso nuovamente carta e penna, e con l'appoggio dei vertici brianzoli dell'associazione hanno inviato ancora una volta una lettera al primo cittadino, denunciando però pubblicamente la scarsa attenzione incontrata. «È dal 23 agosto che abbiamo chiesto un incontro con il sindaco, ma non ci è mai arrivata nessuna risposta», accusano. «La nostra richiesta è caduta nel dimenticatoio - proseguono -, così come la domanda di avere una sede, anche in condivisione con altre associazioni: lo abbiamo chiesto sia nel 2006 che quest'anno». La nuova lettera è firmata dal presidente della sezione di Lissone, Renato Pellizzoni, ma anche dai responsabili dell'Anpi di zona, Bruno Pinato, e della Brianza, Egeo Mantovani, i quali «sollecitano la disponibilità ad un incontro per confrontarsi» su diversi temi: dalle iniziative per i 60 anni della Costituzione, alle proposte di regalare una copia della Costituzione a ogni lissonese che compie i 18 anni e di intitolare una via o una piazza a Sandro Pertini, fino alle recenti polemiche sul nuovo monumento ai caduti.

SECCA la risposta del sindaco. «È difficile avere rapporti con queste persone - replica Fossati -. Avessero vinto, con la loro campagna elettorale affidata alla calunnia, detterebbero loro i tempi all'Amministrazione, ma così non è: noi vagliamo le proposte di tutti, ma abbiamo il nostro programma, che comunque siamo disposti a migliorare». E per l'accusa di ignorare l'Anpi? «Ma se ci vediamo purtroppo ogni settimana! - continua il sindaco - Ora si lamentano, ma hanno posto in atto metodi di confronto conflittuali che non si sono mai visti, con polemiche pretestuose al limite della calunnia, cosa che certo non dipende da noi».

 

Risposta dell'ANPI:
"Il sindaco di Lissone evita un confronto diretto con i responsabili dell’ANPI. Perché?

Un primo cittadino, invece, dovrebbe ricevere tutti coloro che chiedono un’udienza.

L’ANPI non è una forza politica.

Le sue dichiarazioni rilasciate a “IL Giorno” “ci vediamo purtroppo ogni settimana” sono false a meno che non mi sogni di notte!
Rimaniamo comunque in attesa di essere ricevuti dagli assessori a cui abbiamo chiesto un incontro".



Una mostra sulla scuola primaria durante il regime fascista

 

da Il Giorno

articolo di FABIO LUONGO  

LISSONE - Una mostra per raccontare com'era la scuola dell'obbligo durante il Fascismo. E per farlo tenendo un occhio anche alla realtà locale, l'appello ai lissonesi a fornire in prestito materiali come pagelle, quaderni e libri di testo che sono stati utilizzati a quei tempi da loro o dai loro genitori e nonni, oppure anche fotografie dell'epoca. E' l'iniziativa promossa dalla sezione cittadina dell'Anpi: l'associazione partigiani sta infatti organizzando per il mese prossimo un'esposizione che si intitolerà "A scuola col Duce - L'istruzione primaria nel ventennio fascista. Cosa e come studiavano i nostri nonni", curata dall'Istituto di storia contemporanea "Perretta" di Como. Per conoscere i momenti più significativi nell'evoluzione della scuola elementare fascista ci saranno illustrazioni, fotografie, manuali scolastici, quaderni degli studenti di allora, giornali d'epoca e oggetti vari, ma per testimoniare di come fossero la scuola, l'istruzione e la pedagogia del regime anche a Lissone l'Anpi ha pensato di lanciare un appello ai cittadini perché diano in prestito all'associazione del materiale storico strettamente locale, come pagelle e libri di testo, da collocare in apposite bacheche all'interno della mostra. Si potrà così scoprire com'era organizzata la scuola sotto il Fascismo, cosa si studiava, che libri si utilizzavano, e i momenti come le parate; si potranno vedere una squadra di piccoli "Balilla" in marcia alle scuole "Vittorio Veneto" di Lissone, o le "Piccoli e Giovani Italiane" per le vie della città. La mostra sarà allestita in biblioteca dal 10 novembre. 

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Lissone, le pagelle del ventennio finiscono in mostra

da Il Giorno

articolo di FABIO LUONGO
Domenica 11 novembre 2007

 

Per raccontare la scuola ai tempi del Duce

 

— LISSONE —

PAGELLE, QUADERNI, libri di testo, manuali, ma anche immagini, illustrazioni, oggetti e giornali d'epoca. Tutto quel che serve per raccontare e capire cos'era e come funzionava la scuola dell'obbligo ai tempi del Fascismo. E' la mostra allestita negli spazi della biblioteca civica di piazza IV Novembre, sotto il titolo "A scuola col Duce - L'istruzione primaria nel ventennio fascista. Cosa e come studiavano i nostri nonni". L'iniziativa, inaugurata ieri pomeriggio, è promossa dalla sezione cittadina dell'Anpi insieme al comune, ed è curata dall'Istituto di storia contemporanea "Perretta" di Como.

 

L'ESPOSIZIONE si snoda su 65 pannelli, distribuiti su due piani della biblioteca: al piano terra nella zona fra l'atrio d'ingresso e la sezione multimediale, al primo piano negli spazi dedicati alla sezione di storia locale. Accanto al materiale più generale vi sono anche libri, quaderni e fotografie che riguardano la realtà lissonese di quei tempi: si possono così vedere una squadra di piccoli "Balilla" in marcia nelle allora scuole "Vittorio Veneto" - l'edificio che oggi ospita proprio la biblioteca -, o le "Piccole e Giovani Italiane" per le vie della città. «La mostra - spiega Valter Merazzi, direttore dell'Istituto "Perretta" - permette di gettare uno sguardo sulle modalità di formazione del cittadino fascista, del cittadino italiano negli anni Venti e Trenta, nonché di capire quanto della scuola fascista si è trasferito nella scuola repubblicana: perchè c'erano delle continuità, nella cultura educativa e dal punto di vista organizzativo. Inoltre, attraverso la storia della scuola si può anche vedere come è cambiata la società». «Si può vedere il tentativo del regime di costruire il nuovo italiano - prosegue Merazzi -, e l'applicazione delle idee fasciste, delle leggi razziali, delle politiche verso le donne, gli uomini e la famiglia, perchè la scuola accompagna il fascismo nella sua parabola».


ATTRAVERSO PAGELLE, sussidiari, manuali scolastici e quaderni degli alunni si può quindi conoscere l'evoluzione della scuola elementare fascista, com'era organizzata, che libri si usavano, cosa si studiava e come. A latere dell'esposizione, sabato 24 alle 14.30, nella sala polifunzionale della biblioteca, si terrà anche una conferenza dal titolo "Scuola e Costituzione": a parlarne sarà il lissonese Giovanni Missaglia, docente ed autore del libro "Professione cittadino - Dalla Costituzione Italiana alla nascita della Costituzione Europea".


LA MOSTRA RESTERÀ aperta al pubblico fino all'1 dicembre, dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18.30 (il sabato fino alle 17.30). L'ingresso è libero.



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La Resistenza lissonese rivive su Internet
 
da Il Giorno

articolo di FABIO LUONGO

 

In rete documenti storici e il ricordo dei caduti

— LISSONE —

UN SITO INTERNET per ricordare i caduti antifascisti lissonesi, ma anche per riflettere su molti aspetti della storia d'Italia e della città. Lo ha realizzato la sezione locale dell’Anpi, http://anpi-lissone.over-blog.com. Navigando per il sito si possono trovare informazioni sulla vita di Emilio Diligenti, cui è intitolata la sezione, che fu membro della Resistenza, segretario della Camera del Lavoro di Lissone, consigliere comunale e assessore provinciale. O ancora, notizie sui partigiani fucilati nel ’44 in piazza Libertà, e alcuni documenti sonori originali del 1943. «Oltre a riportare le iniziative dell’Anpi di Lissone, il sito vuol essere un luogo per ricordare avvenimenti della storia del nostro Paese - spiega Renato Pellizzoni, presidente dell’Associazione partigiani -. Verranno anche messi in rete episodi e racconti di vita di cittadini lissonesi che si opposero al regime fascista, alcuni dei quali furono fucilati dai nazifascisti o morirono nei lager tedeschi».

 

COME DAVIDE Guarenti, di cui la scorsa settimana ricorreva il 63esimo anniversario della morte: monzese di nascita ma lissonese d’adozione, socialista, venne arrestato, internato a Fossoli e ucciso il 12 luglio 1944, fucilato insieme ad altri 66 antifascisti al poligono di Cibeno. O come Attilio Mazzi, che perse la vita nel lager di Mauthausen-Gusen. «È nostra intenzione inserire, nelle varie ricorrenze, le storie dei caduti lissonesi per la Liberazione - prosegue Pellizzoni -. Il sito rientra in un progetto più ampio di ricerca sulla storia di Lissone nel periodo che va dalla caduta del fascismo alla nascita della Repubblica.

 

IL PRIMO obiettivo è raccogliere materiale di chi c’era. Qualche cittadino ci ha già fornito documenti utili e ancora inediti sui testi di storia locale». I lissonesi caduti per la Liberazione furono 13; 4 morirono in campo di concentramento - Ambrogio Avvoi e Mario Bettega a Mauthausen, Gianfranco De Capitani a Ebensee, Attilio Mazzi a Gusen -, 9 furono fucilati dai nazifascisti: a Lissone Carlo Parravicini e Pierino Erba, a Monza Remo Chiusi e Mario Somaschini, a Susa Ercole Galimberti, a Sestri Arturo Arosio, a Fossoli Davide Guarenti, a Freisach Giulio Colzani, in Valdossola Attilio Meroni.


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Lissone, fascisti e partigiani: un mix che fa rabbia

da Il Giorno

articolo di FABIO LUONGO

mercoledì 21 novembre 2007

 

Polemiche sul monumento, non distingue i morti

 

— LISSONE —

ERRORI, SVISTE, mancata distinzione tra militari, partigiani e deportati politici morti nei lager, ma anche l'inserimento di alcuni nomi di aderenti alla Rsi, e il monumento finisce nel fuoco della polemica. Sotto accusa è il nuovo monumento ai caduti realizzato dal Comune all'interno del cimitero cittadino. Da una parte ci sono la sezione locale dell'Anpi, il Comitato «Salviamo i due cedri» - gruppo ambientalista impegnato a denunciare i disservizi in città - e alcuni cittadini che si sono fatti sentire anche con lettere firmate sul blog dello stesso comitato. Dall'altra il municipio, che, dopo aver trasferito il vecchio monumento da piazza IV Novembre (dove è stato sostituito dalla fontana), lo ha completato aggiungendo due steli di marmo ai lati che riportano tutti i nomi dei morti lissonesi dei tempi di guerra. L'accusa è quella «quantomeno di approssimazione» nella compilazione dell'elenco dei caduti della Seconda guerra mondiale, per non aver operato suddivisioni tra militari morti in guerra, partigiani o comunque civili fucilati dai nazifascisti, e morti nei campi di concentramento, ma anche per la presenza di «diverse inesattezze nell'elenco dei dispersi» e per «l'inserimento, tra i caduti del conflitto, di nominativi di noti fascisti appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana morti nei giorni seguenti la fine della guerra». A denunciarlo è l'Anpi lissonese, che «disapprova l'operato dell'amministrazione comunale» e «non condivide la modalità di compilazione dell'elenco dei lissonesi morti dal 1940 al 1945, l'aver cioè mischiato con i militari i caduti per la libertà e i deportati politici morti nei lager nazisti».

 

QUANTO AGLI ERRORI nella lista dei dispersi, «per rendersene conto - dicono dall'Anpi - basta confrontarla con l'elenco del monumento ligneo del 1955 situato nella chiesa dell'oratorio maschile», dove i caduti sono suddivisi tra morti in guerra, dispersi sui vari fronti, morti per la libertà e morti nei campi di concentramento. «Facendosi interprete anche dei parenti dei partigiani fucilati e dei morti nei campi di concentramento in Germania», l'Anpi chiede al Comune «che si provveda perché i nomi degli oppositori al regime fascista, che hanno pagato con la vita la loro scelta di libertà, non siano accomunati a quelli di coloro che si sono schierati al fianco dei nazisti». «In noi non manca la pietà per i morti, per tutti i morti - proseguono dall'Anpi -. Fermo però rimane il nostro giudizio sulle responsabilità politiche e morali di chi ha combattuto dalla parte del fascismo, e per questo non può essere in alcun modo accomunato e confuso con chi si era battuto per ridare libertà e democrazia al nostro Paese».

 





 

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