Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

Il Testo unico di Stato

10 Octobre 2011 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #il fascismo

(continuazione de "La scuola sotto il Fascismo) 

Il libro di testo unico
Un posto di primo piano è naturalmente riservato all’apologia del fascismo. Mussolini, il creatore dell’ "Italia nuova", occupava il vertice. Il culto della sua persona raggiungeva livelli davvero impensabili di fanatismo, assumendo forme di vera e propria idolatria (la sua figura metteva in ombra anche quella, istituzionalmente più importante, del Re), accanto al culto della Patria e delle sue insegne (la bandiera), l’esaltazione della Grande Guerra e dei suoi martiri, il mito di Roma.

Il tema della guerra - come momento di formazione per la nuova nazione fascista, strumento di difesa della patria e strumento di espansione e affermazione dell’Italia fascista - e immagini belliche sono disseminate un po’ dappertutto.

Non mancava la celebrazione della famiglia, nucleo sociale basilare, dove il ruolo della donna non poteva essere che quello di moglie forte e madre prolifica, massaia sobria e attenta, dotata di un enorme spirito di sacrificio.

L’obbedienza era la prima, fondamentale e forse l’unica qualità che il fascismo chiedeva ai bimbi d’Italia.

Con la Legge del 31 dicembre 1934 si introducevano la pratica e la cultura militare nella scuola (obbligatorie per i ragazzi dagli 8 ai 21 anni) realizzando pienamente la formula fascista "Libro e moschetto fascista perfetto". 
A-noi--.jpg libro-e-moschetto.jpg 

Nel motto dato ai giovani, libro e moschetto, il libro si riduceva ogni anno più a un corpo chiuso di poche cognizioni ufficialmente accettate, a un catechismo, a un decalogo; e il moschetto legittimava l'ignoranza, il disprezzo di ogni ulteriore aspirazione alla cultura, la prepotenza, una tracotanza spavalda che, come si vide poi, era tutto il contrario del coraggio. Riluttanza ad apprendere, riluttanza a pensare; visto che l'articolo primo del decalogo del perfetto fascista assegnava il pensare e il decidere per tutti al solo capo, con quel lemma: «Il duce ha sempre ragione». (Qualcuno, ricordando che Mussolini era stato maestro di scuola, disse fin dal 1930 che egli voleva fare dell'Italia una scolaresca modello come è descritta in una strofetta infantile: Silenzio perfetto, / chi tace un confetto, / chi dice parola / va fuori di scuola).

 

Nella seconda metà degli anni Trenta, con la conquista d’Etiopia e la fondazione dell’Impero,illustrazione-serie-guerra-d-Etiopia.jpg il tema bellico assumerà un’importanza sempre maggiore.

 (Illustrazione di A. Bertiglia: serie guerra d’Etiopia e Impero)

Con la guerra d’Etiopia, e poi nel 1938 con la promulgazione delle leggi razziali contro gli ebrei, il fascismo mise in campo le teorie che proclamavano la superiorità della razza ariana nei confronti, in particolare, delle popolazioni dell’Africa Orientale e degli ebrei, cui, dal 1938, fu vietato l’accesso a tutte le scuole.

La paziente, quotidiana, intensiva opera di propaganda nelle scuole e nella vita pubblica diede i suoi frutti. I ragazzi espressero i loro sentimenti di adesione nei compiti in classe, nei temi, nei diari.

In particolare, dall’analisi del Testo unico di Stato risulta che:

-        Fin dalla prima pagina, dedicata all'inizio della scuola, erano subito evidenti i temi ricorrenti del libro di testo: la religione, il Re Imperatore, il Duce; quest'ultimo con il suo sguardo "magnetico" era paragonato ad "un'aquila che apre le ali e sale nello spazio ... è una fiamma che cerca il vostro cuore per accendere di fuoco vermiglio". Gli argomenti erano improntati alla retorica di regime ed erano resi con un linguaggio magniloquente ed artificioso, tipico dello stile di comunicazione fascista.

-        Nelle letture, su 219 pagine ben 64 (29,2%) erano dedicate all'apologia del fascismo. Mussolini occupava il primo posto, il culto della sua persona raggiungeva livelli di fanatismo, tanto che l'autore scriveva: "Anche noi possiamo rivelarvi tutta la nostra legge e tutta la nostra fede di fascisti, in un istante. Basta una parola sola: Duce!" Seguivano poi la cronaca, le storie, le cerimonie ed i riti, le organizzazioni giovanili, le realizzazioni e le opere pubbliche, insomma tutto lo stile di vita del fascista perfetto.

-        Un'altra importante parte del libro era riservata ad argomenti religiosi, che con 37 pagine (16,8%) tenevano il secondo posto: si trattava di una religione sempre in sintonia con lo Stato e con il partito, conforme allo spirito ed al dettato del Concordato tra Chiesa e Stato fascista.

-        C'erano quindi i 26 fogli (11,8%) riservati all'esaltazione della grande guerra, che proponevano, attraverso gli eroi ardimentosi, quell'interpretazione mitico-risorgimentale del conflitto.

-        Un altro settore considerevole (22 pagine, il 10%) era dedicato all'impresa d'Etiopia, alle "gloriose gesta" dei nostri soldati contro "le orde del Negus", anche questo argomento serviva per magnificare "il grande valore degli italiani", guidati alla vittoria dal Duce. Leggermente distanziati (7 pagine, il 3%), ma sempre presenti anche nei racconti non espressamente dedicati a loro, erano i membri di casa Savoia, fra i quali risaltava ... "il più bell'ufficiale dell'esercito italiano".

-        Concludendo, l'analisi quantitativa delle pagine del libro risulta che ben 156 fogli su 219 erano dedicati alla propaganda, diretta o indiretta, di regime con una percentuale del 71%. I restanti 63 fogli (28,7%) trattavano, in modo consueto, argomenti come le stagioni, poesiole (risparmio, frugalità, coraggio e tenacia nel sacrificio) e storie di animali. 

Il-libro-della-II-classe.jpg 

Dal “Breviario del maestro”:

 

Aritmetica

Prodotti di più fattori

Quanti balilla sono 8 colonne di balilla, ciascuna di 30 sestiglie? (6 x 30 x 8)

Problemi

Diciotto Balilla partecipano ad una gita: se tutti pagassero, la quota di ciascuno sareb­be di L. 17.50. Siccome pagano soltanto 15 balilla, quanto paga ciascuno di essi?

S.: L. (17,5 x 18) = L. 315 (spesa totale)

L. (315 : 15) = L. 21 (spesa unitaria)

R.  Ciascuno di essi paga L. 21

 

Quattro balilla stanno giocando con le biglie. Il primo di essi ne ha 28; il secondo il doppio del primo; il terzo quanto il primo ed il secondo insieme; il quarto la metà terzo. Quante biglie hanno insieme?

S.:

I balilla biglie                         28

II balilla biglie                        28 x 2       56

III balilla biglie                       28 + 56     84

IV balilla biglie                        84: 2        42

                         biglie            (28+ 56+84+42) = biglie 210

R. Quei quattro balilla hanno insieme 210 biglie. 

il-libro-della-terza-classe-elementare-anno-IX.jpg

 

 

libro-della-terza-classe-pagina-9-e-10-la-casa-del-duce.jpg

da pagina 318 del libro di III elementare: "... per la santa impresa di sgominare i senzapatria era necessario un capo ... il salvatore ..."
Storia-pagina-318-libro-III-elementare-copie-1.jpg
GIOCO-DELL-OCA-La-guerra-d-Etiopia.jpg

Gioco dell’Oca guerra d’Etiopia

storia-pagina-327-libro-III-elementare.jpg 

Storia: da pagina 327 del libro di III elementare

"Gli eroi …. della Rivoluzione Fascista hanno fatto la Patria libera, unita, prospera e forte. Spetta ora a voi crescere sani di mente e di corpo per continuarne l'opera, in modo che l'Italia sia, ancora una volta, splen­dido faro di civiltà; pronti, come i vostri padri ed i vostri avi, se la Patria chiamasse, a balzare alle armi, ed a cadere serenamente, se la sua salvezza e la sua grandezza esigesse da voi il sacrificio supremo."

Nonostante tutto, quell’imponente complesso creato per preparare i ragazzi al futuro combattimento si sfasciò. La scuola fascista fallì. L’educazione guerriera - con i manuali "manipolati", le adunate, le marce, gli inni, i canti rivoluzionari - non lasciò traccia sulla crescita morale di buona parte della gioventù di allora.

Purtroppo ci fu chi, con la guerra, finì in Russia, in Albania, in Cireneaica, in Somalia, in Tunisia. Molti non fecero più ritorno. E sotto quella "cappa nera" che aveva soffocato il libero pensiero si formarono gli uomini che alla fine del ventennio avrebbero guidato la democrazia.

 "Esaminando ciò che il fascismo ha fatto sui banchi di scuola – ha scritto Ricciotti Lazzero nell’introduzione al libro "A scuola col duce", - si possono trarre gli elementi per capire e giudicare qualunque ideologia totalitaria nata o che nasca intorno a noi."


a Lissone una mostra sulla scuola primaria durante il regime fascista

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