Agosto 1943: il convegno di Tarvisio
22 Mars 2012 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #II guerra mondiale
Agosto 1943. Il convegno di Tarvisio pone fine della collaborazione fra italiani e tedeschi.
Churchill e Roosevelt, riuniti in Quebec, stabiliscono le future operazioni in Europa.
Dopo il 25 luglio 1943 la sola ed esclusiva preoccupazione del re era che si verificasse una sollevazione di popolo che avrebbe ostacolato il pacifico trapasso dei poteri dal governo fascista al governo militare di Badoglio e quindi messo in pericolo le sorti della corona. Avvenne perciò che, alla folla in tripudio si rispose con lo stato di assedio. Vigeva la legge marziale. L'ordine venne mantenuto al prezzo di 83 morti, 308 feriti e 1554 arrestati, per la quasi totalità operai scioperanti e dimostranti.
Questo rigore mascherava una profonda incertezza. Il maresciallo Badoglio, che col governo era passato al Viminale, circondava di mistero le sue intenzioni. Per le cose essenziali e la condotta della guerra, la liquidazione del fascismo, i rapporti con i tedeschi, agiva all'insaputa dei suoi ministri. La sua condotta era ambigua, anche nei confronti dei partiti antifascisti usciti dalla clandestinità.
Lo stato d'assedio ch'egli aveva imposto al Paese, con tutto il seguito di misure eccezionali e severissime, era una novità nella storia d'Italia degli ultimi trent'anni.
Inutilmente i rappresentanti dei partiti, riuniti nel Comitato delle opposizioni presieduto da Ivanhoe Bonomi, avevano chiesto una maggiore libertà di stampa. I nuovi giornali continuavano ad essere vietati e i vecchi sottoposti a una severa censura.
E tuttavia gli antifascisti non avrebbero desiderato di meglio che collaborare, a patto che il governo avesse affrontato francamente il problema della pace. Su questo punto, pur comprendendo le difficoltà del maresciallo, erano irremovibili: volevano finirla con la guerra.
Badoglio si dichiarava d'accordo. Ma continuava a far da solo. Sembrava che non si fidasse di nessuno.
Dal canto suo il re aveva deciso di insistere (almeno per il momento) nell'alleanza con i tedeschi avendone bisogno per tenere il fronte quel tanto che fosse bastato - egli credeva - a negoziare l'armistizio.
Al Viminale l'inquietudine cresceva. Mentre spediva diplomatici in Vaticano, a Lisbona, a Tangeri per conoscere le intenzioni degli Alleati, Badoglio si preoccupava dei tedeschi. Una sua richiesta a Hitler per un convegno, presente il re al fine di studiare amichevolmente l'uscita dell'Italia dalla guerra, fu respinta. Allora, per non rivelare il suo animo, fu costretto ad accettare la controproposta del Führer per una conferenza fra i ministri e i capi militari.
L'incontro avvenne in zona di confine.
La scelta dimostrava la reciproca diffidenza dei due alleati. In realtà il convegno di Tarvisio segnò la fine della collaborazione fra italiani e tedeschi.
Ribbentrop e Guariglia, nuovo ministro degli Esteri italiano, guidavano le due delegazioni. Li accompagnavano il maresciallo Keitel e il generale Ambrosio. Ribbentrop chiese se il governo italiano avesse avviato i preliminari d'armistizio con gli anglo-americani. Guariglia rispose di no ed effettivamente i suoi tentativi di trattare con gli Alleati erano fino a quel momento falliti.
A sua volta Guariglia chiese il perché dei movimenti tedeschi in Italia; Keitel assicurò che le truppe inviate dovevano creare una riserva strategica. Più insolentemente, Ribbentrop aggiunse che le Divisioni tedesche servivano solo per combattere.
Tutte le speranze di Badoglio si riponevano ora sul generale Castellano, partito per Lisbona il 12 agosto per un altro incontro con gli Alleati. Ma questi, messi in sospetto da tanti indugi, dettero ordine di riprendere i bombardamenti sulla penisola.
Su Milano la notte dal 12 al 13 agosto cadde una pioggia di bombe e di spezzoni incendiari che trasformarono il centro storico in un braciere.
La Galleria e palazzo Marino furono semidistrutti.
Anche la Scala andò in rovina. Si dovette al sipario metallico se il palcoscenico non fu devastato dalle fiamme.
Torino fu anch'essa colpita nel centro, nei suoi quartieri più belli, carichi di ricordi e di storia.
Il 13 agosto toccò di nuovo a Roma, che per fortuna subì danni soltanto nella periferia sud, adiacente alla zona degli scali ferroviari.
Gli Alleati erano decisi a finirla. A Quebec, dove in quei giorni si riunivano per stabilire le future operazioni in Europa, Churchill e Roosevelt insistettero per l'Italia sulla resa senza condizioni. Anche Stalin, che non partecipava alla conferenza, fece pervenire il suo benestare.
Alla fine d'agosto l'operazione «Alarico» era ultimata.
Fino a un mese prima le Divisioni tedesche in Italia erano 8, quasi tutte concentrate al sud e nelle isole. Le Divisioni italiane erano 23, delle quali 10 in via di ricostituzione e perciò inutilizzabili. C'erano inoltre 14 Divisioni costiere disperse e male armate, quindi anch'esse inservibili. Ma dal 26 luglio 9 Divisioni e 1 Brigata germaniche si dislocarono nell'Italia settentrionale, in forma di vera e propria occupazione, disponendosi a ridosso dei reparti italiani. Un'altra scese presso Roma e le quattro che erano in Sicilia si unirono a quelle dell'Italia meridionale. La situazione si era così capovolta. Le 13 Divisioni italiane efficienti, più le 3 rientrate all'ultimo momento, col permesso dei tedeschi, ma ancora in viaggio, erano ora controllate da 18 Divisioni e una brigata germaniche, divise in due Gruppi di Armate.
A nord il Gruppo d'Armata B fu affidato al Feldmaresciallo Rommel, mentre il comando supremo per il Sud andò al Feldmaresciallo Kesselring. Si ritrovavano in Italia due comandanti che gravi contrasti avevano diviso al tempo della campagna d'Africa.
La conquista della Sicilia e la nuova situazione interna italiana consigliavano l'attacco diretto alla penisola. Perciò gli Stati Maggiori alleati dettero ordine al comandante supremo del Mediterraneo di raccogliere tutte le forze disponibili per l'invasione.
L'VIII Armata del generale Montgomery doveva effettuare la prima operazione, lo sbarco in Calabria. La seconda, lo sbarco a Salerno, era affidata alla V Armata del generale Clark ed era fissata per il 9 settembre.
Eisenhower e Montgomery erano scettici. Quale accoglienza avrebbe riservato la terra che si stendeva con le sue coste brulle al di là dello stretto?
Il governo italiano, è vero, si disponeva a capitolare.
Ma l'atteggiamento dell'Italia appariva ai militari alleati confuso e contraddittorio. In tutto ciò che stava accadendo in quell'incomprensibile Paese c'era qualcosa di misterioso.
Bibliografia:
Manlio Cancogni in AA.VV - Dal 25 luglio alla Repubblica - ERI 1966
Newsletter
Abonnez-vous pour être averti des nouveaux articles publiés.
Pages
- 000 ANPI chi siamo
- 000 ANPI STATUTO e REGOLAMENTO
- 00 2017 La nostra nuova sede in Piazzale Sandro Pertini
- 00 - email ANPI LISSONE
- 0 - Direttivo della Sezione
- 2008 - la prima sede in Piazza Cavour 2
- 2014 - La nostra ex sede presso la stazione ferroviaria
- 2016 Referendum sulla riforma della Costituzione
- 2016 Rubrica sul referendum costituzionale a cura di Giovanni Missaglia
- Album - 2014-inaugurazione-sede presso la stazione ferroviaria
- Album - 2014 - La ex sede presso la stazione F.S.
- Album - 25-aprile-2014
- Album - caduti lissonesi per la Liberazione
- Album - lapidi-e-monumenti di Lissone dedicati ai caduti nella guerra di Liberazione
- Album - Viaggio-della-memoria-a-Sestri
- iniziative per il "Giorno della Memoria" dal 2007 al 2014
- La Costituzione della Repubblica italiana: 1 gennaio 1948 - 1 gennaio 2008
- L'emancipazione femminile: le donne e le conquiste del dopoguerra
- Links
- "Lissone 1939 – 1945. Storie di guerra e di Resistenza": una nostra pubblicazione
- ... meditate che questo è stato ... Gianfranco De Capitani da Vimercate, caduto per la Libertà
- mostra "A scuola col duce" a Lissone - foto
- mostra "A scuola col duce" - Cosa e come studiavano i nostri nonni
- mostra BRIANZA PARTIGIANA 1943 - 1945
- mostra di disegni e poesie nel ghetto di Terezin 1942-1944
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin - foto inaugurazione mostra
- mostra - disegni e poesie dei bambini del ghetto di Terezin - il Viale dei Giusti: una realizzazione degli alunni della V A della scuola De Amicis di Lissone
- mostra "Fascismo, Foibe, Esodo"
- mostra "Oltre quel muro"
- mostra ”Schiavi di Hitler – L’altra Resistenza”
- nota bibliografica per approfondire gli argomenti trattati nel sito
- rassegna stampa ed altro
- Ricerche in archivi: da Gabinetto Prefettura numero 7995 del 20/6/1944 (1)
- Ricerche in archivi: da Gabinetto Prefettura numero 7995 del 20/6/1944 (2)
- tragedie del confine orientale: FASCISMO FOIBE ESODO 1918 1956
- tragedie del confine orientale: il campo fascista di Arbe
- tragedie del confine orientalele: dimensioni dell’Esodo
- tragedie del confine orientale: le motivazioni degli esuli
- tragedie del confine orientale: l'Esodo dei giuliano-dalmati
Catégories
- 154 Resistenza italiana
- 118 varia
- 79 II guerra mondiale
- 66 il fascismo
- 52 pagine di storia locale
- 43 storie di lissonesi
- 29 la persecuzione degli ebrei
- 26 La COSTITUZIONE italiana
- 21 avvenimenti recenti
- 19 il secondo dopoguerra
- 14 Lissone dopo l'Unità d'Italia
- 13 Resistenza europea
- 12 Giorno della Memoria
- 11 episodi di storia del '900
- 9 L'ITALIA tra Ottocento e Novecento
- 8 I guerra mondiale
- 7 La Resistenza delle donne
- 4 Memoria e dell'Impegno
- 1 Festa della Liberazione
- 1 Resistenza francese
- 1 attività 2016
- 1 recensioni