Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

Terezin, in tedesco Theresienstadt

13 Janvier 2012 , Rédigé par anpi-lissone Publié dans #la persecuzione degli ebrei

Il testo di questa conversazione riproduce i dialoghi del film di Claude Lanzmann Un vivant qui passe. La sua importanza è legata al contenuto: la strabiliante scoperta che un delegato della Croce rossa internazionale visitò il campo di Auschwitz e il ghetto di Terezin (Terezin, in tedesco Theresienstadt), mentre era in corso lo sterminio degli ebrei, e non si accorse, o non volle accorgersi di niente.

 

... dei dettagli delle cose che i nazisti hanno attuato in occasione della visita ... di tutte le misure che sono state prese. ... Per esempio, avevano fatto ripulire tutte le strade e le avevano fatte asfaltare. Questo è stato un primo provvedimento. Sulla grande piazza di Theresienstadt, proprio di fronte al Kaffehaus, avevano fatto erigere, qualche giorno prima del vostro arrivo, un padiglione per la musica, con un orchestra che suonava ... Inoltre, hanno sistemato delle panchine nella piazza e nel cosiddetto giardino pubblico, ecc. ... uno spazio per i bambini, per i neonati e per i più piccoli, di una sorta di Kinder Pavillon, decorato con immagini di animali, e con una cucina, delle docce e dei lettini. Questo è stato fatto ... tutto ciò non esisteva prima ...E non esisterà dopo ...

 

 

C. LANZMANN Adesso, Dr. Rossel, parliamo di Theresienstadt.

DR. ROSSEL Theresienstadt. È un grande problema. Un problema molto grande! La visita a Theresienstadt fu organizzata dai tedeschi sotto la pressione e la richiesta reiterata, in particolare del Comitato internazionale della Croce rossa, ma anche di altri Paesi neutrali. lo ho fatto parte di questa visita organizzata ...

C. LANZMANN Era lei dunque che rappresentava il Comitato internazionale della Croce rossa?

DR. ROSSEL Sì, ma solo durante la visita a Theresienstadt.

C. LANZMANN Soltanto per questa visita.

DR. ROSSEL La prima.

C. LANZMANN La prima.

DR. ROSSEL Perché ci sono state tre visite se non ricordo male.

C. LANZMANN Due.

DR. ROSSEL O due. Ce n'è stata una dopo. In questa, ero stato incaricato di andare a vedere ciò che mi mostravano. Ho fatto un rapporto allora che non rinnego e che confermo nella sua sostanziale validità. Se ero l'incaricato, dunque, ero gli occhi che potevano vedere e dovevo, ripeto, dovevo fare il possibile per vedere anche oltre, se ci fossero state delle cose da vedere oltre. È stato detto che Theresienstadt era una sorta di campo Potëmkin, vale a dire quel villaggio finto preparato apposta per la visita della zarina. Forse era ancor più grave di così, perché la nostra visita era stata con tutta evidenza preparata a ragion veduta.

C. LANZMANN Era il 23 giugno del 1944.

DR. ROSSEL 1944. Grazie per avermelo ricordato. Sarei stato incapace di essere così preciso con la data. Si trattava di una visita ben preparata come una commedia ... Lei mi chiede: «Qual era la sua impressione, qual era il clima a Berlino, qual era l'atmosfera nel momento in cui era ad Auschwitz?» Ebbene, per essere espliciti, a Theresienstadt l'impressione era di un clima del tutto falsificato. Innanzitutto perché la visita fu richiesta dai nazisti e poi perché era attesa; come sempre, in piena guerra, quando si aspetta un'ispezione, tutto viene messo in ordine. Quanto a me, ciò che mi diede subito fastidio fu anche l'atteggiamento degli attori israeliti. Si trattava di un villaggio Potëmkin, un villaggio truccato, e se adesso io posso essere franco ...

C. LANZMANN Deve esserlo.

DR. ROSSEL A questa età se non si dice quel che si pensa veramente!

C. LANZMANN Assolutamente.

DR. ROSSEL Era un campo riservato ai privilegiati. È orribile a dirsi, perché mio Dio, e poi non voglio accusare nessuno, non voglio ferire della gente che ha sofferto terribilmente. Ma sfortunatamente, c'erano dei Prominenten, dei privilegiati appunto e il campo dava l'impressione che avessero rinchiuso là dentro degli israeliti molto ricchi, o importanti nella loro città, che non si poteva certo fare scomparire troppo d'improvviso. Là dentro c'era una quantità di notabili che era in ogni senso anormale, se paragonata con la situazione degli altri campi, persino per prigionieri, non è così? Non so bene quanti medici ci fossero, e quanti notabili d'ogni dove e l'atteggiamento di tutta questa gente era assai curioso. Poiché un uomo che di mestiere visita continuamente e per mesi i campi per prigionieri, ha l'abitudine di notare un tipo che gli fa l'occhiolino e che attira la sua attenzione su qualcosa di particolare. Era un atteggiamento corrente. Ebbene, a Theresienstadt, niente, niente. Una docilità e una passività che per me erano ... che davano luogo al peggior malessere.

Era una visita prevista dalle SS sulla quale si poteva riferire: «Ho visto questo e quello, ho fotografato la tal cosa, ecc.» Io ho fotografato tutto quello che ho voluto, del resto ho scattato molte e molte e ancora molte fotografie. Si dice che una fotografia, a volte, parla assai più che non mille parole, non è forse vero? Ebbene ho fotografato molto, ma il clima era falsato da questa impressione di quegli israeliti che si consideravano, essi stessi, mi capisca bene, dei Prominenten, è questo il termine che si preferiva a quel tempo, vale a dire come dei privilegiati, e che non avevano per niente voglia di rischiare di venire deportati, perché altrimenti si sarebbero concessi un'allusione, o un segno, o se si vuole il passaggio di un foglio o di un rapporto; cosa che gli sarebbe stata assai facile, dottor Lanzmann, facile, facile, poiché non eravamo spiati e filmati e non c'erano i mezzi che ci sono oggi per sottoporre qualcuno a controllo. A Theresienstadt, quando passavamo da quei piccoli corridoi, o attraverso la città stessa, o da una stanza, se qualcuno, lei mi capisce, avesse voluto metterci in tasca, a me o agli altri due delegati, qualcosa, la cosa sarebbe stata estremamente facile.

C. LANZMANN Capisco bene quel che vuole dirmi. Ed è un punto molto importante. Quanto tempo è durata la sua visita nel ghetto di Theresienstadt?

DR. ROSSEL La mia visita, penso, direi che è durata due o tre ore.

C. LANZMANN Non di più?

DR. ROSSEL Non di più.

C. LANZMANN A me sembra che sia durata di più. Nel rapporto lei afferma che è stata più lunga.

DR. ROSSEL Lo vedo, dottor Lanzmann, sa ... sono passati ... Lei dice che era il 194··· 3 ?

C. LANZMANN 44.

DR. ROSSEL 44. Ne è passata acqua sotto i ponti. Non voglio dire di avere ragione ... non voglio proprio ... ma in questo momento ho l'impressione precisa che la mia visita sia durata due o tre ore al massimo.

C. LANZMANN Lei è arrivato verso le dieci del mattino.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Poi ha pranzato ed è ripartito verso le sei del tardo pomeriggio.

DR. ROSSEL Ma certo, allora c'è stata una parte della visita fuori della città fortezza. Sicuro. Ci hanno spiegato infatti che c'era anche una Kleine Festung, è vero.

C. LANZMANN La piccola fortezza.

DR. ROSSEL Non avevamo ... non avevamo alcun diritto di entrarvi. Ci è stato detto: «In ogni modo, voi potete passarci davanti, ma là sono rinchiusi dei prigionieri di "diritto comune". I "diritto comune" sono dei detenuti, dei nostri detenuti e la cosa non vi riguarda. Avete il diritto di visitare la città». Come lei sa, la città stile Vauban è ben protetta e cintata da ... Come Langres un po', se si vuole, non è forse così?

C. LANZMANN Sì, sì.

DR. ROSSEL Costruita del resto in uno stile architettonico simile.

C. LANZMANN Sì, una fortezza.

DR. ROSSEL Una fortezza chiusa, di quelle fortezze che non sono mai state attaccate e che per questo sono rimaste intatte.

C. LANZMANN Ha fatto la visita in compagnia di. ..

DR. ROSSEL Ho compiuto la visita in compagnia di alcuni impiegati del Consolato che dovevano essere dei danesi o degli olandesi, non mi ricordo con esattezza.

C. LANZMANN Dei danesi.

DR. ROSSEL Danesi. E poi con i tedeschi, le SS e i responsabili nazisti che hanno organizzato la visita. Non ricordo i loro nomi, e non posso proprio fare niente al proposito per dirglieli.

C. LANZMANN Non glieli ha chiesti i nomi?

DR. ROSSEL Oh no, li ho visti appena.

C. LANZMANN E ha visto tanti ebrei?

DR. ROSSEL Molti. Erano tutti israeliti. Per quel che mi riguarda non ho visto altre persone là dentro. Inoltre avevano tutti la stella gialla. Dunque ho visto soltanto israeliti.

C. LANZMANN Uno di loro le ha rivolto la parola?

DR. ROSSEL Ah sì. Il dottor so and so, che si è annunciato ...

C. LANZMANN Epstein.

DR. ROSSEL Epstein in qualità di capo del ghetto. Ed era lui che ci guidava nella visita. Ma proprio lui, in nessun istante ... E allucinante, non è vero che nessuno ti dica: «Ma insomma, questa è tutta una farsa». E veramente, lo era fino a quel punto!

C. LANZMANN Perché lei oggi dice che era tutto una farsa? A quell' epoca, lo sapeva che si trattava solo di una farsa?

DR. ROSSEL No. Ma si sapeva bene che se si veniva invitati a visitare un campo, si trattava di un campo eccezionale.

C. LANZMANN Lei ha assolutamente ragione quando dice che si è trattato di una farsa, ma di una farsa preparata in modo straordinariamente eccellente. I nazisti preparavano la vostra visita da mesi, e si trattava di quella che loro chiamavano la Verschonerungsaktion, che significa: azione di abbellimento. Voi, avete realmente fatto visita a un ghetto Potëmkin. A quell'epoca ne aveva avuto sentore?

DR. ROSSEL No, no. Ho creduto e poi lo credo ancora che mi abbiano fatto visitare un campo per notabili ebrei privilegiati. Era l'impressione che avevo e che ne ho tratto. Non l'ho mai scritto nero su bianco. Del resto, il comportamento della gente era tale, che la cosa era molto antipatica in sé. L'atteggiamento degli israeliti in quella città ... Io stesso avevo l'impressione che ci fossero degli israeliti, e lo penso tutt' ora, che a colpi di dollari e a forza di versare dollari al Portogallo riuscivano a sistemare la loro situazione e si permettevano così di durare. E lei lo sa meglio di me che taluni israeliti molto ricchi hanno persino ottenuto dei permessi di espatrio, firmati da Himmler. Non se ne parlava, tuttavia, con quella gente in quel campo, mio Dio, ma ... ma, intendo dire, se ne parlava tra di noi, e sapevamo bene che se si era abbastanza ricchi da possedere, per esempio, un quarto di Budapest e compagnia, e poi se si era il signor Tale e Tal altro che oggi ... parlo delle dinastie ...

C. LANZMANN È successo in Ungheria con la famiglia Weiss.

DR. ROSSEL La famiglia Weiss. Allora, quella gente, a dire il vero, possedeva abbastanza denaro per rendersi liberi e ottenere permessi di espatrio. Ebbene, in quel caso, avevo l'impressione di essere di fronte a gente che non aveva la levatura internazionale dei Weiss o di un Rothschild, per potere uscire dalle grinfie naziste, ma che erano abbastanza potenti e che dovevano avere versato una buona quantità di denaro per essere in quel posto. È l'impressione che ho al fondo del mio cuore e che ho portato con me dopo la mia visita a Theresienstadt. E io me lo chiedo ancora oggi - ci credo ancora - malgrado tutto quello che mi hanno detto.

C. LANZMANN Che cosa le hanno detto?

DR. ROSSEL Ebbene, che dopo la mia visita questa gente è stata sterminata, immediatamente. Credo ancora che fossero notabili israeliti abbastanza ricchi per pagare la loro sopravvivenza, essendo là.

LANZMANN Vennero sterminati dopo la sua visita e furono sterminati prima.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Allo stesso modo.

DR. ROSSEL So bene che molti di loro sono stati sterminati dopo.

C. LANZMANN Dopo la visita.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Bene, d'altronde era l'idea di Himmler fin dall'inizio. Creando Theresienstadt, aveva voluto dar vita a un ghetto. All'inizio per gli ebrei del Reich, del grande Reich, vale a dire Germania, Austria e Cecoslovacchia, per quegli ebrei che era assai più difficile sottoporre a trattamento, perché ...

DR. ROSSEL È proprio così.

C. LANZMANN ... perché erano ex combattenti della Prima guerra mondiale ed erano delle persone anziane.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Donne anziane e uomini in età avanzata. Ed è vero che tra loro c'erano anche quelli che lei chiama i Prominenten, vale a dire della gente che aveva lavorato negli organismi della comunità ebraica e, anche ... che sono stati deportati a Theresienstadt con altri. Ma proprio Himmler aveva l'intenzione precisa di camuffare l'impresa generale di sterminio, e Theresienstadt era qualcosa che si poteva e che si voleva mostrare.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Bene. Ma la verità è che prima della visita della Croce rossa, circa centomila ebrei che erano passati da Theresienstadt sono stati deportati ad Auschwitz e a Treblinka, dove sono morti, e dopo la visita è accaduta la stessa cosa. E il ghetto di Theresienstadt viveva nel terrore più assoluto. Allora, in effetti, quello che lei ha visto, capisco assai bene le sue sensazioni, ma lei ha visto il terrore di quegli ebrei. E colui che vi ha ricevuti, il famoso sindaco di Theresienstadt, o il presidente ... del ghetto, il dottor Epstein, e di cui lei ha detto che parlava proprio come un automa, non è così?

DR. ROSSEL Si, è proprio così.

C. LANZMANN Ebbene, è stato assassinato tre mesi dopo la vostra visita.

DR. ROSSEL È pur sempre, pur sempre ...

C. LANZMANN Nella Kleine Festung, la piccola fortezza.

DR. ROSSEL Alla piccola fortezza. Lei sa bene qual è la caratteristica dei tedeschi e, io penso, di ogni regime che organizza campi di sterminio; è quella di utilizzare una parte delle vittime in compiti amministrativi e organizzativi. Al termine di un certo periodo di tempo, poiché essi sono perfettamente al corrente di quanto è accaduto proprio a coloro che loro stessi hanno fatto partire per il massacro, sanno bene che non sopravviveranno. Si tratta di un sadismo straordinario, perché i tedeschi non avrebbero mai avuto bisogno, loro che sono macchine e perfetti organizzatori, dell' aiuto delle loro vittime, ma hanno trovato in quei politici o in quegli israeliti sempre un gruppo di persone che credevano di poter sopravvivere o di durare alcuni mesi di più, collaborando!

C. LANZMANN Quello che lei dice adesso rappresenta un grosso problema, in verità.

DR. ROSSEL Ma sta proprio qui l'orrore. Dottor Lanzmann è qui che si trova l'orrore, perché è là dove l'uomo discende sempre più in basso ... non è forse così?

C. LANZMANN Ripeto che la questione costituisce un grosso problema ... un vero problema ... e una cosa simile è accaduta in tutti i ghetti dell'Est ...

DR. ROSSEL Sì, si pone questo problema in tutti i ghetti.

C. LANZMANN È la questione degli Judenräte, dei consigli ebraici dei ghetti. Ma nel suo rapporto lei dipinge un quadro abbastanza soddisfacente di. ..

DR. ROSSEL Abbastanza soddisfacente ...

C. LANZMANN ... di Theresienstadt.

DR. ROSSEL ... delle condizioni di igiene e di tutto ciò che ho visto. Se lei è ... dottor Lanzmann, se la mandano in un posto per osservare e vedere.

C. LANZMANN Ma lei ha anche detto per osservare e per vedere al di là ...

DR. ROSSEL Al di là, certo, al di là.

C. LANZMANN ... al di là di ciò che a un primo sguardo si vede.

DR. ROSSEL Ebbene, ciò che io ho visto proprio al di là, è questo asservimento, questa passività, qualcosa insomma che non avevo digerito.

C. LANZMANN Sono in possesso dei dettagli delle cose che i nazisti hanno attuato in occasione della visita ... di tutte le misure che sono state prese.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Ed è straordinario perché si trova con esattezza la stessa cosa nel suo rapporto. Lei afferma che ha potuto scattare tutte le fotografie che voleva. Ed è proprio questo che loro volevano, che lei scattasse delle fotografie.

DR. ROSSEL Certo.

C. LANZMANN Lo desideravano ... Per esempio, avevano fatto ripulire tutte le strade e le avevano fatte asfaltare. Questo è stato un primo provvedimento. Sulla grande piazza di Theresienstadt, proprio di fronte al Kaffehaus, avevano fatto erigere, qualche giorno prima del vostro arrivo, un padiglione per la musica, con un orchestra che suonava, ed è proprio quell'orchestra che lei e la delegazione avete visto e di cui parla nel suo rapporto.

DR. ROSSEL Pensi che non me ne ricordo più.

C. LANZMANN Eppure è così

DR. ROSSEL Ah, le credo, le credo.

C. LANZMANN Ma tutto ciò non esisteva prima.

DR. ROSSEL Ne sono convinto.

C. LANZMANN E non esisterà dopo. Le dico questo, per mostrarle l'immensità dell'inganno e come era stato preparato. Inoltre, hanno sistemato delle panchine nella piazza e nel cosiddetto giardino pubblico, ecc. Lei parla nel suo rapporto con grande meraviglia di uno spazio per i bambini, per i neonati e per i più piccoli, di una sorta di Kinder Pavillon, decorato con immagini di animali, e con una cucina, delle docce e dei lettini. Questo è stato fatto ...

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN ... qualche giorno prima del suo arrivo, e poi è scomparso subito dopo, e per un motivo molto semplice: le nascite erano praticamente vietate ...

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN ... a Theresienstadt. Con l'aborto obbligatorio.

DR. ROSSEL Ecco!

C. LANZMANN Era contraddittorio rispetto alla politica di sterminio permettere ...

DR. ROSSEL Certo.

C. LANZMANN ... delle nascite. Allo stesso modo avevano messo dei pannelli colorati con dei cartelli indicatori: zur Bank, zur Post, zur Kaffehaus (in direzione della posta, della banca, del caffè), come facevano del resto nei campi di sterminio. A Treblinka era la stessa cosa: c'era una stazione, con un orologio, ben decorato, ma che segnava sempre la stessa ora. Bene. E le case che le hanno fatto vedere erano state ristrutturate completamente. Lei scrive anche di avere assistito a un pasto, dove c'era una cameriera che aveva una cuffietta inamidata. Tutto questo era stato predisposto esclusivamente per lei e per i delegati ...

Lei scrive: «Lo stato dell'abbigliamento, in linea generale è soddisfacente. Le persone che incontriamo per strada sono vestite bene, con le differenze che si incontrano normalmente in una piccola città, tra gente più o meno ricca. Le signore eleganti hanno tutte calze di seta, cappelli e foulard, borsette moderne. Anche i giovani sono vestiti bene. Si incontrano anche dei ragazzi con capelli lunghi e barba». Li avevano preparati apposta per lei. Nel suo rapporto, parla anche, ed è una delle rare eccezioni di cose negative che racconta, di sovrappopolazione. Ma la sovrappopolazione era tale che, per preparare la visita, i nazisti hanno deportato circa cinquemila persone ad Auschwitz, dove questa gente è stata gassata subito, perché così il luogo era meno popolato e lei avesse una migliore impressione. Lei parla della banca. Bene. Tutto ciò era stato preparato solo per la visita. Hanno anche ribattezzato le vie. Lei parla di libertà di culto e ha fatto visita a una sinagoga. Non c'era una sinagoga a Theresienstadt. Era una sorta di palestra che hanno trasformato, otto giorni prima, in sinagoga. Hanno cambiato tutto. Hanno persino cambiato i nomi. Hanno sostituito il termine ghetto con l'espressione Judisches Siedlungsgebiet, vale a dire area di popolamento ebraico. Il Judenälteste, l'anziano, il presidente del Consiglio ebraico, che era Epstein, aveva assunto un nuovo titolo e i nazisti lo chiamavano il sindaco di Theresienstadt. Avevano vietato anche il Grusspflicht, l'obbligo del saluto, vale a dire, quello prescritto agli ebrei che erano tenuti a salutare i nazisti. E lei non lo ha visto, perché il saluto obbligatorio, rivolto a un nazista davanti a lei, era vietato sotto pena di morte. Hanno persino fatto delle prove generali prima della visita, perché il nervosismo era ai massimi livelli, e avevano così paura che lei potesse dubitare di qualcosa, che hanno ripetuto la parte come ossessi. La sua visita è stata teleguidata, metro per metro e al secondo. E allora, quando lei parla delle condizioni degli alloggi, per esempio, dicendo che le sono sembrati in complesso decenti e convenienti, dimostra di non aver visto niente di Theresienstadt! Perché si doveva andare nelle baracche o nelle caserme, dove la gente viveva come ad Auschwitz.

DR. ROSSEL Certo.

C. LANZMANN Vivevano nei letti in quattro o in cinque ...

DR. ROSSEL ... di questo, adesso, ne sono consapevole.

C. LANZMANN ... quattro o cinque per letto, e in pratica vivevano in condizioni spaventose. Lei parla di alimentazione. E nel suo rapporto riporta anche il numero delle calorie e dice, duemilaquattrocento calorie ... questo dice.

DR. ROSSEL Ho riportato quello che mi è stato riferito.

C. LANZMANN Le calorie erano duecento. La gente crepava di fame. Lei dice dodici o quindici decessi al giorno, nel suo rapporto, il che fa circa quattrocento morti al mese. E non le hanno certo mostrato che a Theresienstadt c'è un crematorio che vale per grandezza quanto quello di Auschwitz, con quattro forni giganteschi. E bruciavano le persone, intendo, a Theresienstadt era ... ed è per questo che la storia è terribile, le condizioni di vita erano atroci e la gente veniva poi deportata ad Auschwitz o a Treblinka, senza mai tregua, senza tregua e tutto questo non si è mai fermato. E questo Epstein di cui lei parla, in realtà era un uomo coraggioso, e proprio a causa del suo coraggio e di un discorso che ha pronunciato tre mesi dopo la sua partenza, è stato assassinato alla piccola fortezza.

DR. ROSSEL Alla piccola fortezza.

C. LANZMANN Ma quello che volevo chiederle ... Che sia stato ingannato non c'è niente di strano, poiché i nazisti volevano proprio imbrogliarla. E tuttavia lei afferma che l'atteggiamento degli ebrei l'ha infastidita, come la loro passività; è questo che ha detto, vero?

DR. ROSSEL È così.

C. LANZMANN Ma allora, vorrei sapere perché lei dice queste cose oggi e non ne parla nel suo rapporto? Perché nel suo rapporto lei dice: «Ho visitato una città di provincia normale».

DR. ROSSEL Esatto.

C. LANZMANN ... «quasi normale».

DR. ROSSEL «Quasi normale» è proprio quello che mi hanno fatto vedere. E io non avevo niente da dire, non potevo certo inventarmi cose che non avevo visto.

C. LANZMANN No, certo, lei non poteva inventarsi cose che non aveva visto, ma avrebbe, forse, potuto ...

DR. ROSSEL Avrei potuto ...

LANZMANN Poiché afferma che il nodo della questione era di riuscire a vedere oltre.

DR. ROSSEL Oltre.

C. LANZMANN Per esempio non poteva accorgersi ... di quella parodia?

DR. ROSSEL In quel caso, uno si aspetta, come le ho già detto, almeno una strizzatina d'occhio, un aiuto. Niente. Dottor Lanzmann, niente è proprio niente. Niente è niente. Oggi ancora non riesco a capire quella gente che sapeva, oggi ne siamo consapevoli appieno, sapeva di essere perduta, condannata che ... come ...

C. LANZMANN Non ci si sente mai completamente perduti, si ha sempre un po' di speranza.

DR. ROSSEL Si, vivevano nella speranza di quella commedia, dato che, anche lei l'ha detto e oggi se ne ha la prova, giocavano tutte le loro carte, le loro ultime possibilità di sopravvivere.

C. LANZMANN Recitavano una commedia sotto la minaccia di un terrore. Questo è molto chiaro. Del resto, lei non ha parlato con qualche ebreo.

DR. ROSSEL Con nessuno.

C. LANZMANN Solo quell'Epstein ha parlato con lei, un uomo che era ...

DR. ROSSEL Qualche parola.

C. LANZMANN Sì.

DR. ROSSEL Solo qualche parola.

C. LANZMANN Credo che lui abbia fatto un discorso introduttivo e poi un saluto al momento della partenza, e lei ne trae l'essenziale ...

DR. ROSSEL È probabile.

C. LANZMANN ... delle informazioni, che poi sono contenute nel rapporto.

DR. ROSSEL Non mi ricordo più tanto bene del suo discorso introduttivo.

C. LANZMANN No, ma lei dice, per esempio, ed è questo che mi sembra interessante ... Nel suo rapporto, scrive: «Possiamo dire che l'aver trovato in quel ghetto una città che viveva una vita quasi normale ci ha causato uno stupore immenso ... »

DR. ROSSEL Sì, questa è l'impressione che ne ho ...

C. LANZMANN «Ci aspettavamo il peggio», ecc., «Abbiamo detto agli ufficiali della polizia SS, incaricati di accompagnarci, che la cosa che ci ha stupiti di più è stata la difficoltà di ottenere le autorizzazioni formali per visitare Theresienstadt».

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Ed è proprio quello che volevano farle credere ...

DR. ROSSEL Farmi credere.

C. LANZMANN ... in un certo senso. Ma poi, perché scrive a un certo punto: «È una città normale» e poi scrive: «Questa città ebraica è veramente sorprendente». Se è normale, che cosa c'è di sorprendente in quel luogo ? Che cosa l'ha sorpresa?

DR. ROSSEL Mi è difficile oggi ritornare nei panni di quell'uomo giovane che ero in quegli anni. Ma effettivamente, non mi aspettavo quello che ho visto. Mi aspettavo una visita come quella che facevo ai prigionieri di guerra, o ai prigionieri sottufficiali renitenti, nel corso delle quali si vedevano delle persone ... mi capisce, magre, smunte, gente come quella che incontravamo tutti i giorni nei campi di deportati e pur anche nelle stazioni! Vedevamo appunto queste cose. E Theresienstadt mi aveva dato l'impressione di essere una città per ebrei privilegiati.

C. LANZMANN Ma non erano magri?

DR. ROSSEL No, non erano magri.

C. LANZMANN Crepavano di fame.

DR. ROSSEL Non erano affatto magri ... quelli che ho visto io non erano proprio per niente magri.

C. LANZMANN Crepavano di fame. Le hanno nascosto i magri.

DR. ROSSEL Sì, mi hanno nascosto i magri. Ma anche i bambini non erano proprio magri.

C. LANZMANN Lei dice ... ah sì, volevo chiederle anche questo, a proposito della vita in famiglia. Lei scrive questo, mi perdoni un attimo, ecco: «A causa della sovrappopolazione, la vita familiare è sfortunatamente difficile a Theresienstadt. Molte persone che vivono nelle baracche collettive sono separate. Queste persone, naturalmente, hanno tutta la libertà di ritrovarsi fin dal mattino, e poiché si tratta in generale di gente anziana, non ci sono reclami». Ecco, non ho ben capito quello che voleva dire.

DR. ROSSEL Ah! Forse volevo dire che le coppie erano separate e che tuttavia si trattava di uomini anziani e di donne vecchie ...

C. LANZMANN Sì, insomma non ne soffrivano ...

DR. ROSSEL Proprio così, non soffrivano di essere ...

C. LANZMANN Sì, è così. .. non c'erano problemi ...

DR. ROSSEL Forse è proprio questo che voglio dire nel rapporto.

C. LANZMANN ... problemi di sesso.

DR. ROSSEL Lo penso, ma non lo so con esattezza.

C. LANZMANN Non è a me che l'ha detto, ma alla mia collaboratrice: ha detto che aveva l'impressione che quella gente fuggisse lontano da lei come si fugge dalla peste.

DR. ROSSEL Ah, sì. Certo. La gente mi evitava. Era una cosa piuttosto evidente.

C. LANZMANN Faceva forse parte della commedia il fatto di evitarla? Proprio così, si sentivano incapaci di recitare quella scena.

DR. ROSSEL Può essere, può essere. Ma nessuno ha tentato di dirmi qualcosa, nessuno si è fatto carico di pensare: «Ebbene, lancerò un grido e proverò almeno a dire qualcosa».

C. LANZMANN Sarebbe stata la morte immediata.

DR. ROSSEL La morte immediata. La questione non si pone nemmeno. Non so come si possa reagire, non ho mai vissuto l'esperienza di avere un fucile puntato nella schiena, ma comunque quella passività è qualcosa di molto difficile da digerire.

C. LANZMANN Imputa loro una certa colpevolezza.

DR. ROSSEL No, non spetta a me giudicare, ma sono stupito questo sì. Che si possa mettere in scena una commedia che coinvolge centinaia di persone e che la cosa funzioni: questo mi stupisce.

C. LANZMANN Gli ebrei erano gli attori, ma i loro registi erano i tedeschi.

DR. ROSSEL Ah, certo, la questione non si pone nemmeno.

C. LANZMANN Lei conclude il rapporto: «La nostra relazione non cambierà il giudizio di nessuno. Ciascuno è libero di condannare l'atteggiamento assunto dal Reich per risolvere la questione ebraica. Se tuttavia, questo nostro rapporto dissipa una parte del mistero intorno alla città di Theresienstadt, questo basta». Che cosa voleva dire esattamente con questa frase? Quali erano le persone alle quali sperava di fare cambiare il giudizio?

DR. ROSSEL In ogni caso, eravamo assolutamente contrari alla segregazione razziale e contro la deportazione degli israeliti nei ghetti. È qualcosa di così contrario alla nostra mentalità di piccoli svizzeri, che io non avevo mai visto nulla di simile, tanto che questo era già di per sé un orrore, anche se non avevamo consapevolezza dello sterminio di massa.

C. LANZMANN Si duole oggi per questo rapporto?

DR. ROSSEL Non vedo proprio come avrei potuto redigerne un altro diverso. Lo firmerei ancora.

C. LANZMANN Anche sapendo ciò che le ho detto?

DR. ROSSEL Sì, certo.

C. LANZMANN Vale a dire che l'hanno completamente ingannata ...

DR. ROSSEL Sì, ma ...

C. LANZMANN E che la realtà era ...

DR. ROSSEL ... era ...

C. LANZMANN ... un inferno. Certo, lei non scrive che si tratta di un paradiso, ma il suo rapporto è roseo.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Si ricorda di Epstein? Fisicamente, a chi assomigliava?

DR. ROSSEL Non riesco a vederlo bene. Vedo un vecchio signore, e vedo ... ma no, sarei ... no, proprio non lo vedo. Non posso affermare che riesco a vederlo e non posso descriverglielo.

C. LANZMANN L'hanno ucciso esattamente tre mesi dopo la sua visita. Le deportazioni per Auschwitz ricominciavano, e questo creava un grosso terrore a Theresienstadt e c'era il panico...

DR. ROSSEL Sì.

LANZMANN ... nel ghetto. Ha fatto questo discorso di cui adesso le leggo un piccolo estratto, che traduco con approssimazione: «Theresienstadt si assicurerà la possibilità di sopravvivere soltanto mobilitandosi radicalmente per il lavoro». Pensavano che il lavoro li avrebbe salvati. «Non bisogna parlare, ma lavorare. Basta con le speculazioni. Siamo come su una nave che aspetta di entrare in porto, ma che non può raggiungere la rada perché una barriera di mine glielo impedisce». Era nel settembre del 1944.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN Almeno, avevano notizie di ciò che stava accadendo fuori.·«Soltanto il comandante della nave conosce lo stretto passaggio che conduce al porto. Non deve prestare attenzione alle luci ingannevoli e ai segnali che gli provengono dalla costa. La nave deve restare dove si trova e attendere ordini. Dovete avere fiducia nel vostro comandante che fa tutto ciò che è umanamente possibile per garantirvi la sicurezza dell'esistenza. In tal modo, avviciniamoci al nuovo anno». Si trattava del nuovo anno ebraico, in settembre.

DR. ROSSEL Sì.

C. LANZMANN «Avviciniamoci al nuovo anno con serietà e fiducia e con la ferma volontà di rimanere ancorati e di fare il nostro dovere». E i nazisti l'hanno ucciso alcuni giorni dopo, per essere precisi, alla piccola fortezza, Kleine Festung, con una pallottola nella nuca. Le sue parole sono strazianti.

 

 

Bibliografia:

Claude Lanzmann – Shoa – Einaudi Stile libero Dvd 2007

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